Santa Felicita ed i suoi sette figli: la vera famiglia spirituale |
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... vogliono parlargli : “Chiunque avrà fatto la volontà di mio Padre che è nei Cieli è mio fratello, mia sorella, mia madre”. Queste parole non hanno nulla di più tenero da parte di Gesù verso sua Madre. Egli sa bene che ha in Lui un sangue che proviene da Lei e che questo sangue è tanto più quello di sua Madre di cui è il Figlio unico d’una madre la cui concezione è tutta virginale e miracolosa, l’opera dello Spirito Santo. Ma se riconosce la sua filiazione nei riguardi di Maria perché Ella gli ha dato la sua carne, Egli rivendica per Lei ugualmente un’altra maternità unicamente spirituale, quella del compimento della volontà di Dio, dell’obbedienza perfetta agli ordini ed ai desideri del Padre nei cieli, del titolo di “serva” ch’Ella ha annunciato dopo il messaggio dell’Angelo. Ammirevole parentela spirituale ! Vi sono altri legami oltre quelli della carne e del sangue. Vi è una parentela d’anima tra Maria e Gesù, tra Gesù ed i veri cristiani, quella della sottomissione amorosa e filiale alla volontà di Dio. Questo Vangelo trova bene il suo posto nella festa dei Sette Fratelli Martiri. A Roma si celebra la passione dei santi sette fratelli martiri, figli di santa Felicita, anch’essa martire, la cui memoria si celebra il 23 novembre. Cioè Gennaro, Felice, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale. Essi furono assassinati al tempo dell’imperatore Antonino, mentre era prefetto della città Publio. Tra essi Gennaro, dopo essere stato percosso con verghe e straziato nel carcere, fu ucciso con flagelli piombati; Felice e Filippo furono ammazzati con bastoni; Silvano fu gettato in un precipizio; Alessandro, Vitale e Marziale furono puniti con sentenza capitale. La liturgia del 10 luglio evoca la triplice fraternità di questi fratelli che, alla comunanza del sangue della loro origine, hanno aggiunto quella della comunanza del sangue sparso per Cristo e della comunanza di sottomissione a Dio in un coraggio ed una perseveranza portati fino al martirio. di Don Marcello Stanzione |
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