San Paolo, Brasile, tredici candeline per il gay pryde, tra un milione circa di persone |
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... frase storica delle ormai infelici battute del premier Berlusconi, legittimi i diritti della categoria. Contro ogni forma discriminantemente omofobica, il pryde. Ma contro la naturalezza dell’essere no. Probabilmente, vedere due gay in grembiulino, nelle faccende domestiche, può sembrare del tutto naturale, a chi ormai non riesce più a distinguere il bianco dal nero. Il giusto dall’errato. Il soggettivismo imperante rischia di offuscare anche le coscienze. In quanto all’etica, ognuno se ne fa una a proprio uso e consumo. Assistere per strada, al Carnevale di Rio, nelle più sconce movenze omo, quasi una fiction, nella kilometrica parata brasiliana. I diritti non si portano avanti con battaglie scadenti nel cattivo gusto e nell’amplificazione degli atteggiamenti. Soprattutto quando a monte c’è un vissuto di sofferenza, che in ogni caso comporta la diversità. Probabilmente, anche stavolta, saranno riportate queste mie asserzioni, sui blog che le associazioni di categoria, da qualche tempo, traslano, bersagliando Pontifex, senza alcuna autorizzazione. Intendo ricordare che tale operazione non può essere effettuata senza regolare consenso e che accuse denigratorie, offrono il fianco a querele. Per conoscenza, informo che tranquillamente possono essere ripresi i miei editoriali, come questo, dal quotidiano dentrosalerno.it che dirigo, giacchè sulle colonne romane, vengono inseriti solo in un secondo tempo. In quanto alla mia penna, sono lusingata degli apprezzamenti, che constato di persone purtroppo con sparute conoscenze, sia del giornalismo, che della lingua italiana. Da docente anche di latino e greco, invito qualcuno dei più tenaci, che non riesce a comprendere il mio stile ( mi rendo conto è troppo impegnato a sfilare), a scorrere le rassegne nazionali della cultura, sperando che almeno quelle le riesca a decodificare, nelle quali troverà a mio attivo migliaia di pubblicazioni, partendo dai quotidiani locali a quelli nazionali, da La Città a Il Mattino, più periodici da me diretti, ben tre libri pubblicati, otto anni di capo redazione televisiva e concorsi nazionali vinti. Mi rendo conto che non è da tutti giungere a tali livelli nazionali, per cui mi adeguo anche agl’ignoranti frustrati nella loro diversità, ai quali però, al di là di ogni carità cristiana, che va saputa dosare, per evitare che scada in debolezza, ricordo che i miei scritti non sono mai risuonati etichettanti nei loro confronti. Pertanto, nella serietà deontologica del mio ruolo, sporgerò adeguate denunce, per eventuali ulteriori attacchi professionali. Rita Occidente Lupo |
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