San Luigi: innocenza e penitenza - San Luigi Gonzaga, Confessore, 21 Giugno |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions “Ut innocentem non secuti, poenitentem imitemur” (Dalla Preghiera della memoria liturgica). In un mondo tanto spesso malato di lussuria e di volgarità, la preghiera della memoria di San Luigi Gonzaga proclama le sue due virtù principali : l’innocenza e la penitenza. Tra i meriti così acquisiti e le preghiere di questo giovanissimo ma grande servitore di Dio, essa ci fa chiedere all’Onnipotente di accordarci almeno la virtù di penitenza da quello che non abbiamo imitato nella sua innocenza. Normalmente gli uomini fanno, o dovrebbero fare, penitenza dei loro propri peccati. Ma Cristo ha fatto penitenza per i peccati degli altri, e, a suo modello, i santi hanno imitato tale esempio di carità nella penitenza. San Luigi Gonzaga, figlio di nobili marchesi, ha custodito la sua purezza di fanciullo, di figlio di Dio rimasto nella sua innocenza battesimale. Con la ragione si accrebbe in lui anche la santità. Davanti all’altare della Santa Vergine egli fece voto d’una perpetua ... ... verginità. Circondò la sua anima d’una tale vigilanza che seppe reprimere così radicalmente ogni tentazione dell’anima che non permise neanche alla prima cattiva impressione di potersi formare in essa. Esercitò in particolare intorno al senso della vista, particolarmente pericoloso per la purezza, una tale mortificazione, che non guardò mai il volto della regina di Spagna, Maria d’Austria, di cui fu per molti anni uno dei paggi. A questa vigilanza, egli aggiunse una penitenza energica, come il digiuno frequente, delle austerità corporali inflitte alla sua carne giovanile, molto tempo passato nella preghiera. Poi si consacrò interamente al servizio di Dio, entrando come novizio nella Compagnia di Gesù. L’eroismo della sua penitenza si legò ad una totale dedizione per gli altri ed è curando dei malati di lebbra che prese il male che doveva farlo morire nella sua gioventù, all’età di 24 anni. La Chiesa ne ha fatto il patrono della gioventù, particolarmente di quella dei Collegi e delle Università. In fondo, quello che risplende in questo santo giovane, è un senso così profondo di Dio ch’egli sembra aver sorpassato ogni proporzione con lo spirito di fede e di carità i più pii tra gli uomini. Questo senso di Dio risvegliò nel suo animo un senso così vivo del peccato che per non offendere il Signore, per custodirgli intatta la sua innocenza battesimale, egli circondò la sua anima d’un recinto molto stretto e di vigilanza e di penitenza. Da ciò questa parola della liturgia in una lezione del Breviario della sua festa : “lo si può ben chiamarlo un uomo senza il peso della carne, simile ad un angelo che abbia preso un corpo”. È davanti a questa eccezionale innocenza, troppo presto e troppo spesso compromessa presso tanti cristiani dal vizio della lussuria, che la stessa liturgia ci invita ad imitare almeno lo spirito di penitenza di questo santo così giovane. Qualche cosa sorpassa di molto il fervore dei migliori in un San Luigi Gonzaga. Dio si riserva delle anime di questo tipo, così come alcuni fiori di montagna non nascono che a delle grandissime altezze. Vi è comunque in San Luigi Gonzaga un esempio molto pratico, da ritenere per noi e che è al centro stesso della santità che l’ha elevato così in alto in mezzo ad altri santi suoi fratelli : è il “suo senso profondissimo di Dio” percepito da un’anima d’una sensibilità estremamente religiosa, affinata da una delicatezza prodigiosa e da un’innocenza incomparabile. Dai, Signore, alle nostre anime , un senso così reale e così vivo di Dio, da poterlo comunicare a nostra volta ad un mondo troppo impoverito di valori spirituali, perché non ha dato il vero posto, a te, Gesù Signore e Maestro dell’universo. Amen. Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |
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