L'opera degli Angeli "Opus Angelorum" e l'Ordine della Santa Croce di Coimbra |
Sono molto contento di presentare al pubblico italiano l’associazione Opus Angelorum che è alquanto conosciuta in Germania, Austria, Brasile e Stati Uniti, ma da noi poco o niente. Anche perché nel 2009 sono ben 60 che essa è stata fondata da Gabrielle Bitterlich. L’associazione Milizia di San Michele Arcangelo che io ho rifondato nel 2002 ha ottimi rapporti con essa. Membri dell’Opus Angelorum vengono sempre ai meetings sugli angeli che ogni anno l’uno e il due giugno si organizzano presso l’abbazia di S.Maria La Nova nel comune di Campagna in provincia di Salerno. 1. NASCITA DELL’OPERA DEGLI ANGELI Nel suo ultimo discorso, poco prima della sua morte, il papa Pio XII lanciava ai pellegrini l’appello pressante “a risvegliare in essi la coscienza del mondo invisibile che ci circonda … ed a stabilire una relazione di fiducia con gli angeli che sono sempre pronti ad aiutarci per la nostra salvezza e la nostra santificazione”. ... lo stesso pensiero aveva spinto, una decina d’anni prima, ad Innsbruck, un gruppo di sacerdoti e di studenti in teologia di differenti nazioni a riunirsi. Le parole del Santo Padre li incoraggiarono: essi avevano deciso di fare appello agli angeli nel loro cammino spirituale e pastorale, e di chiedere coscientemente il loro aiuto per tutti i mali della nostra epoca. I membri affiliati ricevevano regolarmente delle circolari di approfondimento sulle verità della fede e di introduzione ad una spiritualità che prenda gli angeli come esempio. Il vescovo di Innsbruck, Paul Rusch, dava l’Imprimatur. Apprezzando questo movimento religioso, egli voleva radicarlo nella vita della Chiesa e dargli una esistenza legale; è lui che creò il 20 aprile 1961 la Fraternità degli Angeli Custodi. Nel corso degli anni, l’Opera dei Santi Angeli si diffuse sempre più sotto il nome di Opus Angelorum – Opera degli Angeli, meno per diffusione e mezzi umani, noi crediamo, che grazie agli angeli stessi: essi dirigevano, guidavano, mostravano la strada, aprivano degli accessi ai cuori dei fedeli, sacerdoti e vescovi. Molte persone vi si interessarono e trovarono grazie ai ritiri la forza che cercavano per la loro vita cristiana. E’ così che l’Opera degli Angeli divenne un movimento mondiale. 2. A CHI SI RIVOLGE L’OPERA DEGLI ANGELI L’Opera dei Santi Angeli si appoggia interamente sulla fede che la Chiesa cattolica insegna. Essa si rivolge ai fedeli e li invita a vivere coscientemente e profondamente coi santi angeli. Certo, chi non crede all’esistenza né all’azione degli angeli si reca difficilmente ad un tale invito. Ma quelli che credono agli angeli con la Chiesa trovano dappertutto nella Sacra Scrittura, dalla Genesi all’Apocalisse, delle testimonianze della loro esistenza e della loro azione. La venuta del Signore, nella sua Incarnazione (Lc 1, 26) ed il suo ritorno nella gloria (Mt 25, 31; Lc 9, 26; Ap 22, 6), è preceduta da quella dei santi angeli. L’esistenza dei santi angeli e l’esperienza del loro aiuto erano evidenti per i primi cristiani, come lo attestano gli Atti degli Apostoli (Atti 12, 15). Nella storia della Chiesa, i santi hanno spesso fatto concretamente l’esperienza della potenza di queste creature spirituali. Un grande numero di santi erano legati in un modo del tutto particolare con gli angeli, soprattutto coi loro angeli custodi, da una devozione ed un amore straordinari, talvolta una singolare relazione di familiarità con essi. E’ ben vera quella nota del celebre dogmatico, il Cardinale Charles Journet: “Gli angeli non si rivelano che a quelli che li amano e li invocano”. 3.NATURA E FINALITÀ DELL’OPERA DEI SANTI ANGELI Lo scopo dell’Opera degli Angeli, come quello di ogni angelo rimasto fedele a Dio, è di servire il Signore e di guidare gli uomini nel lodare la Sua gloria (Ef 1, 12). Il prefazio della Messa degli angeli sottolinea che la gloria degli angeli ci rivela la potenza e la grandezza di Dio. Il sacerdote loda Dio Padre in nome del popolo. “L’ammirazione che la loro fedeltà ci ispira sgorga fino a Te, e lo splendore di queste creature spirituali ci lascia intravedere come Tu sei grande e quanto sorpassi tutti gli esseri”. I santi angeli “non sono tutti degli spiriti al servizio di Dio, inviati come servitori per il bene di quelli che devono ricevere l’eredità della salvezza?”. Essi possono e vogliono aiutarci nel crescere nell’amore e la conoscenza di Dio. Ma questo suppone che questi potenti amici siano meglio conosciuti, meglio amati e chiamati in aiuto! I membri dell’Opera si sforzano di collaborare coi santi angeli per la gloria di Dio, la salvezza degli uomini e la santificazione di tutta la creazione. Gesù Cristo voleva continuare a compiere visibilmente nella sua Chiesa questi compiti essenzialmente sacerdotali da parte dei sacerdoti sacramentalmente ordinati. E’ per questo che il pensiero di questo sacerdozio è un tratto marcante dell’Opera degli Angeli. Una delle più ardenti preoccupazioni per lo stato sacerdotale così minacciato è la riparazione per i sacerdoti, soprattutto per quelli divenuti infedeli alla loro vocazione. La formazione di famiglie sane e cristiane come terreno di vocazioni è uno degli scopi dell’Opera. Altri tratti essenziali sono l’educazione all’adorazione, una pietà eucaristica e mariana, la fedeltà e l’obbedienza al Vicario di Cristo. Il 23 ottobre 1968, nel corso di un colloquio con alcuni sacerdoti di quattro paesi guadagnati all’Opera degli Angeli, il papa Paolo VI ebbe queste parole: “Cari figli, la vostra Opera è una grande opera d’amore per i nostri fratelli nel sacerdozio ed ha una missione importante nella Chiesa!”. Egli chiese loro istantaneamente di incoraggiare i fedeli, ovunque essi sarebbero andati, nel pregare ancor più per i sacerdoti. Questi scopi non sono appannaggio dell’Opera degli Angeli. Tipica tuttavia è la maniera di realizzarli: mettersi all’ascolto dell’angelo per riconoscere più facilmente la volontà di Dio e meglio compiere i compiti che Dio pone sulla nostra strada. La venerazione dei Santi Angeli e la scelta cosciente di seguire il proprio angelo custode risvegliano e fecondano le vocazioni contemplative ed apostoliche. Numerose persone hanno già testimoniato con gioia e riconoscenza questo modo di lasciarsi guidare da Dio. 4. POSIZIONE DELLA CHIESA La Congregazione per la Dottrina della Fede ha esaminato durante alcuni anni i ritiri e l’apostolato fecondo e molteplice dell’Opera degli Angeli. Il risultato di questo esame è stato comunicato il 5 ottobre 1983 al Procuratore dell’Opera degli Angeli nel documento del 29 settembre 1983 (Prot. Nr 1005/69). Nella sua lettera di accompagnamento, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, dice tra le altre: “Voi troverete in questo documento le decisioni che aiuteranno l’Opera degli Angeli a svilupparsi secondo l’orientamento dato dalla Chiesa. Vi auguro, a voi ed ai vostri collaboratori un lavoro fruttuoso al servizio solo di nostro Signore Gesù, in una fedeltà totale alle direttive del Magistero della Santa Chiesa, ed io approfitto dell’occasione per assicurarvi la mia sincera considerazione”. Un secondo esame dell’Opera si è chiuso col Decreto del 6 giugno 1992, vietando l’uso di rivelazioni private sui santi angeli, nella misura in cui esse non corrispondono alla Tradizione comune della Chiesa. In una dichiarazione pubblica del 22 giugno 1992 la direzione dell’Opera degli Angeli constatava prima di tutto: 1. Che il decreto si rivolgeva direttamente all’Opera dei Santi Angeli come ad una “associazione di fedeli” riconosciuta dalla Chiesa (cfr Decreto, punto 1) e dunque non poteva trattarsi di una proibizione di questa Opera come tale. Quanto a quello che il Decreto imponeva, la dichiarazione diceva poi: 2. “L’Opera degli Angeli può e deve favorire e diffondere la venerazione dei santi angeli nella Chiesa. Le disposizioni restrittive del Decreto riguardano l’impiego e la diffusione di alcune parti ben precise degli scritti propri all’Opera, vale a dire una angelologia (dottrina sugli angeli) propria all’Opera che non si può estrarre dalla Parola di Dio scritta o trasmessa, ma che non è conosciuta che da delle rivelazioni private; la proibizione porta anche sulle pratiche collegatesi a questa angelologia. 3. l’Opera dei Santi Angeli riconosce la Parola di Dio come è proposta nella Sacra Scrittura, la Tradizione ed il Magistero vivente della Chiesa (“Dei Verbum” 10) come fondamento di ogni spiritualità cristiana e specialmente della vita consacrata. Essa rinnova la sua fedeltà e la sua obbedienza verso il Santo Padre e verso le disposizioni del Decreto del 6 giugno 1992 in accordo con la promessa che ogni membro fa alla sua entrata nell’Opera. 4. L’interpretazione e l’applicazione delle decisioni del Decreto si faranno in collaborazione con la Santa Sede”. 5. L’ORDINE DELLA SANTA CROCE Presso numerosi membri dell’Opera dei Santi Angeli, soprattutto presso i giovani, nasceva il desiderio di consacrare totalmente la loro vita a Dio. Dei sacerdoti particolarmente impegnati per lo sviluppo dell’Opera degli Angeli cercarono dunque di fondare una comunità religiosa. Nacque dapprima nella diocesi di Aparecido (Brasile) la “Societas Fratrum a Cruce” per gli uomini, poi la “Societas Sororum a Cruce” per le donne. Tutti e due si comprendevano come delle comunità tendenti alla vita religiosa nel senso classico. Nacque più tardi una comunità di “Ausiliari missionari”, che, secondo i bisogni del nostro tempo, si votarono alla missione apostolica e socio-caritativa della Chiesa. I responsabili che cercavano ulteriormente di fondare un Istituto religioso riconosciuto dalla Chiesa ricevettero il consiglio di non fondarne uno nuovo, ma di restaurare un ordine antico i cui ideali fossero in armonia con quelli dell’Opera degli Angeli. Si trovò in Portogallo l’Ordine dei Canonici Regolari della Santa Croce che era stato fondato nel 1132 a Coimbra, votato in modo speciale all’annuncio del Vangelo ed alla celebrazione solenne della liturgia. Il suo primo priore era stato San Teotonio, il primo santo canonizzato del Portogallo. L’emblema dell’Ordine, una grande croce con due angeli in adorazione, dimostrava già la sua venerazione particolare per gli angeli. Per 700 anni, esso era prosperato prima di essere soppresso da un governo liberale nel 1834. Altre convergenze stupefacenti condussero finalmente alla restaurazione canonica dell’Ordine della Croce (Decreto della Santa Sede del 29 maggio 1979). L’antico Ordine della Croce aveva considerato durante dei secoli la gestione dell’Università di Coimbra come suo compito principale. Fino alla sua soppressione, esso ne ha nominato il rettore. Poco dopo la restaurazione dell’Ordine, il 2 luglio 1983, un vescovo diocesano del Brasile chiese al Santo Padre durante una udienza privata di poter fare appello a dei teologi dell’Opera dei Santi Angeli per ristabilire il suo seminario. Il Santo Padre accettò. L’Ordine della Croce vide in questo invito una missione, e rinnovò con la tradizione dell’insegnamento. Si poté poi erigere l’Institutum Sapientiae proprio dell’Ordine come istituto di formazione dei sacerdoti nella diocesi di questo vescovo. Il fondamento della formazione in questo Istituto è lo spirito di adorazione, la formazione di Filosofia e di Teologia, spirituale ed ascetica dei seminaristi, la celebrazione solenne della liturgia ed una vita di profonda preghiera. La risposta incondizionata alla chiamata della Croce, ed un amore sempre più profondo per il Signore nell’Eucarestia e per Maria, Sua Madre, regina degli angeli e Madre di tutti i sacerdoti sono gli scopi di questa educazione. Un solido studio scientifico della filosofia e della teologia nella fedeltà al Magistero ed alla Tradizione vivente deve dare alla Chiesa cattolica dei sacerdoti zelanti e ben formati, obbedienti al santo Padre ed all’autorità ecclesiale. La formazione è portata dalla preghiera costante dei fedeli. Dei seminaristi di differenti nazioni e dei membri di diverse comunità religiose fanno in questo momento i loro studi in questa Facoltà di filosofia e di teologia. Dal 1983 al 2007, oltre 150 sacerdoti formati nell’Institutum Sapientiae sono stati ordinati. Oltre il proprio impegno per la formazione dei giovani sacerdoti, l’Ordine della Croce si consacra alla pastorale ed all’approfondimento della vita spirituale dei sacerdoti e dei religiosi. La vita canonicale in comunità sull’esempio del Signore e dei Suoi Apostoli (“Vita Apostolica”), e secondo la regola di Sant’Agostino, favorisce l’aiuto vicendevole e la celebrazione solenne della liturgia. La Chiesa riconosce nell’Ordine della Croce e l’Opera degli Angeli die entità indipendenti che si arricchiscono vicendevolmente dal punto di vista spirituale. Questa breve documentazione presenta le grandi linee dell’Opera dei Santi Angeli, ma il lettore troverà una introduzione più completa ed un accompagnamento spirituale partecipando ai ritiri organizzati dall’Opera o predicati dall’Ordine della Croce. 6. EMBLEMA DELL’ORDINE DELLA CROCE L’emblema dell’Ordine è una grande Croce con due angeli in adorazione in ginocchio sotto i due bracci della Croce. I 2 angeli che “Nostra Signora del Rosario” di Fatima mostra ai pastorelli alla fine della rivelazione della 3^ parte del segreto si trovano ugualmente sotto le due braccia della Croce, al servizio degli uomini: “Sotto le due braccia della Croce, vi erano due Angeli, ognuno con un annaffiatoio di cristallo in mano, nel quale essi raccoglievano il sangue dei Martiri e col quale irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. Tuy – 3.1.1944”. Quella rappresentazione simbolica illustra i benefici della comunione dei santi grazie alla quale la predizione della 2^ parte del segreto è in via di realizzazione: “Alla fine, il mio Cuore immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un certo tempo di pace”. 12.7 LA CONSACRAZIONE AI SANTI ANGELI Su richiesta del delegato della Santa Sede, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha concesso all’Opus Angelorum una consacrazione ai santi Angeli, spiegando che la formula proposta “è conforme alla tradizione teologica e spirituale della Chiesa”. Una consacrazione è fondamentalmente una donazione di persona al culto divino. Quello che è consacrato è riservato a Dio e non è più disponibile per l’uso profano. Questa separazione si opera sia per mano di Dio, sia con un rito od una benedizione. Ogni consacrazione viene da Dio che chiama gli uomini al suo servizio per entrare in comunione con Lui. Non proponendo Dio che un’alleanza d’amore, la consacrazione è un atto libero, una risposta della creatura. Questo mistero di alleanza e di consacrazione si ritrova lungo tutta la storia della salvezza, per culminare in Gesù Cristo, che gli dona la sua pienezza:”Per essi, io mi santifico(consacro), affinché essi siano, anche essi, santificati (consacrati) nella verità” (Gv 17, 19). E’ solamente in ed attraverso Gesù Cristo che ogni consacrazione riceve il suo sigillo e diventa effettivo nel Santo Spirito” (cfr Ef 1, 13). Le consacrazioni sacramentali sono cammini verso una vita nella gloria di Dio poiché il cristiano diventa capace di adorare Dio in maniera soprannaturale e di partecipare alla liturgia. San Tommaso sottolinea che: “L’amore è inseparabile dal dono di sé. Dandosi a Dio per amore, l’uomo entra in una certa maniera in unione con o Spirito di Dio. Il dono di se stesso con degli atti che onorino Dio, fa prima di tutto parte della virtù di pietà, grazie all’amore, che è il fondamento di ogni culto reso a Dio” ed anche: “Il termine devozione viene da “votarsi”. E’ per questo che i fedeli sono quelli che si danno a Dio, in qualsiasi maniera, quelli che si confidano totalmente a Lui”. Il Concilio Vaticano II precisa che il culto culmine nella celebrazione liturgica: “Ogni volta che l’alleanza di Dio con gli uomini si rinnova nella celebrazione dell’Eucarestia, i fedeli sono attratti ed infiammati dall’amore pressante di Dio. La grazia si riversa su di noi attraverso la liturgia, e del tutto specialmente attraverso l’Eucarestia; è in Cristo che si opera la santificazione dell’uomo e la glorificazione di Dio, fine di ogni azione della Chiesa”. E’ per questo che noi potremmo rimpiazzare il termine devozione con “disponibilità nel consacrarsi”. Al di fuori della vita consacrata religiosa che è la “via regale”, esiste una moltitudine di atti di pietà, di dono di sé, di devozione. Sono delle consacrazioni nel senso di un dono durevole di sé, riconosciuto dalla Chiesa, come, per esempio, la consacrazione al Sacro Cuore. Pio XI dichiara: “Di tutte le devozioni al Sacro Cuore, è la consacrazione che tocca maggiormente i nostri occhi ed i nostri sentimenti, il dono fiducioso di tutto il nostro essere e di tutti i nostri beni al Sacro Cuore di Gesù” – “E’ l’atto di consacrazione che sigilla l’unione e la fortifica”. Pio XII aggiunge: “Poiché è manifesto che questo culto, se noi consideriamo la sua natura particolare, è la’tto di religione pe eccellenza – poiché richiede da parte nostra una volontà piena ed assoluta di votarci e di consacrarci all’amore del divin Redentore”. – “Il culto reso al Cuore forato di Gesù è una disciplina che conduce eccellentemente alla perfezione cristiana”. Consacrazione a Maria ed ai Santi Angeli Consacrazione a Maria Pio XII ai membri della Congregazione Mariana: “La consacrazione a Maria è un dono totale della persona per la vita e l’eternità; non è solamente un problema sentimentale, superficiale, ma un dono efficace, che si compie nell’intensità di una vita cristiana e mariana, una vita apostolica, che fa del membro della Congregazione un ministro di Maria, la sua mano visibile sulla terra, pieno di slancio in una vita interiore che fiorisce in atti di pietà solida, di lode di Dio, di zelo e di carità” (21.10.1945). Paolo VI ha incoraggiato tutti i membri della Chiesa: “A rinnovare personalmente e profondamente la lor consacrazione al Cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa; a prendere, in segno di amore e di fiducia, esempio sul suo amore materno per riempire la loro vita. Che ogni vita sia sempre più conforme alla volontà di Dio, orientata come la vita della Madonna, per servirla come dei veri figli” (Conclusione del Signum Magnum). Giovanni Paolo II, con tutti i vescovi, dice nel corso della consacrazione a Maria: “Davanti a te, Madre di Cristo, davanti a l tuo Cuore immacolato, noi vogliamo oggi, con tutta la Chiesa, unirci alla consacrazione di tuo Figlio al Padre suo, per amore per noi: “Per essi, egli ha detto, Io consacro me stesso, affinché siano anch’essi consacrati in verità” (Fatima 2000) E’ ben dunque Gesù il fine della consacrazione alla Madonna: ricevere, tramite lei, non solamente la grazia del Cristo salvatore, ma partecipare, con Maria, all’opera della salvezza. Consacrazione ai Santi Angeli Il paragrafo 352 del Catechismo dice che: “La Chiesa venera gli Angeli” e consiglia questa devozione per glorificare Dio, come nel Prefazio degli Angeli. Una consacrazione è dunque possibile per la natura stessa della virtù di devozione. San Bernardo di Chiaravalle ci lascia intravedere la profondità del suo amore per gli Angeli: “Egli ha ordinato ai Suoi angeli di custodirti su tutte le tue vie” (Salmo 91, 11). Quale rispetto, quale abbandono, quale fiducia devono ispirarci queste parole! Rispetto per la loro presenza, abbandono alla loro bontà, fiducia nella loro protezione. Siamo dunque sottomessi a questi grandi protettori, offriamo loro il nostro amore con riconoscenza, veneriamoli con tutte le nostre forze, è il nostro dovere. E pertanto tutto il nostro amore e la nostra venerazione vanno a Colui che è la fonte di ogni bene, per noi come per essi, affinché possiamo amare ed adorare, e ricevere amore e gloria”. Abbandono, devozione e decisione sono le caratteristiche di una consacrazione agli Angeli, che, tramite loro, ha il suo fine nel Signore. La fioritura delle consacrazioni che seguì il concilio di Trento (1545-1563) riguardò non solamente la Madonna ed il Cuore di Gesù, ma anche i Santi Angeli. Queste consacrazioni si moltiplicarono nel 19° secolo e l’appartenenza a taluni movimenti passava attraverso tali consacrazioni. La Chiesa incoraggiò le confraternite in onore degli Angeli e riconobbe ufficialmente le loro consacrazioni. La consacrazione ai Santi Angeli sottolinea l’unità della Chiesa in cammino sulla terra come in cielo. Sant’Agostino dice a questo proposito: “Queste due parti sono riunite e gioiranno insieme dell’eternità, poiché esse sono già unite dal legame dell’amore, una unione che non ha altro scopo che la più grande gloria di Dio”. Ed il paragrafo 336 del Catechismo aggiunge: “Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla società beata degli Angeli e degli uomini uniti in Dio”. Legame col Battesimo Come la consacrazione alla Madonna, la consacrazione ai Santi Angeli è un’alleanza, fondata su quella che è stata conclusa col Cristo nel Battesimo, in cui noi rifiutiamo gli angeli decaduti e diciamo “sì” a Gesù. Questo “sì”, e l’unione con Lui, ci introducono non solamente nella comunità dei membri della Chiesa, ma anche in quella degli Angeli, poiché Cristo è la testa dell’umanità, come anche degli Angeli. Taluni padri della Chiesa, come San Cirillo di Gerusalemme, sottolineavano già questa duplice appartenenza: Il papa Leone Magno descrive il fatto di dichiararsi cristiano e la grazia della salvezza tramite Cristo come un giuramento alla bandiera, che fa di noi dei membri dell’esercito celeste: Questa tradizione di comunione con gli Angeli è del tutto specialmente vivente nella vita monastica dell’oriente cristiano. Giovanni Paolo II scrive: Il desiderio di una vita in unione coi Santi Angeli, non è appannaggio della vita consacrata come lo dicono Sant’Agostino e il benedettino dom Garcia Colombas: L’essenza della consacrazione ai Santi Angeli La consacrazione ai Santi Angeli è una alleanza; essa esplicita ed accetta in maniera cosciente la comunione ai Santi Angeli contenuta implicitamente nel battesimo. 8. ATTO PRIVATO DI CONSACRAZIONE ALL’ANGELO CUSTODE In unione con l’Angelo Custode Ogni Angelo Custode è un dono speciale dell’amore di Dio, e se noi abbiamo la scelta di un compagno, non potremmo trovarne di meglio, poiché Dio lo ha scelto per noi nella Sua saggezza ed il Suo amore infinito. Lui solo conosce il segreto del nostro destino; Lui solo, Creatore e Salvatore, conosce le nostre forze e le nostre debolezze, la missione e le prove che ci aspettano, la nostra croce e la nostra gioia che ci è promessa. La Sua Provvidenza ci ha pensato l’uno per l’altro da ogni eternità; il Signore dice: L’Angelo Custode è alla nostra porta verso il mondo degli Angeli, un portinaio celeste. Queste parole del catechismo: “Gli Angeli concorrono a tutto quello che buono per noi” (§ 350), gli sono del tutto specialmente assegnate. Scelto da Dio, egli è l’amico fedele, il solo, con Gesù e Maria, ad accompagnarci dalla nascita alla morte. Noi siamo il suo primo pensiero, l’oggetto privilegiato della sua intercessione, il talento che gli è affidato e che egli amerebbe rendere al centuplo al suo Signore. E’ per questo che egli resta giorno e notte ai nostri fianchi, per il nostro bene, la nostra salvezza e la nostra purificazione, per illuminarci e guidarci alla pienezza. San Bonaventura dice a questo proposito: Contro le potenze del male, che ci tentano e ci stringono, l’Angelo Custode è il nostro giusto soccorso, per il fatto che ha lui stesso partecipato alla loro sconfitta sotto la guida dell’Arcangelo San Michele. Inoltre, una creatura spirituale riconosce meglio il tentatore, ed ha anche la meglio nel respingerlo con la forza della grazia. Egli è ai nostri fianchi quando Dio permette al nemico di metterci alla prova come Giobbe, Pietro o Paolo. Col suo aiuto, noi giungeremo a rimanere fedeli a Dio. 12.9 ATTO DI CONSACRAZIONE AI SANTI ANGELI O Santi Angeli di Dio, In presenza di Dio Uno e Trino e nell’amore di Gesù Cristo, mio Signore e Salvatore, io …., povero peccatore, voglio oggi concludere una alleanza con voi, suoi Servitori, per poter operare umilmente e coraggiosamente in comunione con voi per la gloria di Dio e la venuta del Suo Regno. E tu, mio buon Angelo Custode, che vede costantemente il Volto del Padre nostro che è nei Cieli, a te Dio mi ha affidato fin dall’inizio della mia esistenza. Di tutto cuore io ti ringrazio della tua amante protezione. Io mi dono a te e ti prometto amore e fedeltà. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha approvato questa nuova Consacrazione il 31 maggio 200, ed il suo uso è stato affidato all’Opus Angelorum che ne da la spiegazione. Una Consacrazione ai Santi Angeli è essenzialmente un dono di sé (da ciò il termine devozione) radicato nella grazia del battesimo. Poiché è nel battesimo che è nata quella comunione al Cristo, fondamento di ogni devozione e Consacrazione ai Santi Angeli. A questo riguardo, la Chiesa insegna: “Riconoscendo fin da ora quella comunione che esiste all’interno di tutto il Corpo mistico di Gesù Cristo, la Chiesa nei suoi membri che camminano sulla terra ha circondato di molte pietà la memoria dei defunti (…). Quanto ai martiri di Cristo (…) la Chiesa ha sempre creduto che essi si trovassero in Cristo più strettamente uniti con noi: nello stesso tempo della beata Vergine Maria ed i santi Angeli, essa li ha onorati con un particolare fervore” (Lumen Gentium 50). Questa comunione culmina nella “celebrazione della liturgia, poiché la Chiesa si unisce agli Angeli per adorare il Dio tre volte Santo” (§335). “Nella liturgia terrena (…) con tutto l’esercito della milizia celeste, noi cantiamo al Signore l’inno di gloria e “la celebrazione del sacrificio eucaristico è il mezzo supremo della nostra unione al culto della Chiesa del cielo” (Lumen Gentium 50). Questa comunione ingloba i santi Angeli, membri anche essi del Corpo Mistico, la cui testa è Cristo. La Consacrazione ai Santi Angeli è dunque una alleanza, che ha per scopo primario di rafforzare e di nutrire quella unione per la più grande gloria di Dio; noi vogliamo ben certamente anche onorare e ringraziare gli Angeli, tutto implorando il loro soccorso, per noi e per la santa Chiesa. Angeli ed uomini essendo tutti e due servitori del Signore (Ap 19, 19; 22, 9). Essa comprende un impegno serio; è per questo che essa si accompagna con una preparazione adeguata, seguita in generale dall’entrata in una confraternita od un gruppo dell’OA riconosciuto dalla Chiesa, per esempio nella Confraternita degli Angeli Custodi. Le radici di una consacrazione si trovano nella teologia biblica dell’alleanza. E’ un patto santo, una promessa solenne, che consolida la relazione e pone delle esigenze. La relazione nata dal contratto tra Tobia e Raffaele non si limita ad uno scambio di prestazioni, essa si accompagna ad amicizia, amore e fedeltà. Facendo alleanza con gli Angeli, noi cerchiamo una comunione più intima nell’amore di Dio, che faccia di noi degli strumenti efficaci per la gloria di Dio e l’avvento del regno. Poiché “Dio ha voluto la diversità delle sue creature e la loro propria bontà, la loro interdipendenza ed il loro ordine” (§ 353). Uomini ed Angeli in comunione Il legame che ci unisce agli Angeli si concretizza su quattro registri: l’adorazione, la contemplazione, l’espiazione e l’apostolato. Sono le quattro direttive fondamentali della spiritualità dell’Opera dei Santi Angeli: 1. Assistenza nell’adorazione: Noi speriamo prima di tutto il soccorso degli Angeli per menare una vita santa sotto lo sguardo di Dio, come veri adoratori del Padre. E’ per questo che noi imploriamo in modo del tutto speciale il loro aiuto e cerchiamo coscientemente la comunione con essi per le celebrazioni liturgiche e l’adorazione del santissimo Sacramento. “I loro Angeli in cielo stanno costantemente in presenza del Padre mio che è nei cieli”, è l’espressione più alta dell’adorazione. Questa unione di preghiera culmina nell’Apocalisse. E’ dall’Agnello che la liturgia terrestre raggiunge la liturgia celeste, unendosi terra e cielo nel sacrificio di Cristo, che è seduto alla destra del Padre. Sulla terra, l’adorazione eucaristica in unione coi santi angeli ne è il riflesso. Gli angeli cantavano Dio nel cielo ben prima dell’Incarnazione, ma quella lode di semplice creatura, anche debordante di puro amore bruciante, era insufficiente per rendere il culto dovuto all’Onnipotente. Quando la Parola del Padre discese sulla terra ed elevò la Sua voce come Sommo Sacerdote, un canto veramente degno di Dio si innalzò per la prima volta. Con Lui discesero gli Angeli – Gloria in excelsis Deo – per risalire in cielo nella lode di Cristo, inaugurando così l’unione degli Angeli e degli uomini in Cristo nella celebrazione di Dio. 2. Assistenza nella contemplazione: Gli Angeli intervengono nella storia della salvezza come strumenti e testimoni. Essi sono presenti, per esempio, alla nascita di Cristo, alla Sua crocifissione, la Sua Resurrezione e la sua Ascensione. Ci trasmettono, adattata alla nostra misura, la luce dei misteri della salvezza che essi comprendono infinitamente meglio di noi. San Giovanni della Croce spiega come questa conoscenza si trasmette: “Quella sapienza che viene da Dio per passare dalle più alte gerarchie degli Angeli alle più basse, poi, di là, all’uomo. Tutti gli atti degli Angeli, e tutte le luci che ci danno, sono allo stesso tempo opera di Dio e di essi stessi, poiché è in generale Lui, attraverso di essi, che ne ha l’iniziativa; gli angeli le trasmettono poi senza ritardo gli uni agli altri, come un raggio di sole passa attraverso diverse finestre una dopo l’altra. Benché sia sempre lo stesso raggio, ogni finestra lo addolcisce trasmettendolo secondo la sua natura” (Notte oscura II, 1,3). Presso gli Angeli ed i Santi, la mediazione della grazia porta sempre una impronta personale. Per esempio, l’aiuto dell’Arcangelo San Michele ha un carattere ben differente da quello dell’Arcangelo San Gabriele. Questa contemplazione delle luci che ci trasmettono è ricca di felicità; gli Angeli sono dunque ugualmente portatori di gioia e contribuiscono al progresso nella vita spirituale. San Tommaso lo spiega in questi termini: “E’ detto nel Salmo 38: “Il mio cuore bruciava nel mio petto, un fuoco si accendeva alla mia meditazione!”. Il fuoco spirituale spinge al dono di sé, la contemplazione ne è dunque una sorgente. – La missione di tutte le gerarchie celesti è di renderci simili a Dio, purificandoci, illuminandoci e guidandoci all’unione con Lui”. Essi aiutano così gli umani a trasformarsi in Cristo, e la loro efficacia è a misura della nostra collaborazione. Gli Angeli si rallegrano per Cristo quando aiutano un’anima sulla via della perfezione poiché dice San Tommaso: “Il servizio degli angeli è utile anche a loro, esso fa parte in qualche modo della loro felicità; poiché trasmettere la sua perfezione appartiene all’essenza di colui che è perfetto. Così la salvezza del loro protetto aumenta ancor più la loro gioia: “è così, Io vi dico, che vi è gioia in mezzo agli Angeli di Dio per un solo peccatore che si pente!”. 3. Assistenza nell’imitazione del Salvatore crocifisso: Allorché gli Angeli, in quanto creature spirituali, pieni di felicità celeste, ci sorpassano largamente per quello che concerne le prime due direttive fondamentali (adorazione e contemplazione), è che noi abbiamo la prevalenza con l’imitazione del Crocifisso. Poiché il Figlio di Dio ha rivestito la nostra natura umana, e solo l’uomo può prendere parte alla Sua sofferenza salvatrice. E’ per questo che Santa Teresa del Bambino Gesù dice che se gli Angeli potessero essere gelosi, essi lo sarebbero per la nostra capacità nel soffrire per e con Gesù. Egli ci fa credere in tutta confidenza che nel momento della prova e della croce, il Padre accorrerà in nostro aiuto col soccorso degli Angeli. Poiché, dopo la tentazione nel deserto, gli angeli si avvicinarono al Signore per servirlo, e durante la Sua agonia nel Monte degli Ulivi, un Angelo inviato dal Padre Gli portò il calice del conforto. L’intercessione di Maria e degli Angeli ci è acquisita in ogni modo, dalla missione che essi hanno ricevuta da Dio. Ciò nonostante, è importante ricorrervi noi stessi, non fosse altro che per aprirci. Sant’Alfonso dei Liguori insegna che imparare a chiedere è la prima grazia, quella che precede tutte le altre. Chiedere rende umile. E più noi cerchiamo umilmente soccorso, più efficace e più abbondante sarà la grazia. “Un povero ha gridato, Yahvé ascolta, da tutte le sue angosce egli lo salva. L’Angelo di Yahvé si accampa attorno ai Suoi fedeli e li libera”. Preso in mano dall’Angelo, noi impariamo la scienza della croce in questa 3^ direttiva fondamentale dell’espiazione, vale a dire che l’amore che soffre è la più grande forza, la sola che possa intraprendere la raccolta di Dio e portare alla vittoria. Gli Angeli desiderano in modo del tutto speciale insegnarci a pregare e ad offrire dei sacrifici per i sacerdoti, poiché le grazie trasmesse dal sacerdozio sono superiori a tutto ciò che un Angelo può dare. 4. Assistenza nella missione ed il compito personale nella Chiesa: Perché gli Angeli desiderano una alleanza Gli Angeli non furono creati solamente per se stessi, ma anche per il sevizio degli uomini (Col 1, 16). I Santi Angeli hanno accettato questa verità con umiltà all’alba della creazione, il che li ha resi simili al Figlio di Dio che è venuto per servire e donare la Sua vita in riscatto per una moltitudine (Mt 20, 28) ed essi “lo accompagnano nella Sua missione redentrice presso gli uomini” (Giovanni Paolo II Udienza generale del 30.7.1986). E’ il decreto della Provvidenza quello di unire tutto in Cristo (Ef 1, 10 & Col 1, 20) che li spinge a fare alleanza con noi. Unirsi a noi è una gioia per gli Angeli, per noi una grazia, quella di condividere con essi amore e lode di Dio. Ringraziamo la Divina Provvidenza che nella metà del ventesimo secolo ha voluto che nella Chiesa Cattolica sorgesse tramite Gabrielle Bitterlich l’Opera degli angeli. di Don Marcello Stanzione |
< Prec. | Pros. > |
---|