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La Chiesa non dà indicazioni politiche, ma pastorali. Prima conferenza stampa dell'Assemblea PDF Print E-mail
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La Chiesa non dà indicazioni politiche, ma pastorali. Prima conferenza stampa dell'AssembleaI vescovi italiani non vogliono farsi strattonare nelle vicende private del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Mariano Crociata, segretario della Cei, incalzato dai giornalisti su una questione morale nella politica italiana (con particolare riferimento ai casi Mills e Noemi Letizia), prima ha spiegato che “il richiamo alla responsabilità degli adulti” fatto dal presidente dei vescovi Bagnasco nella prolusione all’assemblea generale della Cei, vale per tutti, “non può essere sottovaluto o evaso”, ma nemmeno “strumentalizzato a livello di cronaca quotidiana”. E poi, quando gli viene richiesto di entrare più nello specifico, spiega: “Se proprio vogliamo parlare di questione morale, ieri come oggi in Italia di questioni morali ce ne sono tante: la nostra attenzione è tenerle vive tutte, non andando ad esprimere giudizi ad ogni piè sospinto su quello e quell’altro. Ognuno ha la propria coscienza, la propria capacità di giudizio”.
È la prima Conferenza Stampa ...

...  dell’Assemblea Generale della Cei. Lunedì, il presidente Bagnasco aveva indicato la direzione: crisi economica, immigrazione, attenzione per i lavoratori. La prossima domenica, ci sarà la Colletta Nazionale, che andrà a finanziare il Prestito della Speranza, l’iniziativa della Cei per le famiglie in difficoltà. Monsignor Crociata è attento a distinguere le indicazioni dei vescovi dalla politica. “Le nostre valutazioni e i nostri interventi – dice - nascono dalla preoccupazione e dallo sguardo sulla realtà sociale, con una premura che è di tipo pastorale: noi non siamo un soggetto politico che deve dare patenti o riconoscimenti a nessuno. Siamo un soggetto pastorale, che, se coglie i problemi, li segnala cercando di mettersi in gioco e sforzandosi di fare la sua parte”. Insomma, la Chiesa vede la crisi, cerca di aiutare a superarla, “ma con questo – spiega monsignor Crociata – non vogliamo dire che il governo non ha fatto nulla: sarebbe una menzogna o una strumentalizzazione scorretta. Se ha fatto la sua parte, lo giudichi politicamente chi fa politica. Poi, se chi di dovere ritiene di aver fatto il meglio, noi siamo contenti”.

E se, ad esempio, la proposta di moratoria dei licenziamenti, avanzata dal ministro del Lavoro Sacconi, si concretizzasse, “non potrebbe che vederci contenti e soddisfatti”. È la linea segnata dal cardinal Bagnasco nella sua prolusione all’assembla generale, e ribadita dal suo intervento ieri all’incontro di Confcooperative a Roma. “Un po’ meno profitto, più posti di lavoro”, ha detto il presidente della Cei.


Questione immigrazione: nei giorni scorsi, da parte di più associazioni cattoliche (Migrantes, Caritas) si erano levate critiche al ddl sicurezza in discussione, in particolare per quanto riguarda la parte che prevede la permanenza dei clandestini fino a 6 mesi nei centri di accoglienza, la non possibilità di sposarsi e i respingimenti, sui quali monsignor Arrigo Miglio, presidente della Commissione Affari Sociali della Cei, aveva avuto parole durissime. Monsignor Crociata sottolinea che “la bussola è la difesa della dignità di ogni essere umano” e plaude agli emendamenti proposti per la discussione al Senato dalle associazioni cattoliche.

Infine la questione morale, che Crociata inquadra nello scenario dell’emergenza educativa, un dibattito “caldo” tra i vescovi da moltissimo tempo. L’educazione dei giovani, spiega Crociata, non può proseguire a parole, ma anche attraverso i modelli. “Ragazzi e giovani – osserva monsignor Crociata – sono scoraggiati nella loro disponibilità a voler assumere un impegno positivo da esempi, modelli e discorsi che distolgono e allontanano”. Da parte degli adulti, continua, vi è talvolta “un perseguire cinicamente i propri scopi personali, incuranti degli effetti immediati o indiretti che tali atteggiamenti producono. E ciò vale per tutti, in rapporto alla diversa visibilità di ciascuno”.

Il dibattito sull’emergenza culturale andrà avanti a oltranza, mentre ieri sera i vescovi hanno saltato la tradizionale cena con il nunzio in Italia Bertello, per devolvere il denaro in solidarietà ai terremotati dell’Abruzzo e al fondo Cei per le famiglie bisognose.

di Andrea Gagliarducci

 
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