Criteri di base per presentare la figura dell'Arcangelo Michele |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions La figura dell’arcangelo Michele è assai grandiosa e affascinante, per cui posso solo balbettare qualche aspetto di una figura celeste così sublime, quindi sono consapevole di non essere assolutamente esaustivo, ma offrirò solo alcuni spunti per la nostra meditazione personale. Prima però è necessario qualche premessa: Anzitutto l’arcangelo Michele non agisce da solo, egli viene presentato come il Capo delle milizie celesti, per cui un discorso su San Michele ingloba anche un discorso sugli angeli e prima ancora presuppone un discorso su Dio, in quanto essi si muovono solo su comando di Dio. Inoltre, oltre che con gli angeli, Michele agisce anche e attraverso gli uomini e le donne di buona volontà, per cui un discorso su San Michele in cui non vi sia il polo di riferimento umano, che è formato dai membri della chiesa, è estremamente incompleto. Infatti, oggi si parla molto degli angeli ma si corre il rischio di farne un pantheon di esseri alati che non hanno ... ... alcun contatto né con Dio né con la Chiesa cristiana quando invece, come ben risulta dal Libro degli Atti degli Apostoli, gli angeli sono servitori di Dio e servitori degli uomini che si fanno a loro volta servi in Dio. Io parlo degli angeli secondo la dottrina bimillenaria della Chiesa che è frutto non solo di speculazioni intellettive di grandi menti (Agostino, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Suarez, Cardinale Newmann), ma anche frutto di esperienze con l’altra dimensione di numerosi mistici (es. Teresa d’Avila, Francesco d’Assisi, Padre Pio da Pietrelcina, ecc…). Ribadisco ancora che io parlo di questi spiriti secondo la dottrina cristiana e non secondo altre dottrine di tipo New Age, New Ext, esoteriche, cabalistiche, occultistiche, ecc. che conosco per averle studiate e dove certamente non manca qualche spunto interessante ma siccome una delle funzioni dell’arcangelo Michele è quella del discernimento tra il bene ed il male, ne prendo le distanze. La Chiesa fa un discorso sugli angeli come nostri amici e fratelli maggiori che ci aiutano a raggiungere il vero obiettivo per cui Dio ci ha fatti nascere sulla terra: la nostra santificazione personale e comunitaria. Dio non ci ha dato solo dei genitori, una moglie oppure un marito, dei figli, dei fratelli, un parroco… ma ci ha dato anche l’angelo custode. Da tempo io propongo la spiritualità dell’unione angelica, cioè il convivere in un modo più consapevole con il proprio angelo custode in un cammino di crescita spirituale che non è generico o campato in aria, ma è secondo la sperimentata dottrina spirituale della Chiesa, cioè un cammino nutrito dalla meditazione sulla Parola della Bibbia, con la frequenza assidua ai Sacramenti (l’Eucarestia, almeno domenicale, la confessione periodica, la preghiera con il Santo Rosario, la Corona Angelica, i pellegrinaggi, ecc. …). Fatte queste premesse, occorre presenterare la figura e la missione di San Michele attraverso almeno sei vie o criteri ermeneutica di base: La prima via è ciò che la Sacra Scrittura dice di San Michele nell’Antico e nel Nuovo Testamento; La seconda via è quella della dimensione cosmica, ossia nel creato ci sono dei “segni sacri” che l’uomo saggio, a prescindere da una rivelazione scritta, può riconoscere e trova, in tali “segni del creato”, indirettamente il senso della sua missione sulla terra. La festa liturgica cattolica latina di San Michele cade il 29 settembre e faremo quindi qualche riflessione sull’equinozio di autunno; La terza via è quella della creatività artistica, cioè l’iconografia dell’arcangelo e, attraverso qualche particolare rappresentazione dell’arcangelo, riceveremo ulteriori luci sulla sua identità; la quarta via è quella esperienziale, analizzare cioè il rapporto tra San Michele e alcuni grandi uomini dell’umanità. Una quinta via liturgica, cioè come San Michele viene presentato nel culto e nella liturgia cristiana, cioè come moltitudini di credenti lungo i secoli si sono, nelle loro preghiere, comunitarie e personali, rivolti all’Arcangelo; la sesta “via” riguarda i siti micaelici, cioè le chiese, i santuari, le grotte, le torri, dove si è sviluppato il suo culto. di don Marcello Stanzione |
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