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L'Angelo del Portogallo e gli Angeli delle Nazioni PDF Print E-mail
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L'Angelo del Portogallo e gli Angeli delle NazioniFin dalla sua prima apparizione, l’angelo si presenta come il protettore del Portogallo e tra l’altro dice ai tre pastorelli: “ In tutti i modi possibili, offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirerete così sulla vostra patria la pace. Io sono il suo Angelo custode, L’Angelo del Portogallo”. La devozione dei cattolici  portoghesi verso l’Angelo della loro nazione è una devozione loro caratteristica. Il 5 febbraio 1590, papa Sisto V accordò un Ufficio liturgico in onore dell’Angelo Custode del Regno del Portogallo e delle sue colonie e, ancora oggi, nei paesi di lingua portoghese, tale ricorrenza è festeggiata il 10 giugno, col permesso di papa Pio XII che l’ha ripristinata. L’idea degli angeli protettori delle nazioni è presente sia nella bibbia sia nella teologia cattolica.  Secondo San Tommaso né l’uomo né nessun altra cosa possono rimanere completamente al di fuori del governo della Divina Provvidenza. ...  

...  Questo principio fondamentale venne applicato da alcuni dei primi scrittori e Padri Cristiani, in maniera abbastanza esagerata, tale da richiedere un particolare angelo per ogni cosa in questo mondo: tutti gli elementi, le stelle del cielo, ogni cosa vivente, inclusi gli insetti. Origene nega invece l’influenza dei demoni su tutte le cose che noi cristiani utilizziamo, mai gli ammette una corrispondente influenza e protezione di custodi invisibili, che egli successivamente chiama angeli divini: “Noi dunque dobbiamo rispettare non solo i frutti della terra, ma anche ogni ruscello che scorre e ogni soffio d’aria, perché il terreno produce quelle cose che si dice crescano naturalmente, perché l’acqua zampilla nelle fontane e rinfresca la terra con i suoi ruscelli, perché l’aria è pura, e supporta la vita di coloro che la respirano, solo grazie all’azione e al controllo di alcuni esseri che chiamiamo custodi invisibili, ma neghiamo che questi agenti invisibili siano demoni.” San Tommaso e gli Scolastici rifiutano questa opinione considerata esagerata, ma essi ammettono che probabilmente c’è un angelo per ogni specie di cose viventi, oltre all’uomo, perché secondo la stessa Provvidenza è la specie che è destinata a sopravvivere e continuare all’infinito; perciò essi pensavano che occorreva una protezione speciale. “Tutti gli angeli ai quali sono affidate le cose puramente corporali sembra che appartengano al Coro delle Virtù; anche i miracoli spesso accadono per mezzo del ministero di questi stessi angeli.”

Poiché gli angeli sono ministri della Divina Provvidenza in questo mondo, sembra che non solo la vita e l’esistenza degli esseri umani individuali dovrebbe essere affidata alla loro protezione ma anche quella delle nazioni, città, chiese e comunità.

La versione Septuaginta del Deuteronomio,  32,8 dice: “Quando l’Altissimo divise le nazioni, come ha separato i figli di Adamo, egli stabilì i confini delle nazioni secondo gli angeli di Dio,” (la Vulgata dice: “Egli stabilì i confini del popolo secondo il numero dei bambini di Israele”), deve aver fornito agli scrittori greci cristiani il solido fondamento per credere che le nazioni e le città, oltre agli individui si trovano sotto la protezione degli Angeli Custodi. Dunque, tra gli altri, Clemente d’Alessandria: “I Reggimenti degli Angeli vengono distribuiti sulle nazioni e sulle città e alcuni vengono assegnati agli individui.” Tuttavia, nella visione del profeta Daniele troviamo una base più solida per questa verità. In questa visione il profeta rivela che tre nazioni, gli Israeliti, i Persiani, e i Greci, avevano ognuno un protettore nazionale o Angelo custode che egli chiamano principe.

Questo nome probabilmente implica che l’angelo custode nazionale appartiene al coro più alto della gerarchia minore (Principati, Arcangeli, Angeli), il coro dei Principati, o più probabilmente che essi sono Arcangeli; inoltre in qualità di custodi delle nazioni essi vengono chiamati principi. Questo è certamente il caso dell’Arcangelo Michele che Daniele chiama Principe della nazione ebraica: “Sai tu perché io sono venuto da te?” chiede l’Arcangelo apparso al profeta Daniele, “Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità: nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe” Questo angelo che parlò a Daniele era probabilmente l’Arcangelo Gabriele. Egli dice che sta andando a combattere contro il principe di Persia, ciò significa che egli sta andando a combattere contro l’angelo custode nazionale della Persia. Uscendo egli vide venire l’Angelo Custode nazionale della Grecia, ma sembra che egli non si aspetta di ottenere aiuto da lui. L’unico che l’avrebbe aiutato e assistito nella sua battaglia santa era San Michele Arcangelo, l’angelo custode della nazione ebraica di quei tempi. Questa importante rivelazione fatta da uno dei maggiori spiriti celesti, l’Arcangelo Gabriele, ci dovrebbe sconcertare un poco.

Dopo tutto come possiamo riconciliare la carità, l’armonia e la pace esistente tra gli spiriti celesti combattendo e facendo guerre, che implicano inimicizia e discordia. Inoltre non c’è dubbio che questo parlare di guerra e combattimento si riferisce all’amore e allo zelo per la salvezza del popolo affidato alla loro protezione. Ogni angelo protettore nazionale ricerca il vantaggio spirituale e la salvezza del popolo del suo territorio, come dovere affidatogli. L’Arcangelo Gabriele (che Daniele ha pregato per la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dei persiani in cui essi si trovavano) aveva assicurato l’assistenza dell’Arcangelo Michele, angelo custode nazionale della nazione ebraica, promuovendo la liberazione degli ebrei dalla schiavitù, ma egli aveva trovato un potente oppositore ai suoi sforzi nell’angelo custode nazionale o principe della Persia, che aveva resistito a tutti gli attacchi di Gabriele e di Michele con lo scopo di mantenere gli ebrei nella schiavitù più a lungo. Questo grande Angelo del popolo persiano, che era una nazione pagana che non credeva nel vero Dio, aveva notato le numerose benedizioni che la presenza di questi schiavi ebrei fedeli avevano procurato ai persiani, infatti molti di loro avevano trovato la strada della salvezza. Egli tuttavia desiderava che quelle benedizioni continuassero per il bene dei suoi assistiti, e resisteva con tutto il suo amore e la sua potenza agli sforzi degli altri angeli, che guardavano gli interessi delle loro nazioni. Fu una battaglia d’amore perfettamente compatibile con la pace e la carità. Ogni angelo sa cosa Dio vuole che egli faccia per il popolo del suo territorio, ma senza una rivelazione particolare egli non sa esattamente cosa Dio si aspetta dall’angelo di un’altra nazione, ecco le loro differenze. Inoltre, tutte le loro missioni vengono compiute con grande fermezza e reciproco amore – per la gloria di Dio e la pace degli uomini. Il profeta Daniele usa qui un linguaggio di guerra e di contesa per esprimere l’ardente zelo e l’interesse mostrati da questi angeli nel compimento del loro dovere, come spiriti protettori nazionali.

Se le nazioni pagane del passato, come la Persia e la Grecia, erano sotto la protezione di un angelo, tanto più dovremmo aspettarci tale protezione sulle nazioni cristiane. Dunque San Giovanni Damasceno, riassumendo l’opinione dei Padri, suoi predecessori, scrive: “Essi (di angeli) proteggono anche parti di questa terra; essi presiedono sulle nazioni e sulle regioni, come è stato loro comandato dal supremo creatore.” Se le unità civili e politiche, come città e nazioni godono del privilegio di un Angelo Custode, le unità ecclesiastiche come diocesi, parrocchie, Chiese richiedono una simile protezione, per la semplice ragione che esse sono parti e unità integrali del regno di Dio qui sulla terra. Scrivendo alle sette Chiese dell’Asia Minore, all’inizio della sua Apocalisse, a San Giovanni Evangelista viene ordinato di indirizzare i suoi messaggi ai sette Angeli delle sette chiese: “Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese. Le sette lampade sono le sette chiese.” È vero che la comune interpretazione ritiene che il messaggio sia indirizzato al vescovo locale, quale angelo di ognuna delle sette chiese. Sebbene venga inteso il vescovo, è davvero al locale angelo custode, testimone della condotta del vescovo e protettore di quella chiesa, che è indirizzato il messaggio. Infatti, se “le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese” come possiamo chiamare stella il vescovo della chiesa di Sardi al quale viene detto: “conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto”; o quale stella splendente era il vescovo della chiesa di Laodicea, che il Signore “rigettò”, perché era malvagio, miserabile, povero, cieco e nudo. Le sette stelle erano dunque i sette angeli custodi di quelle sette chiese, attraverso i quali e nel cui nome veniva riferito al rispettivo vescovo ciò che il Signore pensava di lui e quello che si aspettava da lui. Crediamo tuttavia che questi testi dei primi tre capitoli dell’Apocalisse, sono un classico esempio di questa verità, e un fondamento solido in favore della dottrina che stiamo presentando. L’Angelo della chiesa è un angelo vero, il custode celeste e il protettore di quella comunità che il ministro umano, vescovo o sacerdote, dovrebbe imitare, e che egli dovrebbe pregare con il suo gregge.

Altri riferimenti a questa categoria di angeli custodi si trovano nella profezia del profeta Zaccaria quando egli scrive: “E io domandai: che significano queste cose mio Signore? E l’Angelo che parlava con me mi dispose: io ti indicherò ciò che esse significano. E l’uomo (un angelo in forma umana) che stava fra i mirti prese a dire: essi sono coloro che il Signore ha inviato a percorrere la terra. Essi allora si rivolsero all’angelo del Signore che stava fra i mirti e gli dissero: abbiamo percorso la terra ed è tutta tranquilla. E l’angelo del Signore disse: Signore degli eserciti, fino a quando rifiuterai di aver pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda contro le quali sei sdegnato? Sono ormai settant’anni.” L’uomo che si trovava fra gli alberi di mirto, e che viene chiamato successivamente Angelo, era l’angelo custode nazionale degli Ebrei, l’Arcangelo Michele. Egli è l’unico che sta pregando il Signore degli eserciti di essere misericordioso con Gerusalemme e le città di Giuda che sono state in uno stato di desolazione per settanta anni. Come adempie bene la sua missione di protettore nazionale e intercessore per il popolo affidato alla sua protezione questo principe delle armate celesti! Alla stessa categoria appartengono quegli altri angeli menzionati in questa profezia: “Quelli che il Signore ha mandato a percorrere la terra”. Anche questi erano custodi di territori, nazioni i popoli, ecco dunque il loro interesse per il fatto che la terra era tranquilla.

La visione che San Paolo ebbe di un misterioso uomo della Macedonia “che gli stava davanti e lo supplicava” di passare in Macedonia e aiutarli, viene comunemente considerata la visione dell’Angelo Custode del paese e del popolo macedone. La prontezza con cui Paolo ubbidì a quella chiamata mostra che e egli doveva essere convinto che il macedone che gli era apparso era effettivamente un messaggero di Dio, un angelo: “Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamato ad annunziarvi la parola del Signore.”

San Tommaso, con altri teologi, è dell’opinione che le persone pubbliche, come i capi delle nazioni, i governatori di stati o di grandi comunità sia civili che ecclesiastiche, come i vescovi ordinari, gli abati, ecc., oltre al proprio angelo custode ricevuto alla nascita, ricevono un ulteriore Angelo, quando essi assumono le responsabilità di un tale officio, che li assisterà nel governo e nell’amministrazione del popolo affidato loro.

Come la Sinagoga del passato, così la Chiesa di Dio (la nostra Madre Chiesa che è il regno di Dio sulla terra) è sotto la protezione degli Angeli Custodi; e San Michele Arcangelo è il protettore celeste del popolo cristiano come lo era stato del popolo ebraico nel Vecchio Testamento. “O Madre Chiesa” scrive San Bernardo, “i tuoi custodi sono i Santi Angeli!” Egli credeva anche che ogni edificio cristiano, ogni chiesa o cappella dove si tenevano funzioni divine fossero sotto la protezione dei santi angeli. San Paolo si riferisce alla presenza degli Angeli nelle assemblee cristiane di preghiera nelle nostre chiese, quando egli chiede che tutte le donne cristiane si coprano il capo in tali posti “per rispetto agli angeli”. 

di don Marcello Stanzione

 
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