San Giuseppe Lavoratore |
Dio, nei disegni pieni di saggezza della sua Provvidenza, ha voluto nascondere quello che riguardava questo Santo “che non ha uguali e non ne avrà mai” nella Chiesa primitiva, perché era necessario, prima di tutto, stabilire la legge della grazia e pubblicare il Vangelo. Senza dubbio, questo non era incompatibile, ma lo spirito umano, pieno di ignoranza, poteva ricevere dei turbamenti, in un tempo in cui la fede nell’Incarnazione era ancora debole ed i precetti della nuova Legge, come nella culla. Ma, infine, i tempi felici sono giunti in cui Dio si compiace nel manifestare la gloria del glorioso sposo di Maria e del Padre putativo di Gesù. La devozione a San Giuseppe ha visto la nascita, come quella del Sacro Cuore, in Francia. E’ la Provenza che, almeno per l’Occidente, la vide uscire dal suo seno. Essa si innalzò da una Confraternita nella città di Avignone. Da lì, il culto di San Giuseppe si espande poi nella Chiesa universale. Gerson fu il teologo di questa devozione, ... ... Santa Teresa d’Avila ne fu la Santa e San Francesco di Sales la diffuse in mezzo al popolo. I Carmelitani e i Gesuiti l’accolsero. Le Anime contemplative ne fecero il loro cibo, il popolo dei lavoratori vi si legò, i giovani ed i vecchi la adottarono. San Sulpicio, accettandola, la fece penetrare nel clero secolare. Così la bella devozione a San Giuseppe ha attirato a sé, in questi ultimi secoli, gli Ordini religiosi e le innumerevoli Congregazioni specie di suore ; i grandi ed i piccoli, i giovani e gli anziani, gli ecclesiastici ed i laici, le scuole e le Confraternite, gli ospedali, gli asili ed i penitenziari. Questa memoria di san Giuseppe Lavoratore sostituisce ora alla data del Primo maggio, fissata dal papa Pio XII nel 1955, la precedente festa di san Giuseppe patrono della Chiesa universale del 1870, che già Pio IX aveva precedentemente esteso come festa del patrocinio di san Giuseppe. La festa odierna come inaugurazione del mese devozionale dedicato alla Madonna, invita i fedeli a cristianizzare la festa del lavoro. di don Marcello Stanzione |
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