Il Papa andrà in Abruzzo il 28 aprile |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Benedetto XVI andrà a visitare i terremotati d’Abruzzo il 28 aprile. La data è ufficiale, e anche l’itinerario è stato svelato ieri dalla Sala Stampa Vaticana: prima passerà dalla tendopoli di Onna, dove le persone hanno perso tutto, e poi si raccoglierà in preghiera davanti alla Casa dello Studente, dove molti giovani sono morti. Benedetto XVI ha spiegato al Capitolo Francescano, ieri accolto a Castel Gandolfo nell’Ottocentesimo della Fondazione, “ben più grave” dei danni materiali prodotti dal terremoto è la “rovina” delle persone e delle comunità. Non solo di chi è morto, ma anche di chi resta. E, forse, allude anche alla rovina “morale” di chi non ha saputo prevenire. Lo possono far pensare le parole del cardinal Bertone, segretario di Stato Vaticano, che, parlando della visita del Papa, è intervenuto con un chiaro riferimento alle polemiche sulla sicurezza degli edifici crollati. “La parola di Dio – ha detto Bertone – dà la possibilità di costruire la nostra casa ... ... sulla roccia e non sulla sabbia, ed abbiamo potuto vedere che cosa ha portato la sabbia nella città dell’Aquila”. Per Bertone, il Papa in Abruzzo darà “un grande segno di speranza”, l’invito a trovare la forza di reagire, “una spinta alla capacità di ricostruire con l’aiuto del Signore e la solidarietà di tante persone buone”. La visita di Benedetto XVI durerà mezza giornata: arriverà intorno alle nove e mezza del mattino nella tendopoli di Onna; poi si sposterà all’Aquila, dove farà tappa presso la Casa dello Studente e la Basilica di Collemaggio; infine, incontrerà alcune rappresentanze della popolazione e delle persone impegnate nelle operazioni di soccorso nella Caserma della Guardia di Finanza. Durante gli spostamenti in elicottero, il Papa potrà vedere dall’alto le rovine del terremoto. La visita era stata preannunciata dallo stesso Pontefice, che subito dopo il terremoto aveva espresso il desiderio di portare personalmente solidarietà alle vittime. L’impegno del Papa non è mai mancato in questi giorni: ha chiamato personalmente il vescovo dell’Aquila Molinari, ha inviato un assegno “importante” per aiutare la ricostruzione, ha Pasqua ha disposto che venissero distribuite ai bambini delle tendopoli cinquecento uova, rivolgendo i primi auguri. E il pensiero per le vittime del terremoto il Papa lo ha avuto anche incontrando i rappresentanti di tutti gli ordini francescani, nell’Ottocentesimo della loro fondazione. Ad Assisi, il terremoto che colpì l’Umbria fece crollare per intero la volta della Chiesa di San Francesco. Il Papa lo ha ricordato ai francescani. “Nei giorni scorsi – ha detto il Pontefice – il terremoto che ha colpito l’Abruzzo ha danneggiato molte chiese, e voi di Assisi sapete bene cosa questo significhi. Ma c’è un’altra rovina, che è ben più grave: quella delle persone e delle comunità”. Il Papa esorta i frati a “continuare a riparare la casa di Cristo”. E ricorda che San Francesco avrebbe potuto rimanere fuori dalla Chiesa, ma cercò l’approvazione del Papa, rivelando “il suo autentico spirito ecclesiale”. Forse è un allusione alle contestazioni che sono venute da dentro alla Chiesa all’operato del Pontefice, in particolare riguardo la revoca della scomunica ai lefevbriani. “Molti gruppi e movimenti religiosi – ricorda il Papa - si andavano formando a quell’poca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione. Francesco pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del vescovo di Roma.”. di Andrea Gagliarducci |
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