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Gli Angeli dei soldati al Meeting Angelologico del 1 e 2 Giugno 2009 a Camapagna (SA) PDF Stampa E-mail

Gli Angeli dei soldati al Meeting Angelologico del 1 e 2 Giugno 2009 a Camapagna (SA) Sant’Ignazio di Lodola era un militare convertito che creò la Compagnia di Gesù dotandola di un sano spirito militare al servizio della Chiesa. Parlare di militari, di poliziotti e di angeli può sembrare ridicolo oppure anacronistico, eppure l’affermazione dell’universale vocazione alla santità costituisce uno dei capisaldi dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II. La specifica condizione della vita militare è dunque sia “luogo” sia strumento di possibile santità, per cui il magistero dei papi nelle frequenti catechesi a militari di carriera oppure a giovani di leva addita chiaramente questa meravigliosa possibilità evangelica insita nella loro condizione di vita. E in due millenni di storia cristiana i santi militari canonizzati sono centinaia. Pensiamo alle parole che ogni volta ripetiamo avvicinandoci alla santa comunione eucaristica: “Io non sono degno…”, ebbene esse sono parole di un militare, di un centurione romano che così ha espresso la sua grande fede in Cristo. ...

...  Se prendiamo il libro degli Atti degli apostoli, è significativo che il primo convertito sotto l’influsso dello Spirito santo sia stato un militare, un centurione romano di nome Cornelio. La coincidenza tra le molte virtù degli angeli e molte di quelle richieste ai militari e ai poliziotti mi hanno  dato lo spunto per il tema di questa quinta edizione del meeting sugli angeli 2009 che si terrà a Campagna in provincia di salerno  presso la Parrocchia di santa Maria La Nova il 1 e 2 giugno 2009. Per ogni autentico cristiano la vita è un arduo combattimento: “Militia super terram vita hominis est” dice il pio Giobbe. Con l’aiuto e l’assistenza degli angeli buoni, il vero cristiano combatte contro il peccato e quegli “spiriti del male” che lo fomentano. Ma poiché, socialmente parlando, il peccato si diffonde solo se posto in essere dai malvagi, il soldato ed il poliziotto( soldato interno) devono combattere anche contro i peccatori: l’ingiusto aggressore nel caso del primo e il delinquente trasgressore in quello del secondo.

Il coraggio, lo sprezzo delle fatiche e dei pericoli, l’obbedienza al superiore, la disciplina, il dominio di se, il lavoro di squadra, le ritualità, le gerarchie sono sia virtù richieste che aspetti comuni sia agli angeli che ai militari e ai poliziotti degni di tale nome…In un clima culturale ancora molto impregnato di antimilitarismo e pacifismo buonista di principio, vi sono molti che ritengono incompatibile con la professione delle armi il messaggio del vangelo e la dottrina cattolica in generale. La “militia”, come direbbero gli antichi romani, rappresenta purtroppo nell’immaginario collettivo di tanti, solo un simbolo di ferocia violenza e di morte mentre l’annuncio di Gesù promette invece amore e pace. Superficialmente l’osservazione può apparire giusta e c’è stato chi nel 2000 ha criticato la giornata del giubileo dedicata dal papa ai militari di tutto il mondo. Ci chiediamo ma l’esercizio della fede cattolica e l’esercizio delle armi sono così estranei, oppure sono caratterizzati entrambi da alcune scelte personali che impegnano per la vita in quanto consacrate da un giuramento e che poi si esplica in una vita di disciplina, obbedienza, servizio e sacrificio? Come bene osserva il prof. Pietro Pastoretto, l’obiezione più ovvia a tale discorso potrebbe essere quella che un cristiano autentico fa una scelta di carità, cioè di donazione agli altri fratelli, e rifiuta a priori la violenza porgendo l’altra guancia; il militare al contrario è colui che implicitamente, indossando una uniforme che lo distingue dal cittadino comune, si dichiara disposto ad uccidere.

Ma c’è un secondo aspetto della vita dei soldati è anche dei poliziotti: essi sono anche pronti, in qualsiasi momento, a farsi uccidere per il proprio paese o per tutelare la legalità. Ciò implica una forte testimonianza di vita che nella terminologia specifica della Chiesa Cattolica, che pur definisce se stessa militante, viene indicata con il termine martirio, un sostantivo derivato dal greco, e indicante virtù eroica al massimo livello in alcuni santi. Anche il Vaticano ha i suoi poliziotti e protettore della gendarmeria vaticana è l’arcangelo san Michele. Nell’Osservatore romano dell’8 giugno 2008, a p. 8 si può leggere l’intervista di Mario Ponzi al comandante dei gendarmi: “Cosa significa essere gendarme in Vaticano?” Risposta: “Per far comprendere il senso del nostro servizio, mi piace riferirmi alla preghiera che ha appositamente composto per noi il nostro cappellano, monsignor Giulio Viviani, e che solitamente ripetiamo negli incontri spirituali, laddove essa recita: “Dio di immensa bontà, rendici sempre più degni e validi cooperatori dei tuoi angeli nel nostro servizio a protezione e custodia del successore di Pietro e della Sede Apostolica. Il tuo arcangelo Michele, difensore degli amici di Dio sia con noi per salvarci dalle insidie del male”. Per carità, non voglio dire che siamo o ci sentiamo degli angeli! Molto più umilmente vogliamo conformare la nostra missione a quella propria degli angeli, chiamati a custodire e a proteggere. Il Papa prima di tutti.”

di don Marcello Stanzione

 
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