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Gli Angeli nella liturgia del tempo Pasquale PDF Stampa E-mail

Gli Angeli nella liturgia del tempo PasqualeSant’Agostino nel Sermo 341, forse meglio di ogni altro ha espresso l’intima unità del mondo angelico e del mondo umano nel quadro generale della città di Dio; intima unità di cui la nostra liturgia di quaggiù è tutta compenetrata quale anticipazione, sotto il velo del mistero, della liturgia cosmica della Gerusalemme celeste: “ Tutti assieme siamo membri di Cristo e suo corpo. Non solo noi che siamo presenti in questo luogo, ma per tutta la terra. E non solo noi che viviamo in questo momento. Che dire? Da Abele il giusto, sino alla fine del mondo, fintanto che gli uomini generano e sono generati, ogni giusto che passa per questa vita, ogni giusto che è attualmente in non solo in questo luogo, ma in questa vita, ogni giusto che nascerà, tutti assieme sono il corpo di Cristo; ognuno di essi è membro di Cristo. Se tutti sono corpo e ognuno è membro, vi è anche il Capo di questo corpo. Egli è capo del corpo della Chiesa, dice la scrittura, il primogenito, che tiene ...

... in tutto il primo posto. E’ poiché di Lui è anche detto che è sempre il capo di ogni principato e potestà, questa Chiesa che ora è pellegrina si unisce a quella Chiesa celeste dove gli angeli sono i nostri concittadini.. Così si fa un’unica Chiesa, la città del gran Re”. Dunque la Chiesa pellegrina si unisce a quella chiesa celeste dove gli angeli sono i nostri concittadini, e i giusti ci hanno preceduto e così si fa un’unica Chiesa. Questo non avverrà non solamente nella Gerusalemme celeste, ma avviene già ora realmente sulla terra. Il momento ed il luogo dove ciò principalmente avviene, è appunto la celebrazione liturgica dove, al sommo grado quaggiù, si verifica tale unione tra i celesti e i terrestri.

Perché in tutta la liturgia, come affermava san Gregorio Magno, in modo particolare durante la Messa, le infime cose si associano alle somme, le terrene si congiungono con le celesti e del visibile e dell’invisibile si fa una cosa sola.  II tempo pasquale, che si estende dal Triduo pasquale fino alla domenica di Pentecoste, si può definire come il "tempo di un giorno unico prolungato, cioè senza tramonto”. Il papa Giovanni Paolo II il lunedì di Pasqua, 31 maggio 1997, durante il “Regina Coeli” parlò degli spiriti celesti ed affermò: “ Oggi è il lunedì di Pasqua, tradizionalmente chiamato lunedì dell’Angelo perché, nell’evento straordinario della risurrezione, gli angeli appaiono, accanto alle donne e agli apostoli, come significativi protagonisti. E’ proprio un angelo a rivolgere dal sepolcro vuoto il primo messaggio alle donne accorse per completare la sistemazione del corpo di Gesù.

Egli dice loro: “Non abbiate paura!”. Ed aggiunge: “Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. E’ risorto, non è qui”(Mc 16,16). Gli angeli, oltre che nella Risurrezione, sono presenti con discrezione in tutti i momenti più importanti della vita di Gesù. Ne annunciano la nascita (cfr Lc 22,43); alla fine dei tempi, staranno al fianco del Redentore al momento del Giudizio sulla storia e sul mondo (cfr Mt 13,41). Gli angeli dunque, sono al servizio dei disegni di Dio nei momenti fondamentali della storia della salvezza. Quali inviati di Dio, essi fungono da messaggeri della sua volontà redentrice. La loro presenza è vista dalla Scrittura e dall’interrotta fede ecclesiale come segno di uno speciale intervento della Provvidenza e come annuncio di realtà nuove, che portano con se redenzione e salvezza. L’odierna festa prolunga, perciò la gioia intensa della Pasqua.

La liturgia ripete: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo!”. L’annuncio pasquale, che il messaggero divino ha rivolto alle donne, viene ripetuto a ciascuno di noi dal nostro angelo custode: “ non temere! Apri il cuore a Cristo risorto”. Ponendo accanto a noi il suo angelo, il Signore intende accompagnare ogni momento della nostra esistenza con il suo amore e con la sua protezione, perché possiamo combattere la buona battaglia della fede (cfr 1 Tm 6,12) e testimoniare sena timore e senza esitazione la nostra adesione a Lui, morto e risorto per la nostra redenzione.

Invochiamo la Regina degli angeli e dei santi, affinché ci ottenga che, sorretti dal nostro angelo custode, sappiamo essere ogni giorno autentici testimoni della Pasqua del Signore”.  La presenza degli angeli in tutta la liturgia pasquale è continua, quasi quotidiana, infatti i brani evangelici di questo periodo liturgico ci conducono in un’atmosfera soprannaturale che supera ampiamente ogni aspettativa della mente e del cuore, in un clima di intensa gioia a cui gli angeli hanno dato l’avvio con la proclamazione dell’annuncio pasquale: “ E’ risorto…è risuscitato dai morti…lo vedrete” (Mt 28,6.7).Nel tempo pasquale, più volte i fedeli ascoltano l’espressione di san Paolo. “ Cercate le cose di Lassù” (Col 3,1): lassù “dove il Cristo è assiso alla destra di Dio”, dopo “avere ottenuto la sovranità sugli Angeli, i Principati e le Potenze”(1Pt 3,22).

Le antifone e le preci liturgiche di questo particolare tempo liturgico ci invitano a contemplare il Cristo Signore, che “regna glorioso nell’assemblea degli angeli e dei santi” ( seconda invocazione delle lodi nei mercoledì dell’ottava, della III e V settimana di Pasqua), “esaltato sopra tutti” (seconda antifona del Mattutino della VII domenica di Pasqua): è un richiamo a non dimenticare la nostra vera patria, la Chiesa trionfante a cui dobbiamo fin d’ora prepararci con l’aiuto degli angeli, i nostri futuri concittadini. Nelle letture liturgiche delle celebrazioni eucaristiche, tratte dagli Atti degli Apostoli, vediamo gli angeli che si impegnano insieme ai primi cristiani della Chiesa nascente alla diffusione del vangelo.

Gli spiriti celesti liberano gli apostoli dalla prigione e li esortano ad evangelizzare il popolo (cfr. At 5,17-20); apparendo in sogno a san Paolo lo supplicano di recarsi nella Macedonia per predicarvi la Parola di Salvezza (At 16,1-10). Sono queste tutte importanti testimonianze che attestano la verità di quanto enuncia con una domanda retorica, l’autore della lettera agli Ebrei: “Non sono essi (gli angeli) tutti Spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?” (Eb 1,14). La funzione ministeriale degli angeli si evidenzia al massimo nell’Apocalisse, la cui lettura continuata, nella liturgia delle Ore delle prime quattro settimane di Pasqua, ci pone innanzi una autentica epopea angelica rivolta al trionfo del bene e alla punizione del mondo di peccato da parte degli eserciti angelici del Cielo.

di Don Marcello Stanzione

 
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