Leone XIII e l'Arcangelo San Michele |
Il 20 febbraio 1878 al termine di un conclave durato solo 36 ore il cardinale Gioacchino Pecci fu eletto papa e prese il nome di Leone XIII ( 1810- 1903). Molte persone, oggi anziane, ricordano che, prima della Riforma liturgica del Concilio Vaticano II, il celebrante ed i fedeli si mettevano in ginocchio, alla fine di ogni messa, per recitare una preghiera alla Madonna ed una al Principe degli Angeli, scritta dal papa Leone XIII, che diceva: “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”. Uno dei segretari di Leone XIII, il padre Domenico Penchenino scrisse sull’origine di tale preghiera a San Michele: “Non ricordo l’anno preciso. Un mattino il grande pontefice Leone XIII aveva celebrato la Santa Messa e stava ... ... assistendone ad un’altra di ringraziamento, come al solito. Ad un tratto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fissare intensamente qualche cosa, al di sopra del capo del celebrante. Guardava fisso, senza batter palpebre, ma con un senso di terrore e di meraviglia, cambiando colori e lineamenti. Qualcosa di strano, di grande, avveniva in lui. Finalmente, come rinvenendo in sé, dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura e ansiosi gli dicono sommessamente: Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa? Risponde: Niente, niente. Dopo una mezz’ora fa chiamare il segretario della Congregazione dei Riti e, porgendogli un foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo avere a tutti gli Ordinari del mondo. Che cosa conteneva? La preghiera che recitiamo al termine della invocazione al Principe delle milizie celesti, implorando Dio che ricacci Satana all’inferno”. Il cardinale Nasalli Rocca, a tal riguardo, testimoniò: “Leone XIII scrisse egli stesso quella preghiera. La frase “i demoni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime” ha una spiegazione storica, a noi più volte riferita dal suo segretario particolare, mons. Rinaldo Angeli. Leone ebbe veramente la visione degli spiriti infernali che si addensavano sulla Città Eterna, e da quella esperienza venne la preghiera che volle far recitare in tutta la Chiesa. Non solo, ma scrisse di sua mano uno speciale esorcismo contenuto nel Rituale Romano. Questi esorcismi, egli raccomandava ai vescovi e ai sacerdoti di recitarli spesso nelle loro diocesi e parrocchie. Egli lo recitava spessissimo durante il giorno”. E’ triste dover constatare che proprio oggi, nel primo decennio del terzo Millennio, in un tempo in cui è più che mai urgente fare appello all’Arcangelo Michele in difesa della Chiesa contro i nemici diabolici all’interno o all’esterno di essa, vi è un grande decadimento della devozione a San Michele. Nel 1987 Giovanni Paolo II, in visita al santuario di San Michele Arcangelo, sul monte Gargano, ebbe a dire: “Questa lotta contro il demonio, che contraddistingue la figura dell’Arcangelo Michele, è attuale anche oggi, perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo. In questa lotta, l’Arcangelo Michele è a fianco della Chiesa per difenderla contro le tentazioni del secolo, per aiutare i credenti a resistere al demonio che come leone ruggente va in giro cercando chi divorare”. Nel 1994, il Papa ebbe a dire, riguardo alla famosa preghiera a San Michele: “Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo”. L’associazione cattolica “Milizia di San Michele Arcangelo” che ha la sua sede centrale presso la parrocchia di Santa Maria la Nova nel comune di Campagna in provincia e diocesi di Salerno in questi mesi ha spedito migliaia di cartoline al Santo Padre Benedetto XVI chiedendo umilmente al papa di indire un anno in tutta la Chiesa, in onore di San Michele e di rimettere in obbligo di nuovo dopo la Santa Messa l’invocazione di papa Leone XIII all’Arcangelo. ( Per informazioni sulle cartoline da inviare a Benedetto XVI telefonare a don Marcello Stanzione tel. Parrocchia 0828 44212 o cell. 333 63 00 481). Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |
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