Questione Lefebvre, il Papa chiarisce |
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... giravano già da tempo. Sarà Ecclesia Dei, che verrà collegata all’ex Sant’Uffizio, a occuparsi dello spinoso dialogo con i lefevbriani. “Non si può – dice il Papa riguardo il Concilio, mai accettato dalla Fraternità San Pio X – congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962, ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come difensori del Concilio deve pure essere richiamato alla memoria che il Vaticano II porta con sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive”. Il Papa poi risponde ad una domanda ricorrente: la revoca della scomunica era necessaria? Nel momento in cui Dio sparisce all’orizzonte, dice il Papa, “bisogna avere a cuore l’unità dei cristiani”, e quindi anche piccole e medie riconciliazioni sono una priorità per la Chiesa. “Può lasciarci totalmente indifferente – chiede il Papa – una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa”. E conclude: “A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno al quale non riservare alcuna tolleranza. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa - perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio, senza timore e riserbo”. di Andrea Gagliarducci |
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