E' nelle librerie "San Paolo il mistico degli Angeli" di Don Marcello Stanzione |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions “San Paolo il mistico degli angeli”,pp176 euro 9,00 edito dalla Gribaudi di Milano. Con questo testo il noto sacerdote salernitano offre in questo anno dedicato all’apostolo delle genti un’ottimo studio divulgativo sull’angelologia e la demonologia paolina. Secondo taluni, Paolo sarebbe l’inventore del cristianesimo. No, Paolo non è un genio teologico che avrebbe inventato il cristianesimo! La realtà è completamente diversa, è mistica. Saulo di Tarso è stato preso da Cristo risorto, rovesciato, atterrato, visitato da cima a fondo, ed egli ha ricevuto una straordinaria conoscenza del mistero di Dio. Egli dice la novità di Cristo nel linguaggio dell’epoca. Pietro, nella sua prima Lettera, riprende quel linguaggio e lo arricchisce qua e là; Giacomo entra nella stessa elaborazione dei linguaggio. Ma cosa ne sarebbe di Paolo se non vi fossero i Vangeli, particolarmente di quello di Giovanni, il discepolo benamato? Quest’ultimo esprimerà il mistero della fede in maniera mistica e storica, concisa e densa, ... ... vicina al messaggio diretto di Gesù. Tutti insieme gli autori del Nuovo Testamento ci dicono l’unico mistero cristiano. Certo l’unione a Cristo che Paolo ha vissuto così fortemente può essere considerato come un modello per i cristiani di oggi, poiché egli invita i lettori delle sue Lettere ad imitarlo, come lui stesso ha imitato Gesù. Come non ascoltare questo invito. Rimane ben certo che molti cristiani siano più in affinità con Pietro, altri con Giacomo, e taluni altri molto vicini a Giovanni. Imitare Paolo è rispondere all’appello apostolico che invia verso i non credenti, la maggior parte delle persone, con un’audacia ed una fede immensa. Ognuno deve consultare lo Spirito Santo per vedere in quale scia il Signore lo invita ad avanzare verso il regno promesso. Il rimbrotto degli Angeli, dopo l’Ascensione, agli Apostoli rimasti a “guardare il cielo”, non vale per San Paolo. E’ una lezione di apostolato, quella degli Angeli, per legare il loro messaggio su quello di Gesù, che li invia ad evangelizzare ed a salvare. E san Paolo non è stato meno protetto dagli spiriti celesti degli altri Apostoli. Al momento di una tempesta, allorché egli è sulla via di Roma su di una barca, un angelo gli appare e gli dona l’assicurazione che non accadrà loro alcun male, sia a lui che agli altri 275 passeggeri. Paolo, in piedi, annuncia: “Questa notte, un angelo di Dio si è presentato a me. Egli mi ha detto di non temere, che Dio ci accorda la vita di tutti quelli che sono su questa barca con me. Abbiate coraggio, amici miei: la mia fede in Dio mi assicura che tutto accadrà come vi ho detto”. E finalmente tutti si sono ritrovati sani e salvi sull’Isola di Malta. E’ con spirito di ringraziamento sincero a Don Marcello, dunque, che presento quest’ultimo lavoro letterario su San Paolo e gli Angeli, augurandogli i migliori successi letterari poiché la vendita e la lettura di questo libro comporta un’ulteriore conoscenza del messaggio evangelico, attraverso il ministero dei santi Angeli, a quanti si appassioneranno nel leggerlo e nel metterlo in pratica. San Paolo è stato cambiato dall’incontro, anche violento se vogliamo, con Gesù. Ebbene, gli angeli sono degli artisti della metamorfosi. Essi vogliono istruirci sul mistero della nostra metamorfosi, della nostra conversione. Se volgiamo rimanere viventi, dobbiamo cambiarci e migliorare costantemente. Colui che non cambia si pietrifica! L’angelo della metamorfosi, del cambiamento è lì per preservarci di agire verso di noi con troppa durezza. Molte persone pensano di dover assolutamente cambiare. Ora vi è spesso nel cambiamento durezza e rigetto di se stessi. Bisogna cambiare, poiché così come siamo non è bene. Occorre che ci sbarazziamo delle nostre tare: della nostra suscettibilità, della nostra angoscia, della nostra irascibilità. Questo modo di concepire il cambiamento poggia sull’idea che tutti i nostri difetti, tutti i nostri punti deboli siano cattivi. Quello che vuole l’angelo del cambiamento è farci comprendere che tutto in noi è buono, tutto ha diritto di esservi, nel proprio senso e significato, ma ha anche bisogno di essere trasformato. L’angoscia è una cosa buona. Se l’ammettiamo e la guardiamo in faccia, se andiamo fino in fondo alle cose, allorché può trasformarsi in un nuovo slancio vitale. L’angelo del cambiamento vuol darci il coraggio di guardare con mansuetudine tutto ciò che vi è in noi, poiché tutto in noi è materia grezza che non si augura che di trasformarsi, finché appaia, attraverso tutte le ombre, in una luce sempre più pura, l’immagine di ciò che siamo in verità. In questo san Paolo costituisce un modello da seguire, i chiarimenti verranno in seguito… Rammentiamo infine che, se talvolta, la strada degli angeli incrocia, in maniera concreta, quella degli uomini, questi celesti custodi hanno, prima di tutto, a cuore di accompagnare il cammino dei loro protetti nelle vie della perfezione. Essi procedono per ispirazioni, per volgere le anime verso il Sommo Bene e distaccarli così dal male: “Gli angeli suggeriscono delle immagini che rendono la verità divina più accessibile e comunicabile”. Il primo pericolo al quale gli angeli si sforzano di sottrarci è il peccato. Per questo, essi non hanno affatto bisogno di mostrarsi, basta loro illuminare la nostra coscienza sui nostri atti, e di pregare Dio affinché ci accordi, con la Sua grazia, la forza di resistere alla tentazione. Tale è la prima missione di quelli che noi chiamiamo, a giusto titolo, gli angeli custodi. Essi sono per noi dei protettori, la cui azione si estende in primo luogo a quello che è più caro al cuore di Dio: la nostra salvezza eterna. I loro interventi, per straordinari che siano, non possono comprendersi e leggersi che in questa prospettiva. La vita sulla quale essi hanno la missione di vegliare presso l’uomo è la vita della grazia, più che la vita biologica, e, prima di lottare contro la morte, essi si legano in qualche modo alla sua causa, il peccato. I loro sforzi mirano dunque, in primo luogo, nell’aiutarci a conservare il dono della grazia divina. Vi è là una pedagogia di rimessa in ordine delle realtà della natura umana, e del suo destino soprannaturale. In effetti, quando si evoca l’azione degli angeli custodi, si pensa subito ad una protezione “a giro completo”, che essi eserciterebbero sugli uomini confidati alle loro cure, estendendosi fino alla preservazione della loro esistenza terrena, in caso di pericolo. E’ vero che, in alcuni casi, una salvaguardia provvidenziale, se non miracolosa, è stata attribuita, da diverse persone, all’intervento del loro angelo custode e questo è anche il soggetto principale di numerose opere attuali sugli spiriti celesti, come se l’azione di questi ultimi non fosse limitata che a questo: si pensano e si rappresentano sempre gli angeli in termini di missione. Ora, non bisogna mai perdere di vista che la missione degli angeli custodi è ordinata alla loro funzione, che è quella di glorificare Dio con la preghiera. La loro missione consiste nel portare gli uomini ad avanzare verso Dio, camminando nella via della santità, fino all’incontro definitivo che sigilla la morte: si può dire, in modo un po’ brutale, che gli angeli non hanno per missione che di disporre gli uomini a quello che la Scrittura chiama “la morte del giusto”. Se, talvolta, piace a Dio che si sollevi un angolo del velo che nasconde le realtà invisibili, con un più diretto intervento di uno spirito angelico, con la sua presenza manifesta all’immaginazione ed ai sensi, è per risvegliarci dalla nostra disattenzione, dal nostro torpore, per forzarci a considerare il mistero che ci circonda e nel quale noi siamo immersi come a nostra insaputa. Invito, dunque, a leggere, questo ennesimo libro sul mondo angelico scritto dall’infaticabile apostolo della devozione cristiana agli spiriti celesti nel ventunesimo secolo Don Marcello Stanzione, ed a divulgarlo per una maggiore conoscenza della Buona Novella, imitando i Santi e gli Angeli, ad maiorem Dei gloriam! Carlo Di Pietro |
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