Io Arcivescovo ho effettuato un esorcismo: Satana mi ha detto, mi cacci, ma torneò |
“Non mi piace sbandierarlo ai quattro venti come altri, ma io, Vescovo, ho fatto un esorcismo”: lo afferma Monsignor Giuseppe Casale, Arcivescovo Emerito di Foggia - Bovino, pugliese di Trani. Il Prelato racconta così la sua esperienza con il Nemico: “Guardi, ero ancora Vescovo a Foggia e mi indicarono una persona posseduta, che nessuno riusciva a liberare. Decisi di esorcizzarla personalmente. Fu una battaglia lunga, penosa e difficile. Alla fine il Demonio andò via ma mi gridò, in nome di Cristo mi cacci, ma sappi che torneò presto”. Eccellenza quali sono i santi che maggiormente si invocano per gli esorcismi? “Io ho sempre invocato solo Cristo e la Croce, il Demonio detesta la Croce, quanto di più sublime e sacro esiste, lo intimorisce”. Parliamo di esorcismi: “Un argomento serio. Quando io ero Vescovo a Foggia, creai una commissione composta anche da medici, oltre che da sacerdoti, essendo convinto che la maggior parte delle cosiddette ... ... possessioni in effetti sono vere patologie mentali da curare con i dottori”. Un laico può effettuare esorcismi? “Mai. L’esorcismo è compito del Vescovo che delega a sacerdoti dotati di particolare grazie e probità. Dunque, metto in guardia, avendone avuto notizia specie in territori limitrofi a Foggia, alla Basilicata e in Campania, da guaritori, persone che si spacciano per esorcisti o liberatori dal male. Vanno evitati e se possibile anche puniti, sono dei cialtroni millantatori, oltre che speculatori”. Lei è uno strenuo difensore del Concilio Vaticano II, ritiene che negli ultimi tempi vi siano stati atteggiamenti poco…amichevoli verso il Concilio? “Io ho scritto un testo Per una nuova stagione del Concilio. In alcuni ambienti effettivamente vedo e noto un tentativo volto a svuotare il grande significato che ebbe quell’assise per la storia della Chiesa, il Concilio ha trasformato la Chiesa, rinnovando e cambiando l’aria. Dunque difendo il Concilio Vaticano II”. Come giudica la recente revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani? “Un atto di carità del Papa, figlio del sano desiderio di sanare le ferite del passato in vista della piena unità, ma i lefebvriani non sembrano aver apprezzato quel gesto, con scarsa gratitudine, anzi, se mi passa l’espressione, da ingrati, hanno usato il Papa, mettendolo in difficoltà per i loro meri interessi. La verità,come è avvenuto anche a Ratisbona, è che non sempre chi circonda nei consigli e nella comunicazione il Papa si rivela all’altezza del compito”. Sul caso Englaro lei ha assunto una posizione particolare: “Ho mostrato carità e comprensione verso il papà della ragazza, per altro verso dico che i tempi per una legge sul testamento biologico sono ormai maturi, ma bisogna assolutamente permettere al paziente di rifiutare acqua e cibo, perché in realtà si tratta di cure e non di alimenti. Insomma, piena di libertà di decisione. Chi vuol rifiutare,lo faccia. Non penso che a nessuno si possano imporre per legge e volontà divina trattamenti che non vuole. Bisogna lasciare a tutti piena libertà di scelta”. di Bruno Volpe |
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