Vaticano: non solo Williamson. Altri 2 casi delicati da affrontare |
Non c’è solo il caso Williamson a turbare il Vaticano. Perché ci sono altri due casi degni di nota di cui la diplomazia vaticana si deve occupare. Il primo fatto è successo in Austria: proprio mentre montavano le polemiche per le dichiarazioni negazioniste di Williamson, Benedetto XVI ha nominato vescovo in Austria un ultra-conservatore, che ha descritto – tra le altre cose – l’uragano Katrina come la punizione di Dio per il peccato e gli eccessi sessuali a New Orleans. Si chiama Gerhard Maria Wagner, ha 54 anni, non è nuovo ad esternazioni di questo genere: ha anche accusato la serie di Harry Potter di “diffondere il satanismo”, e recentemente ha creato irritazione nella comunità di fedeli per alcune dichiarazioni omofobe: Wagner, in un’intervista, aveva definito l’omosessualità “una malattia curabile”. L’irritazione dei fedeli è salita al punto che l’arcivescovo di Vienna, il cardinal Cristoph Schoenboern, ha convocato d’urgenza ... ... una riunione straordinaria della Conferenza Episcopale Austriaca per esaminare “la situazione attuale della Chiesa in Austria”. “I cattolici – ha detto Schoenboern – hanno diritto a pretendere che noi facciamo del nostro meglio per superare la crisi”. Il porporato ha ammesso che si è anche appellato a trovare il modo “per limitare i danni”. E sono tensioni che si vanno ad aggiungere ai malumori espressi dallo stesso Schoenboern per la revoca della scomunica al vescovo lefevbriano Williamson. Il cardinale di Vienna ha aggiunto: “E’ in gioco il futuro della Chiesa in Austria. La buona strada seguita dalla Chiesa negli ultimi anni era all’insegna del motto ‘guardare a Cristo’: questa strada vogliamo assieme continuare a percorrere”. Il secondo caso da sottolineare viene dall’Inghilterra. Dove potrebbe rendersi manifesta la disobbedienza del cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza Episcopale d’Inghilterra. Murphy O’Connor ha 77 anni, e dunque è due anni sopra l’età pensionabile. Presto sarà sostituito, come è norma in Vaticano, ma lui pare stia lavorando per arrivare a un posizionamento storico, preparandosi la strada per l’ingresso nella Camera dei Lord. Una svolta, per il Vaticano: nella Camera dei Lord vi risiedono alcuni vescovi, ma sono anglicani, e quindi sottomessi all’autorità della Regina. I componenti della Camera dei Lord sono attualmente 747, dei quali 92 ereditari, mentre gli altri sono nominati o elettivi. Entrare nella Camera dei Lord per un vescovo cattolico rappresenterebbe una grave frattura con Roma. Nonostante i rapporti tra Roma e Canterbury siano diventati distesi negli ultimi tempi, grazie all’aiuto che i cattolici vogliono dare alla comunità anglicana a rischio di scisma, il fatto che un vescovo cattolico possa piegare la testa davanti alla Regina sembra davvero troppo. Ma Murphy O’Connor non è nuovo a iniziative fuori dalle righe. Di recente, ha lanciato una vera e propria invettiva contro Benedetto XVI, proprio a proposito della questione dei lefevbriani: in una lettera al rabbino capo di Londra Jonathan Sacks, il cardinale di Canterbury ha espresso “vivo rimpianto” per la decisione di revocare la scomunica a Williamson. Come a dire: il porporato si scusa con il rabbino per il comportamento del Papa. In Vaticano sospettano che l’uscita del cardinale sia uno dei passi diplomatici necessari per assicurarsi l’ingresso in Camera dei Lord. Le possibili contromosse? Imporre a Murphy O’Connor obbedienza, e sostituirlo con un altro vescovo più in linea. di Andrea Gagliarducci |
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