Divorzio e coscienza Cristiana |
“La coscienza è il centro più segreto dell’uomo, il santuario in cui egli è solo con Dio” (Gaudium et Spes).MA CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA SOCIETA’? Quanti uomini e donne, la cui vita di coppia era iniziata nella gioia, si pongono dolorosamente alcuni anni più tardi questa domanda, con, da corollario, quella, inevitabile, del divorzio. E’ un dato di fatto. Fin dagli inizi degli anni ’70, il numero dei divorzi è “esploso”. Oggi, è una coppia su tre che si separa ed addirittura una coppia su due nelle grandi città. Prova personale, familiare, relazionale, il divorzio è anche per tutti i cristiani una prova ecclesiale… Come, in effetti, ignorare il dolore di quelli che, non solamente sono martirizzati da una scelta che talvolta non hanno fatto con allegria di cuore, ma che si sentono esclusi da una Chiesa che ha pena nell’accoglierli veramente e senza pregiudizio? IL DIVORZIO È UNA ROTTURA DEFINITIVA Ogni essere umano è abitato dal desiderio di amare ... ... e di essere amato ed è nel vissuto di quest’amore ch’egli si riconosce, che la sua vita si orienta, prende significato. Il divorzio viene a sconvolgere questo edificio. E’ un dramma che ha forti ripercussioni psicologiche e spirituali. UNA ROTTURA FAMILIARE Un divorzio trascina frequentemente degli strappi nelle famiglie: antiche questioni risorgono, riflessioni aprono la ferita a crudo. Una persona divorziata è molto fragile. Ella ha il pensiero dei figli, quando ne ha. Come fare perché non soffrano di quella rottura? UNO STRAPPO SPIRITUALE LACERANTE Quando ci si è impegnati davanti a Dio, contando sulla sua fedeltà e la sua presenza, si è doppiamente traumatizzati. Alcuni pensano di aver fallito alla loro parola, altri che Dio non li vuole più. Molti, abitati da una colpevolezza profonda, non osano più spingere la porta di una chiesa. La maggior parte si allontana dai sacramenti, allorché è in quel momento preciso che ne avrebbero più bisogno! RICOSTRUIRSI: UN LUNGO CAMMINO! Ritrovare il proprio equilibrio passa attraverso la messa in luce delle proprie ferite. Collera, umiliazione, colpevolezza, angoscia e tristezza, tutte queste emozioni attraversano la persona. I dire, i riconoscere, riconoscere anche i propri errori, il male subito, il male che si è fatto subire è sempre benefico. Farlo in gruppo, con l’aiuto di un terapeuta competente o di un sacerdote attento è indispensabile. Ciò permette, in capo ad un certo tempo, di perdonare, e di fare la chiusura di una relazione. DIO, UN BUON COMPAGNO DI STRADA Accettare la propria storia, riconoscere i propri torti nello sgretolamento della propria coppia, ritrovare la pace interiore, perdonare, non si fa senza l’aiuto attivo e discreto di Dio. E’ nella preghiera, la frequenza dei sacramenti, l’eucaristia in particolare, nella partecipazione ad una vita parrocchiale o di movimenti cristiani che si ricostruisce una “salute” spirituale. Rinascere alla vita, dopo lunghi mesi di sofferenza, è possibile. E ciò passa sovente attraverso una vita in Dio più profonda e più vera. INQUADRARE UNA NUOVA UNIONE Si può ben certo, su questa via di guarigione, vedere luce un nuovo amore. si elaborano dei progetti di matrimonio, e, per dei cristiani rispettosi di quello che dice la Chiesa, è una tappa dolorosa. Per la Chiesa cattolica in effetti, il matrimonio religioso, simbolo dell’Alleanza tra Dio e gli uomini è indissolubile. Non si può celebrare un secondo matrimonio religioso (salvo caso di annullamento ecclesiale). Se molti scelgono, per fedeltà, di non risposarsi, altri optano per una nuova unione civile. Un tempo di preghiera, sotto certe condizioni, è allora possibile. Ma si pone allora con grande acuità la questione dei sacramenti, in particolare della riconciliazione (confessione) e dell’Eucaristia. E’ in coscienza tutta una via di discernimento che sarà da percorrere. DIVORZIATO, NON RISPOSATO POSSO COMUNICARMI E CONFESSARMI? Certamente. Il divorzio non esclude per nulla i sacramenti. Essi partecipano anche spesso alla ricostruzione personale, aiutano a riprendere gusto alla vita. Rileggere la propria vita con un sacerdote, partecipare all’eucaristia, permette di riprendersi anche sia dal punto di vista spirituale che psicologico. SONO DIVORZIATO-RISPOSATO. HO TORTO NEL COMUNICARMI? I divorziati risposati fanno sempre parte della Chiesa, ma sono allontanati dai sacramenti. Alcuni accettano questa disciplina e rinunciano a comunicarsi ed a confessarsi, altri stimano in coscienza di dover passare oltre la legge. Alcuni vescovi consigliano di praticare la “comunione di desiderio”; altri propongono, per coloro che vivono una seconda unione stabile e più vicina ai valori cristiani della prima coppia, un cammino di coscienza che permetta di accostarsi ai sacramenti. HO DEI DUBBI SULLA VALIDITÀ DEL MIO PRIMO MATRIMONIO Molti sposi divorziati pensano in coscienza che il loro matrimonio non poggiava su solide fondamenta ed hanno dei dubbi sulla validità del loro impegno (mancanza di maturità, di libertà…). La Chiesa può allora aiutarli a portare un giudizio illuminato. Essa li invita a far “giudicare” la validità del loro impegno da un tribunale ecclesiastico. Questa strada necessita di verifiche testimonianze, ritorni su di un passato doloroso e pone talvolta rudi questioni ai figli nati da quel matrimonio. Se il sacramento contratto è giudicato non valido, ciò permette allora di inquadrare una nuova unione religiosa. PARTECIPARE AI SACRAMENTI? LE DOMANDE DA PORSI 1. Cerco di vivere la fede cristiana profondamente, chiaramente dopo il mio nuovo matrimonio? di Don Marcello Stanzione |
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