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Il Cantico degli Angeli a Natale: Gloria e Pace PDF Stampa E-mail

Il Cantico degli Angeli a Natale: Gloria e PaceNel tempo di Natale, nonostante i molteplici eventi drammatici che incombono sulla società, echeggia più che mai  il cantico degli spiriti celesti che ci offrono la vera pace che solo Dio può donarci. L’evangelista Luca scrive: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”(Lc2,13-14). La nascita di Cristo è un avvenimento di eccezionale importanza: l’unigenito di Dio, generato fin dall’eternità è identico al Padre ha desiderato incarnarsi assumendo la natura umana nella completa sottomissione al Padre. Cristo, uomo-Dio, nascendo offre al padre un culto perfetto, per permettere all’umanità di riconciliarsi con Dio. Questa è la ragione della immensa gloria che gli spiriti celesti offrono al bambinello Gesù. Gli angeli, infatti, in tal modo esaltano l’opera del Creatore, nella quale egli ha manifestato all’universo la sua ... 

... sapiente misericordia per il genere umano realizzando, in tal modo, con sovrabbondanza e fedeltà, le sue più antiche promesse fatte ai patriarchi e ai profeti d’Israele. Gli angeli, nel cielo, cantano in rendimento di grazie per tutto quanto Dio ha realizzato per l’uomo. Gli angeli esultanti annunciano che è nato il “Principe della Pace”. Nasciamo in un mondo iniquo e ciò è dovuto al peccato originale dei nostri genitori, ma possiamo essere riconciliati con Dio grazie alla nascita di Gesù che è apportatrice di redenzione. La venuta al mondo di Cristo ci arreca la tranquillità della coscienza e l’armonia tra gli uomini. Il papa san Pio X in un discorso del 23 dicembre 1903, così scriveva: “ Quando la pace cominciava a regnare, gli angeli dicevano: “Gloria nel più alto dei cieli e pace in terra”(Lc2,14). Quando però quelli di giù hanno ricevuto la pace di quelli di lassù, essi hanno proclamato: “Gloria in terra e pace nel più alto dei cieli!”(Lc19,38). Quando la Divinità è scesa sulla terra e si è rivestita di umanità, gli angeli proclamavano: “Pace in terra”.

E quando l’umanità salì e si elevò, penetrò nella divinità e si sedette alla sua destra, i bambini acclamavano dinanzi a lei: “Pace nei cieli, osanna nel più alto dei cieli!” (Mt 21,9). Efrem di Nisiba osserva: “Gli angeli dicevano: “Gloria nell’alto dei cieli e pace in terra”. Apparve così con chiarezza che, come la grazia della misericordia di Cristo rallegra i peccatori sulla terra così anche il loro pentimento attinge gli angeli del cielo”. Gesù Bambino lodato dagli angeli è il “Principe della Pace” annunciato sette secoli prima da Isaia(9,5) e che, da adulto proclamerà beati i pacifici- coloro che edificano in se stessi il regno divino della pace- attribuendo loro l’appellativo di figli di Dio. Nella notte di Natale è stato offerto all’umanità un prezioso dono che non le sarà tolto nemmeno quando quel bambino divenuto adulto sarà ucciso su una croce, risorgerà e ritornerà all’eternità dal Padre suo. Gesù dirà ai suoi discepoli di allora e di sempre: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come là dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore”(Gv14,27). Sant’Agostino nel suo commento al vangelo di Giovanni così scrive: “ Qual è il senso di queste parole? Ecco: Io non la darò come la danno gli uomini che amano il mondo.

Questi, infatti, offrono la pace, al fine di poter –liberi da preoccupazioni, da processi e da guerre- godere, non di Dio, ma del mondo, al quale hanno affidato il loro affetto. E quando essi offrono la pace ai giusti, cessando di perseguitarli, non è una pace vera, perché non c’è vero accordo dove i cuori sono disuniti. Chiamiamo consorti coloro che uniscono la loro sorte. Coloro che uniscono i loro cuori, allo stesso modo, devono chiamarsi concordi. Per noi, miei carissimi fratelli, Gesù Cristo ci lascia la pace e ci dà la sua pace, non come la dà il mondo, ma come la Colui per cui è stato creato il mondo. Egli ce la dà perché tutti siamo d’accordo, perch’ siamo uniti col cuore e, avendo un solo cuore, lo eleviamo al cielo, non lasciandoci corrompere dalla terra”. Ogni sera, prima di andare a riposare con la preghiera di Compieta, la Chiesa fa chiedere ai fedeli che Dio invii i Suoi Angeli per custodirci nella pace.

Un compito importante, quello degli Angeli, di stabilire la pace nel mondo e nella Chiesa ed in ogni anima che nasce su questa terra (in modo speciale è quello degli Angeli Custodi). La pace è prima di tutto il riposo dell’anima nella verità e nella carità. Gli Angeli sono veri illuminatori delle nostre intelligenze e si sforzano di farci conoscere Dio ed i suoi progetti. Infaticabili nel realizzare la loro opera di luce, approfittano delle più piccole circostanze: di un lutto; di un’omelia; di una lettura; di un film… ci fanno capire le parole che leggiamo e gli avvenimenti a cui assistiamo. Se noi ci indeboliamo, ci sostengono; se tremiamo, ci rassicurano; se pecchiamo, ci riprendono e ci riportano sulla retta via; i nostri Angeli, incessantemente, ci incoraggiano al bene; ci animano al dovere e ci spingono alla santità. Solo i cristiani che vivono familiarmente con i loro Angeli possono dire la potenza, la bontà e la generosa delicatezza dei Beati Spiriti celesti.

A questo zelo degli Angeli per la nostra salvezza eterna deve corrispondere la nostra devozione nei loro riguardi. Questa devozione dei cristiani verso gli Angeli si ì sviluppata progressivamente, fino alla sua massima espansione nel XVII e XVIII secolo. Fin dai primi tempi della fede cristiana i Padri della Chiesa approvarono l’amore dei fedeli agli Angeli, ma tenendo presente il pericolo di idolatria, la raccomandavano con molta prudenza e riserva. Una volta passato il pericolo, la Chiesa, col suo interprete più eloquente San Bernardo, non esitò più a spingere i suoi fedeli a venerare gli Angeli, ad invocarli, a rispettarli e ad imitarli nella loro lode alla Trinità e nella loro totale obbedienza a Dio.

Per ispirare ai fedeli una devozione sempre più ardente, la Chiesa ha istituito delle feste in loro onore (29 settembre; 2 ottobre; 8 maggio); li ha introdotti nelle Litanie, nelle celebrazioni della Santa Messa, li cita nei Catechismi ed ha approvato certe preghiere come l’Angelo di Dio o la Corona angelica.

La Chiesa, lungo i secoli, ha suscitato dei poeti per cantarli; degli artisti (pittori e scultori) per raffigurare questi “inviati” di Dio. In tal modo la devozione agli Angeli, e particolarmente agli Angeli Custodi, dal XVII secolo, è diventata una delle più specifiche devozioni che caratterizzano la confessione cattolica rispetto alle altre confessioni cristiane ed alle altre religioni, quindi, perdere o sminuire una tale devozione agli Angeli significa perdere uno degli aspetti salienti e più belli della religione cattolica e significa pure che altri, al posto nostro, parleranno o scriveranno degli Angeli ma che questi non saranno più gli Angeli della Bibbia, della SS. Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, o gli Angeli dei mistici, ma … gli Angeli della magia e dell’occultismo.

di Don Marcello Stanzione

 
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