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Il pericolo spagnolo si chiama "statolatria" PDF Stampa E-mail

Il pericolo spagnolo si chiama "statolatria"Il pericolo spagnolo si chiama "statolatria", ovvero l'ingerenza dello Stato nella vita personale di ognuno, in una sorta di indottrinamento laico: lo dichiara monsignor Amato, attuale prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. La questione spagnola è centrale per la Santa Sede. Che più volte ha contestato il governo Zapatero e le sue scelte politiche. Come il via libera ai matrimoni gay, e il continuo richiamo alla laicità dello Stato. L'ultimo caso spagnolo, la decisione di un tribunale civile di rimuovere i crocifissi dalle aule. Monsignor Amato parla in un'intervista alla rivista "Il Consulente Re". E spiega che in Spagna sta avanzando "la statolatria, che, apparentemente eliminata, rientra dalla finestra. Certo la Chiesa in Spagna è molto reattiva, sta reagendo molto bene con grande dignità e grande fermezza a un'intrusione statale assolutamente illegittima sul tema dell'educazione dei propri giovani". L'arcivescovo si riferisce, ...

... tra l'altro, alla rafforzamento dell'insegnamento della materia "Educazione alla cittadinanza e ai diritti umani" nelle scuole spagnole, stabilito dal governo Zapatero. E poi, molti dei provvedimenti presi dall'esecutivo di Madrid in materia di bioetica e famiglia. "Fortunatamente - dichiara Amato - possiamo contare su una Chiesa spagnola che ha approfondito seriamente il problema e ha dato una risposta pubblica e chiara, in base al principio cattolico della difesa della libertà religiosa e dei principi della dignità della vita e di ogni persona". Ma il problema non è solo spagnolo. "La questione - sottolinea monsignor Amato - è che in tutta Europa si sta introducendo la categoria della cosiddetta biopolitica. Lo Stato cioè entra sempre più nella vita personale di ognuno: obbliga le famiglie a scegliere determinate scuole con determinate materie, non d'istruzione ma d'indottrinamento".

È un problema che non riguarda solo l'Europa: in Canada, quella che è stata chiamata "rivoluzione tranquilla" ha portato con gli anni a un continuo affievolirsi della presenza cristiana, fino all'istituzione di un insegnamento di "Storia delle religioni" che andasse a soppiantare il tradizionale insegnamento della religione cattolica, e che ha creato non poche preoccupazioni al cardinale canadese Ouellet, in forte ascesa nella considerazione vaticana.

Il Papa guarda con interesse a queste situazioni, e lo dimostra il fatto che al sinodo il cardinal Ouellet è stato nominato relatore generale.

Per quanto riguarda la Spagna, la preoccupazione sembra aver portato a un ammorbidimento della linea vaticana nei confronti del governo Zapatero, per poter dialogare: è recentissima la chiamata a Roma del cardinal Canizares, già arcivescovo di Toledo e tra i principali oppositori al governo Zapatero. Fu Canizares, tanto per fare un esempio, uno dei motori del "Family Day" spagnolo, che vantò un collegamento diretto con il Papa.

La chiamata di Canizares a Roma priva la Spagna di una forte voce contro il governo. Ma, d'altro canto, c'è una Chiesa viva, come riconosce lo stesso amato: i vescovi spagnoli, presieduti da Rouco Varela, hanno nominato il loro segretario da poco: è Martinez Camino, altro oppositore "duro e puro" della svolta laicista di Zapatero.

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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