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Il Vaticano chiarisce la sua posizione sul documento francese per la depenalizzazione dei "gay" PDF Print E-mail
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Il Vaticano chiarisce la sua posizione sul documento francese per la depenalizzazione dei "gay"Il Vaticano torna a criticare la mozione che la Francia ha presentato alle Nazioni Unite contro il perseguimento penale dell'omosessualità. In una nota sull'Osservatore Romano, intitolata "Difesa dei diritti e ideologia", si spiega che "il documento francese non è un documento finalizzato, in primis, alla depenalizzazione dell'omosessualità nei Paesi in cui è ancora perseguita", ma vuole in realtà promuovere "una ideologia: quella dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale". Da qui la strada è aperta, secondo il quotidiano della Santa Sede, al matrimonio fa persone dello stesso sesso e all'adozione dei bambini da parte delle coppie gay così come alla procreazione assistita, tutto in base a un concetto astratto di individuo. "La Chiesa cattolica, del resto - si afferma nella nota - basandosi su una sana laicità dello Stato, ritiene che gli atti sessuali liberi tra persone adulte non debbano essere trattati come delitti da punire". E quindi il ...

... problema non è la depenalizzazione dell'omosessualità, su cui il Vaticano si già detto d'accordo. Piuttosto, la preoccupazione della Santa Sede viene dal fatto che la mozione è ritenuta andare al di là dell'intento della depenalizzazione, che è condiviso. E cioè verso una ideologia dell'orientamento di genere e dell'orientamento sessuale. "Le categoria - si legge nella nota - di orientamento sessuale e di identità di genere, che nel diritto internazionale non trovano alcuna chiara definizione, vengono introdotte come nuove categorie di discriminazione e si cerca di applicarle all'esercizio dei diritti umani". Ma si tratta, prosegue la nota, "di concetti controversi su base internazionale, in quanto implicano l'idea che l'identità sessuale sia definita solo dalla cultura, e quindi suscettibile di essere trasformata a piacere, secondo il desiderio individuale e le influenze storiche e sociali.

In tal modo, introducendo tali categorie, si dà impulso al falso convincimento che l'identità sessuale sia il prodotto di scelte individuali, insindacabili, e soprattutto meritevoli in ogni circostanza circostanza di riconoscimento pubblico". Per la Santa Sede, "non si tratta purtroppo di teorie marginali, se si pensa che le proposte di riconoscimento di diritti di famiglia alle coppie omosessuali (incluse quelle relative all'adozione e alla procreazione assistita) si basano sull'idea che la polarità eterosessuale non sia un elemento fondante della società, ma un arbitrio da cancellare". La mozione aprirebbe insomma alla possibilità, per le coppie gay, di adottare bambini, i quali "rischierebbero, tra l'altro, di non conoscere mai uno dei due genitori, e di non poter vivere con lui o lei". E c'è un'altra questione: che coloro che si opporranno in futuro a questa visione dei rapporti uomo-donna, come le religioni, potrebbero vedere limitato il diritto di "trasmettere il loro insegnamento, e verrebbe così intaccato - conclude la nota - uno dei diritti primari su cui si fonda la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948: quello alla libertà religiosa".

Reagiscono con sdegno a questa ulteriore nota Amnesty International (che dichiara che è stato presentato un testo "innovativo") e l'Arcigay. Per il presidente Mancuso è una "bugia" che orientamento sessuale e identità di genere non abbiano chiara definizione nel diritto internazionale. "Sono utilizzati - dichiara Mancuso - in tutto l'Occidente, nelle Risoluzioni Europee, nei Trattati dell'Unione, nella legisalzione nazionale di decine di Paesi". E sostiene che la Santa Sede ripropone la sua posizione per nascondere una "verità incontrovertibile: la sua fobia nei confronti delle persone omosessuali e transessuali".

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( This e-mail address is being protected from spam bots, you need JavaScript enabled to view it )

 
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