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Quarantesima marcia per la Pace PDF Stampa E-mail

Quarantesima marcia per la PaceLa quarantunesima marcia per la pace si svolgerà a Palermo il 31 dicembre Il tema è quello scelto da Benedetto XVI per la Giornata Mondiale per la Pace: "Combattere la povertà, costruire la pace". La scelta di Palermo, invece, rappresenta in qualche modo l'attenzione della Chiesa verso il Sud, e in particolare per la Sicilia. "L'attenzione verso il Sud - dichiara il vescovo di Ivrea Arrigo Miglio, presidente della Commissione Episcopale per i Problemi Sociali, il lavoro, la giustizia e la pace - è segnale di impegno da parte della Chiesa". Ma c'è anche un motivo simbolico per cui è stata scelta Palermo. "Questa città - spiega monsignor Valentinetti, presidente di Pax Christi - e l'intera Sicilia sono ponte tra Nord e Sud, tra Oriente ed Occidente. Simboleggiano la volontà di rilanciare il dialogo tra culture e religioni e sensibilizzare sui temi della povertà, dei conflitti dimenticati, dei cambiamenti degli stili di vita". Spiega Miglio: ...

..."Il Papa parla di solidarietà globale. Ma all'interno delle aree del benessere ci sono forze profonde che ostacolano la pace. C'è un rapporto circolare tra diverse povertà, che si influenzano a vicenda".

L'opzione preferenziale per i poveri è al centro del Messaggio del Papa. Don Di Nozza, presidente della Caritas, nota come vada aumentando in Italia il numero delle persone, e soprattutto di intere famiglie, che vivono sulla soglia della povertà. "C'è un meccanismo, nel mondo globalizzato - dice monsignor Di Nozza - che allarga la forbice progressiva tra ricchi e poveri. Un divario progressivo tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. In Italia abbiamo 7-7,5 milioni di poveri da anni, una cifra che è confinata all'interno di una crisi strutturale, un girone infernale di persone che hanno la loro vita conficcata nella povertà. E ultimamente sta emergendo una povertà dal volto nuovo: interi nuclei familiari che faticano ad arrivare a fine mese, oltre tre milioni di persone che rischiano di cadere da un momento all'altro nello stesso girone".  Ma la Chiesa da sola non può farcela. Può garantire, spiega don Di Nozza, garantire "presenza e vicinanza in forme molteplici", esercitando "fantasia nella carità", che va sostenuta con risorse sempre insufficienti. Ma per superare il problema povertà, spiega Di Nozza, non basta solo l'ingegno della Chiesa. Serve anche che "l'agenda politico economico italiana" sia "più sensibile" alle famiglie che sono sulla soglia della povertà, perché su questo "c'è bisogno di altre scelte e altri interventi".

I vescovi stanno preparando anche una riflessione sui modelli di Welfare, in attesa della nuova enciclica sociale che dovrebbe vedere la luce nell'anno nuovo (e del quale il Messaggio per la Pace è un "antipasto"), ma, spiega monsignor Miglio, ancora non si sa se questa "produrrà un documento, un incontro, un convegno". Se non si è ancora deciso in che modo concretizzare, Miglio anticipa che saranno rilanciate le tematiche del documento sulla Chiesa italiana e il Mezzogiorno. I vescovi già da tempo hanno annunciato l'intenzione di un nuovo documento per il Sud.

La marcia della pace avrà particolare attenzione verso i temi della criminalità, in particolare della criminalità organizzata. Ma riguarda - spiega monsignor Miglio - non solo il Mezzogiorno, ma tutto il Paese. In materia di rispetto della legalità - dice il vescovo di Ivrea - "dobbiamo fare un mea culpa in tutte le regioni italiane, perché non è un problema solo del Meridione. Il discorso sulla legalità  ci tocca tutti in uguale misura, quindi dobbiamo incoraggiarci a vicenda, perché viviamo mali comuni, seppur in situazioni molto diversificate".

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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