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L'embrione ha dignità umana sin dall'inizio PDF Stampa E-mail

L'embrione ha dignità umana sin dall'inizioL'embrione ha fin dall'inizio dignità di vita umana: lo si legge in un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla bioetica intitolato "Dignitas personae". È l'aggiornamento di un precedente documento, il "Donum vitae", che risale ormai al 1987, e contiene prese di posizioni nette e precise. In particolare, c'è un no deciso a ogni uso terapeutico delle cellule staminali embrionali. "Il prelievo di cellule staminali dall'umano vivente - si legge nel documento causa inevitabilmente la sua distruzione, risultando di conseguenza gravemente illecito". E anche utilizzare staminali embrionali fornite da altri ricercatori "pone seri problemi dal punto di vista della cooperazione al male e dello scandalo". I no del documento sono diversi, e non fanno altro che ribadire le posizioni della Chiesa. Che si basano su un assunto: seguire la vita nel suo percorso naturale, dal concepimento alla morte.

Dunque no alla fecondazione assistita sia omologa che eterologa; no alla eliminazione volontaria degli embrioni nel contesto della fecondazione in vitro, né alla variante della fecondazione in vitro che è la Intra Cytoplasmic Sperm Iniection, no al congelamento di embrioni, no alla riduzioni embrionali, dubbi sulla diagnosi pre-impianto per la possibilità di derive eugenetiche. C'è un no anche al congelamento di ovociti, ma solo ai fini della procreazione artificiale, mentre lo stesso sistema "può essere utilizzato - ha spiegato Maria Luisa Di Pietro, dell'Università Cattolica di Roma - come forma di prevenzione della perdita della fertilità in donne che devono essere sottoposte a chemio o a radioterapia".

No anche alle forme di intercezione (spirale e pillola del giorno dopo) e contragestazione (la pillola abortiva) che "rientrano nel peccato di aborto e sono gravemente immorali". Per quanto riguarda la fecondazione in vitro, il documento osserva che "tutte queste tecniche si svolgono di fatto come se l'embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule. Il numero degli embrioni sacrificati è altissimo. È assai preoccupante che la ricerca in questo campo miri principalmente a ottenere migliori risultati in termini di percentuali di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non sembra avere effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione".

Dietro ogni no, però, c'è "un grande sì al riconoscimento della dignità e del valore inalienabili di ogni singolo e irripetibile essere umano chiamato all'esistenza". Nel campo della procreazione assistita "sono lecite tutte le tecniche che rispettano il diritto alla vita e all'integrità fisica di ogni essere umano", "l'unità del matrimonio, che comporta il reciproco rispetto del diritto dei coniugi a diventare padre e madre soltanto l'uno attraverso l'altro". Un'apertura rispetto alla "Donum Vitae", che di fatto condannava tutte le tecniche di procreazione assistita".

 Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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