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Il Papa: combattere la povertà per costruire la pace PDF Stampa E-mail

Il Papa: combattere la povertà per costruire la paceL' "antipasto" (come lo definisce il cardinal Martino) della prossima enciclica sui temi sociali del Papa è un messaggio per la giornata mondiale della Pace condensato in quattordici cartelle, dal significativo titolo "Combattere la povertà, costruire la pace". Nel messaggio, Benedetto XVI ritiene necessario che la comunità internazionale metta mano a "un nuovo quadro giuridico per l'economia", e governi la "globalizzazione" per evitare che il mondo dei ricchi diventi "una casa dorata" circondata da "degrado e deserto". La questione sociale dei cristiani è data dall'opzione preferenziale per i poveri". Si tratta di un testo molto denso: Benedetto XVI spiega che non c'è solo la povertà materiale, ma anche una povertà relazionale, morale e spirituale. Forme di disagio che vengono fuori nonostante lo sviluppo economico, con un occhio particolare al sottosviluppo morale e alle conseguenze negative del supersviluppo.

E subito Benedetto XVI ci tiene a sottolineare che la povertà non è correlata allo sviluppo demografico, la cui conseguenza naturale è la campagna per il controllo delle nascite, perseguita con metodi spesso "non rispettosi neppure del diritto alla vita", mentre - spiega il Papa -  "la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà". Le politiche contrarie alla vita condizionano anche la lotta all'Aids, altro punto importante del messaggio. "Capita che i Paesi vittime di tali pandemia - dice il Papa - per farvi fronte, devono subire i ricatti di chi condiziona gli aiuti economici all'attuazione di politiche contrarie alla vita". Per il contrasto all'Aids, il messaggio parla di "campagne che educhino i giovani a una sessualità pienamente rispondente alla dignità della persona". Nessun accenno all'uso del preservativo, su cui la Chiesa si è sempre dichiarata contraria. Il cardinal Martino (presidente del Consiglio Giustizia e Pace) ha spiegato che il preservativo è comunque "un rimedio incerto", e monsignor Crepaldi ha fatto eco che in Africa "non mancano certo i preservativi".

La preoccupazione della Chiesa è quella di diffondere i medicinali (per i quali chiede una "applicazione sensibile" delle regole internazionali di brevetto) e soprattutto di contrastare le politiche antinataliste che si diffondono per contrastare il virus. E infatti subito dopo, quasi collegato, il testo parla della povertà dei bambini, "i più poveri tra i poveri", come li definisce il cardinal Martino, che ricorda la strage di "45 milioni di bambini non nati". E poi, l'ultimo punto morale riguarda la relazione esistente tra disarmo e sviluppo. "Suscita preoccupazione - scrive il Papa - l'attuale livello globale di spesa militare", per il quale "vengono di fatto distolte dai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più bisognosi di aiuto, e questo va contro quanto afferma la stessa Carta delle Nazioni Unite". Infine, la crisi alimentare, definita non tanto dalla mancanza di cibo, ma dalla "difficoltà di accesso al cibo".

Che fare? Il Papa indica la strada di una "globalizzazione finalizzata agli interessi della grande famiglia umana". Ritorna l'appello per una finanza etica, da contrapporre a un sistema di scambi finanziari "basati su una logica a brevissimo termine". E poi, un sistema di cooperazione internazionale, che crei "incentivi alla creazione di istituzioni efficienti e partecipate, come pure sostegni per lottare la criminalità e promuovere una cultura della  legalità". Perché lo sviluppo e la cooperazione non sono solo "questioni tecniche", chiedono la scelta di uomini e donne, concreta, per la "fratellanza e la solidarietà".

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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