Sara: donna al servizio della vita |
La maternità è la vocazione della donna. È una vocazione eterna ed è anche una vocazione contemporanea, frutto dell’unione matrimoniale di un uomo e di una donna. Nella maternità la donna realizza il “dono di sé” come espressione di quell’amore sponsale col quale gli sposi si uniscono tra loro così strettamente da costituire una sola carne. Abramo e Sara sono la prima coppia che la scrittura racconta in forma particolareggiata, dopo quella di Adamo ed Eva: segnano un nuovo inizio. Siamo al primo tornante della storia di salvezza. È la coppia che Dio sceglie e benedice, la coppia che inizia il ritorno, il movimento di conversione al Signore nella totale obbedienza alla sua Parola e nella fiducia. RIFLESSIONE: Abramo chiamò quel figlio “Isacco” che significa “riso di gioia”. Abbiamo bisogno che il sorriso di Abramo e Sara continui a fiorire sulla nostra terra! Il sorriso della vita che nasce. Il sorriso della ... ... vita che sconfigge la morte. Sara, pur nella sua vecchiaia, si è messa a servizio della vita, realizzando quella vocazione materna che è propria di ogni donna. La maternità contiene in sé una speciale comunione col mistero della vita, che matura nel seno della donna: la madre ammira questo mistero, con singolare intuizione «comprende» quello che sta avvenendo dentro di lei. Alla luce del «principio» la madre accetta ed ama il figlio che porta in grembo come una persona. Il reciproco dono della persona nel matrimonio si apre verso il dono di una nuova vita, di un nuovo uomo, che è anche persona a somiglianza dei suoi genitori. La maternità implica sin dall'inizio una speciale apertura verso la nuova persona: e proprio questa è la «parte» della donna. In tale apertura, nel concepire e nel dare alla luce il figlio, la donna «si ritrova mediante un dono sincero di sé». Il dono dell'interiore disponibilità nell'accettare e nel mettere al mondo il figlio è collegato all'unione matrimoniale, che dovrebbe costituire un momento particolare del reciproco dono di sé da parte e della donna e dell'uomo. Dalla vocazione materna deriva il singolare rapporto della donna con la vita umana. Aprendosi alla maternità, ella sente sbocciare e crescere la vita nel suo grembo. E’ privilegio delle madri fare questa esperienza indicibile, ma tutte le donne, in qualche modo, ne hanno intuizione, predisposte come sono a tale mirabile dono. La missione materna è anche fondamento di una particolare responsabilità. La madre è posta come custode della vita. A lei spetta di accoglierla con premura, favorendo quel primo dialogo dell'essere umano col mondo che si realizza proprio nella simbiosi col corpo materno. E’ qui che comincia la storia di ogni uomo. Ognuno di noi, risalendo questa storia, non può non arrivare a quell'attimo in cui ha cominciato ad esistere dentro il corpo materno, con un esclusivo e inconfondibile progetto di vita. Eravamo "nella" madre, ma senza confonderci con essa: bisognosi del suo corpo e del suo amore, ma pienamente autonomi nella nostra identità personale. Bisogna far di tutto, affinché la dignità di questa splendida vocazione non venga spezzata nella vita interiore delle nuove generazioni; affinché non venga diminuita l’autorità della donna-madre nella vita familiare, sociale e pubblica, e in tutta la nostra civiltà: in ogni nostra legislazione contemporanea, nell’organizzazione del lavoro, nelle pubblicazioni, nella cultura della vita quotidiana, nell’educazione e nello studio. In ogni campo della vita. Nella maternità della donna, unita alla paternità dell'uomo, si riflette l'eterno mistero del generare che è in Dio stesso, in Dio uno e trino. O Maria, tu che hai ascoltato la proposta dell’angelo è importante, ottienici dal Signore la grazia di saper porre attenzione ai numerosi segni della Sua presenza per essere pronti a realizzare il progetto di Dio nella nostra vita. Aiutaci con la tua intercessione a fuggire la tendenza a realizzare i nostri interessi o a cercare solo quello che comporta i nostri comodi, ma ad essere pronti, come Te, al coraggio delle rinunce e degli impegni sacrificati, in vista della collaborazione al Regno di Dio. Amen Miriam (Amica della M. S. M. A. ) |
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