L’omosessualità è una patologia, difesa da lobbies potenti |
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... “Io ho conosciuto e conosco, per motivi professionali, molti omosessuali anche famosi. Intellettuali, professionisti. Cercano sempre di convincermi dell’idea della loro normalità e non è così. Con tutto i rispetto verso questi amici, sostengo che l’omosessualità non appartiene alla sfera della normalità”. Insomma è una patologia? “Va inquadrata tra le patologie, negli stati fuori della norma. Insomma, la natura ha creato l’uomo e la donna, biologicamente, quindi non esiste in natura un terzo genere. Arrivare a legittimare la tesi della normalità ci porta alla conseguenza, sbagliata di cambiare le regole della stessa natura, alterandola”. Esiste anche il rischio di fare cadere le barriere tra il bene e il male: “Ecco, io questo lo ho sempre detto. Una eccessiva tolleranza verso stati di anormalità, e l’omosessualità tale va considerata, ci porta alla conclusione che la gente si confonda e non capisca più cosa è il bene e che cosa è il male”. Insomma, si rischia di cadere nel relativismo etico! “Esattamente. Ognuno pensa di fare come gli pare. Che ogni condotta, anche eticamente disordinata, sia lecita e che quindi non si possano mettere freni e divieti. Quello che oggi sta accadendo dappertutto. Quando i colleghi americani hanno sdoganato l’omosessualità dalle patologie, hanno fatto un grave danno e io sono contrario a quanto sostiene l’Organizzazione Mondiale della sanità. L’omosessuale, al quale va dato ogni rispetto, è clinicamente un malato, ovvero soffre di un disturbo patologico che lo altera. Inutile che questi signori vogliano convincerci che i normali siano loro. Ma sono sostenuti, parlo fuor di metafora, da lobbies potenti e forti”. Da medico: omosessuali si diventa o si nasce? “Si diventa nella maggior dei casi e generalmente per disturbi o problemi di relazione con la famiglia e i genitori”. In conclusione d’accordo con la Santa Sede? “Condivido e sottoscrivo. Bisogna restituire principi fermi e stabili, sia in tema etico che di autorità”. di Bruno Volpe |
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