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Le apparizioni degli Angeli sotto forma umana PDF Print E-mail
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Le apparizioni degli Angeli sotto forma umana Le apparizioni degli Angeli riempiono l'Antico Testamento. Alcune di esse rivestivano un carattere essenzialmente transitorio come quella dell'Angelo di Gedeone,  altre si prolungavano durante una durata più o meno lunga. In quest'ultimo caso, gli Spiriti celesti conversavano letteralmente in mezzo agli uomini, e si rendevano pubblicamente visibili. Così fecero i tre Angeli che vennero a trovare Abramo; così fece soprattutto San Raffaele quando discese in soccorso della famiglia di Tobia. Sono soprattutto queste ultime apparizioni che ci interessano, perché è evidente che gli Angeli, manifestandosi in tal modo, avevano preso un corpo visibile, palpabile, in una parola, materiale come i nostri. Noi ci chiederemo, di conseguenza, in quale misura erano uniti a questi corpi .  Dapprima queste apparizioni così manifestamente umane, prese dalla Sacra Scrittura, sono una prova senza replica che  ...

... la materia obbedisce alla volontà degli Angeli, ch'essi possono condensarla, schiacciarla più sottilmente dell'artista che schiaccia una pasta molliccia, mettervi una rassomiglianza di vita, infine, adattarsela come un abito, o, per meglio dire, servirsene come di uno strumento.

 Tutto ciò è incontestabile. Ma andiamo più lontano, e non crediamo che questi Angeli fossero stati uniti a questi corpi ch'essi prendevano per compiere tale o talatra missione, come la nostra anima è unita al nostro corpo col quale essa non fa che un unico essere. Tra la nostra anima ed il nostro corpo, vi è un legame sostanziale che fonde queste due sostanze nell'unità di una stessa natura; tra gli Angeli e questi corpi ch'essi rivestivano temporaneamente, non vi era che un legame del tutto accidentale. I nostri abiti non fanno un tutt'uno con noi; lo strumento di cui ci serviamo non appartiene alla nostra natura di uomo. I corpi presi dagli Angeli erano per essi dei semplici abiti sotto i quali essi si rendevano in qualche modo visibili, semplici strumenti di cui facevano uso con una meravigliosa sottilità.

 L'unione degli Spiriti angelici con questi corpi presi in prestito non essendo un'unione vitale, essi non esercitavano in essi alcuna funzione organica. Essi sembrano mangiare, mangiavano anche realmente, ma - che ci si perdoni questo dettaglio necessario! - essi non digerivano gli alimenti. "Io sembravo mangiare e bere con voi, dice l'Arcangelo Raffaele alla famiglia di Tobia, in realtà, io ho il mio cibo invisibile, e la mia bevanda che occhio non vede" (Tb.12,19).

 Terminata la loro missione temporanea, gli Angeli risolvevano il corpo ch'essi avevano preso in elementi impalpabili. Essi sparivano come il lampo. Così fece l'Arcangelo Raffaele (Tb.12, 21).

 Non essendo sostanzialmente uniti a questi corpi materiali, gli Angeli, nello stesso tempo che  li mettevano in movimento, potevano agire spiritualmente ed a distanza su altri corpi ed altri esseri. Così, mentre Raffaele accompagna Tobia nella Babilonia, egli cattura Asmodeo e se ne va a legarlo nei deserti della Tebaide. La sfera di attività di quest'Arcangelo poteva estendersi da un luogo all’altro.

 Quest'azione a distanza, basterebbe a convincerci che gli Angeli dimorano pienamente indipendenti dai corpi sotto i quali essi apparivano ai giusti dell'Antica Alleanza, e che non vi era unione sostanziale.

 Sotto la Nuova Alleanza, sembra che queste apparizioni siano cessate. Siccome esse avevano per oggetto principale di annunciare e di rappresentare sotto forma sensibile l'Incarnazione di Gesù, non bisogna meravigliarsi ch'esse non siano più così frequenti né così pubbliche come prima; non si può dire, d'altronde, che esse non si producano assolutamente più. Tutto ci porta a credere che, verso gli ultimi tempi del mondo, il fenomeno soprannaturale dell'apparizione degli Angeli buoni o cattivi si riprodurrà su di una vasta scala.

 Comunque sia, l'unione ad un corpo materiale è per l'Angelo uno stato accidentale e transitorio che non modifica in niente le sue relazioni generali con il mondo visibile, che non altera in niente le sue proprietà di essere unicamente spirituale. Come tale, egli ha potenza di agire sui corpi in una determinata sfera, di mettere in moto le più latenti energie della materia. E la sua azione è tanto più impenetrabile ch'essa è più interiore, più in armonia con la natura delle cose. Vedendo l'Arcangelo Raffaele muoversi ed agire umanamente, la famiglia di Tobia si diceva: E' un uomo; è Azaria, figlio del grande Anania! Contemplando l'ordine della natura così bello e così costante, così vario e così uniforme, ci si dice: E' la natura! Non si discerne l'azione degli Angeli; essa è così ben fusa ed armonizzata, essa si adatta così bene alle proprietà naturali degli esseri senza mai violentarli che ad imitazione dell'azione divina essa riempie tutto e non si mostra da nessuna parte allo scoperto.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)

 
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