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Gli Angeli e la fine del mondo PDF Stampa E-mail

Gli Angeli e la fine del mondo E' certo, dalla Sacra Scrittura, che i Santi Angeli esercitano sulla Terra un ministero di giustizia. Tra gli ufficiali della corte celeste, c'è l'Angelo sterminatore. Egli passò, senza che la Scrittura lo designi chiaramente, la notte della Pasqua, nella terra d'Egitto e colpì a morte i primogeniti degli Egiziani. Egli eseguì la sentenza che puniva di morte gli Israeliti per un peccato di vanità del re Davide. Egli coprì i dintorni di Gerusalemme di cadaveri dell'esercito di Sennacherib. Colpì il re Erode, nel momento in cui il suo orgoglio era salito fino al delirio e dove si credeva un dio.  San Gregorio Magno scorse un Angelo in piedi sulla mole di Adriano - ora Castel Sant'Angelo - e che riponeva ugualmente la sua spada nel fodero per indicare la cessazione della peste.  L'Apocalisse, l'abbiamo visto, conferma  questo ruolo degli spiriti celesti. Gli Angeli vi si mostrano in ogni istante come ministri della giustizia divina.

Sette Spiriti celesti, grandi giustizieri di Dio, svuotano sulla terra le sette coppe della sua collera, emblema di formidabili castighi di cui gli uni appartengono probabilmente al passato, gli altri al futuro.

Dio non aspetta l'ultimo giorno per esercitare i suoi giudizi, solamente li esercita al presente in un modo più segreto. Giudizio di Dio, la morte prematura degli empi! Giudizio di Dio, le grandi catastrofi, flagelli, guerre e aids! Giudizio di Dio, le rivoluzioni e gli sconvolgimenti sociali! Giudizio di Dio, la perdita della fede presso i popoli che hanno abusato di questo dono inestimabile! Giudizio di Dio, una certa prosperità temporale che contribuisce all'indurimento del cuore! In tutti questi giudizi si fa vedere l'azione degli Angeli, non perché favoriscano mai il male morale od il peccato, ma nel senso che regolano il corso del mondo in modo tale che scoppi finalmente la giustizia e la misericordia di Dio.

Nell'ultimo giorno, come il giudizio di Dio sarà evidente, la loro azione sarà ugualmente manifesta.

Nel Vangelo di San Matteo, Gesù propone e poi spiega differenti parabole. In una di queste parabole, il mondo è paragonato ad un campo dove spuntano mischiate il loglio con il buon grano. Chi mieterà quel campo? Sono gli Angeli, dice Gesù: "i mietitori sono gli Angeli".  Come pure che i mietitori cominciano col raccogliere il loglio, e lo mettono in fastelli destinati al fuoco, poi raccolgono il buon grano che portano nei granai; così gli Angeli inviati dal Figlio dell'uomo toglieranno dal regno di Dio tutti gli artefici di scandali e gli operai d'iniquità, e li getteranno nella fornace di fuoco dove sara’ pianto e  stridore di denti. E comunque i giusti risplenderanno come il sole nella casa di Dio loro Padre (Mt.13, 39-44).

Più avanti questi stessi spiriti celesti sono assimilati ai pescatori che vuotano le loro reti, riservando i buoni pesci e rigettando i cattivi. "Così sarà alla fine dei secoli: gli Angeli usciranno e separeranno i cattivi da mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace di fuoco dove saranno pianti e stridori di denti" (Mt.13, 49-50).

Gesù impiega dei paragoni, per far risaltare la verità; più tardi egli si accontenta  di esporla senza parabola. "Allora, egli dice, -nell'ultimo giorno - apparirà il segno del Figlio dell'uomo nel cielo, allora piangeranno tutte le tribù della terra, ed esse vedranno il Figlio dell'uomo che viene con grande potenza e maestà. Ed Egli invierà i suoi Angeli con una tromba ed una voce formidabile; ed essi riuniranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra del cielo" (Mt.24, 31).

Secondo questi dati evangelici, gli Angeli avranno un grande ministero da compiere nel dramma della fine del mondo; si può distinguerlo in tre parti: prima del giudizio, durante il giudizio, dopo il giudizio.

Tutto dapprima, dice il testo evangelico, "gli Angeli usciranno". Questa uscita degli Angeli sarà verosimilmente la loro manifestazione sotto una forma visibile, eclatante e formidabile. Essi suoneranno la tromba, grideranno con voce forte. Non bisogna prendere queste espressioni, soprattutto la prima, alla lettera; ma non bisognerà  rinnegare troppo il senso letterale. Gli Angeli si faranno sentire così come si faranno vedere: la loro voce avrà la potenza di risvegliare i morti nelle loro tombe; essi raggrupperanno gli eletti come un comandante riunisce al suono della tromba i suoi soldati dispersi; spingeranno in un luogo i reprobi impenitenti; saranno incaricati  dei preparativi del giudizio.

Essi saranno poi gli assessori dell’Eterno Giudice. "Chiunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, dice Gesù, il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio" (Lc.12,8). Risulta da queste parole che i Santi Angeli assisteranno al giudizio e che la loro presenza non aggiungerà poco alla gioia dei buoni ed alla confusione dei cattivi.

Infine essi interverranno come esecutori del giudizio. Gesù lo fa chiaramente intendere con la parabola della messe. I mietitori fanno la separazione del loglio e del buon grano, e mentre  gettano il loglio nel fuoco,  portano il buon grano nei granai. Così faranno gli Angeli di fronte agli eletti ed ai reprobi. Ed essi agiranno con un meraviglioso ed infallibile discernimento. Faranno in qualche modo la classificazione dei santi e dei reprobi, mettendoli per gruppi secondo il grado dei castighi o delle ricompense. E' questo il senso della parola evangelica: "Essi metteranno il loglio in fascine".  L'ordine sarà eseguito dalla mano degli angeli fin nel luogo spaventoso dove è detto che "non vi regna alcun ordine ma vi abita un orrore eterno" (Gb.10,22). Quelli che hanno commesso dei peccati simili saranno legati insieme nello spavento e nella disperazione di un medesimo castigo.

Ma distogliamo il nostro sguardo da questo spettacolo spaventoso, seguiamo i Santi Angeli che accompagnano gioiosamente gli eletti al paradiso.

Il famosissimo pittore domenicano, Fra Angelico da Fiesole, noto come Beato Angelico, ha rappresentato  l’ultimo giudizio in cui i dannati hanno un'espressione che ridice imperfettamente l'orrore di un'anima disperata. Ma per contro, gli eletti sono dipinti divinamente. Nell'alto del quadro, alle soglie del paradiso, un Angelo dona il santo bacio ad un eletto! L'Angelo e l'eletto di Dio hanno camminato insieme quaggiù; essi si sono conosciuti, si sono amati nella maniera in cui uno spirito ed un'anima si possono amare e conoscere; vi sono state delle lotte: grazie all'Angelo, vi sono state delle vittorie; vi sono state delle cadute forse: grazie all'angelo l’anima si è risollevata. Infine, sostenuto dall'Angelo, l'eletto è arrivato al termine eternamente felice del suo laborioso pellegrinaggio. Egli vede allora, in una luce divina, il suo compagno invisibile; egli lo vede, come Dante contemplava Beatrice, splendente e gioioso. Avviene allora un abbraccio, una fusione di queste due intelligenze, di questi due cuori. L'Angelo introduce l'eletto nel cielo. E tutti e due se ne vanno in Dio come nell'oceano infinito della loro comune beatitudine.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)

 
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