Dopo il Forum, passi avanti nel dialogo con l'Islam |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Dignità della persona umana “maschio e femmina”, protezione delle minoranze religiose, impegno comune per la spiritualità in un mondo “secolarizzato e materialistico”. Al termine del Forum Islam-Santa Sede, Ratisbona sembra lontana. Innescato dalla lettera dei 138 intellettuali islamici di un anno fa, il forum di ieri non rappresenta la fine di un percorso. Semmai è l’inizio di un progressivo avvicinamento. Da parte musulmana, tutti si dichiarano molto soddisfatti dell’incontro. In Vaticano, sono più cauti a non assolutizzare l’incontro. Nel documento comune, si parla di libertà religiosa. Un tema che preme anche a Benedetto XVI. Il quale, ricevendo i partecipanti al Forum, ha affermato che “i leader politici e religiosi hanno il dovere di assicurare il libero esercizio dei diritti nel pieno rispetto della libertà di ogni individuo e della libertà di coscienza e religione. Le persecuzioni sono atti inaccettabili e ingiustificabili, ... ... ancora più deplorevoli se portati avanti in nome di Dio”. Ma nel documento comune si legge anche l’avvio di una collaborazione su più fronti. A cominciare da quello della vita e della famiglia, che si stagliano in una continuità con l’appello di Giovanni Paolo II ai Paesi Islamici, alla Conferenza del Cairo, a formare insieme una “Maginot per la famiglia”. Ma c’è anche l’affermazione della “dignità umana di ogni persona”, che va assicurata e compete a entrambi, “uomini e donne”; e poi “rispetto” per tutte le “minoranze religiose”, i cui simboli mai debbono essere oggetto di “qualsiasi forma di scherno o ridicolizzazione”. C’è poi un impegno pratico: quello di “esplorare la possibilità di stabilire un comitato permanente cattolico-musulmano per coordinare le risposte ai conflitti e altre situazioni di emergenza”, e a incontrarsi nuovamente entro due anni in un Paese a maggioranza musulmana. L’accenno ai diritti umani risponde anche alle obiezioni di uno dei circoli minori del sinodo dei vescovi, che aveva fatto notare le perplessità e difficoltà a far partire il dialogo interreligioso di fronte al mancato rispetto dei diritti umani. Ma il testo afferma anche la necessità di agire sulla finanza per renderla etica e sull’educazione dei giovani per renderli consci della propria identità religiosa e aperti a quella degli altri. Al termine dell’udienza nella Sala Clementina, Benedetto XVI si fermato a lungo a stringere le mani e a scambiare le battute con i delegati, e ha chiarito cosa si aspetta dal Forum. E cioè che “solo partendo dal riconoscimento della centralità della persona e dalla dignità di ogni essere umano, rispettando e promuovendo la vita, possiamo trovare un terreno comune”, per un “mondo in cui le differenze siano pacificamente affrontate e sia neutralizzato il potere devastante delle ideologie”. Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla ) |
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