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Scuola: dal Sinodo una proposta, da Famiglia Cristiana una critica PDF Stampa E-mail

Scuola: dal Sinodo una proposta, da Famiglia Cristiana una critica Dal sinodo dei vescovi arriva la proposta, “da italiano alla scuola italiana”, di monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura: fare studiare un’ora di Bibbia a settimana a scuola, per tutti, e non solo per chi sceglie di frequentare l’ora di religione cattolica, per “conoscere il grande codice della nostra cultura e riuscire a capire la nostra identità”. Sempre sul fronte scuola, “Famiglia Cristiana” attacca il governo per la mozione della Lega sulle classi ponte per i bambini immigrati, che definisce “classi ghetto”, e addita la mozione approvata come “il primo provvedimento razziale del Parlamento”. Monsignor Ravasi parla mentre i lavori del Sinodo sulla Parola di Dio stanno per volgere al termine: lo stesso Ravasi sarà presidente della commissione per il messaggio del sinodo, e quindi le sue dichiarazioni vanno viste anche in un’ottica propositiva: quanto contenuto nel messaggio, sarà ...

... sottoposto al Papa, che ne farà materia dell’esortazione post-sinodale. L’idea dello studio della Bibbia in ogni scuola viene da un tema molto caro a monsignor Ravasi, e cioè che è nella Bibbia che si fonda la cultura occidentale. Per questo, studiarla a scuola, comprenderla, più che un compito religioso sarebbe un esercizio laico di comprensione delle proprie radici. Ravasi cita Chagall, che riteneva la Bibbia “l’alfabeto colorato in cui intingere il pennello”, e poi Nietzsche, a cui “Dio e la religione non stavano molto simpatici”, che riteneva che tra i sentimenti alla lettura di Pindaro e Petrarca o quelli che si provano leggendo la Bibbia ci fosse “la stessa differenza tra la terra straniera e la patria”.

Ravasi fa una proposta tutta sua alla scuola italiana, ma il documento finale del sinodo conterrà di certo l’invito ai fedeli di avere una Bibbia per ogni casa, e, addirittura, una Bibbia per ogni bambino, con grande attenzione alla inculturazione biblica dei giovani. E cioè: attenzione a come la Bibbia viene raccontata ai ragazzi.

Queste le proposte. Ma la Chiesa si è anche dimostrata molto critica sul fronte immigrazione. E la mozione delle classi ponte per gli immigrati, promossa della Lega, non viene ben accolta da “Famiglia Cristiana”, che per prima ha mosso attacchi al governo su questo fronte. “La Lega – scrive il settimanale paolino – e va all’arrembaggio dell’immigrato”, dopo aver proposto le impronte ai rom, il permesso a punti e aver ostacolato i ricongiungimenti familiari. “Il problema dell’inserimento degli stranieri a scuola  è reale – osserva Famiglia Cristiana – ma le risposte sono criptorazziste, non di integrazione. Chi pensa a uno sviluppo separato in Italia, sappia che quel concetto in altra lingua si chiama ‘apartheid’”. Una critica senza remissione. Con il rischio, spiega il settimanale, di “una società spaccata in due, di cui una con meno diritti dell’altra”.

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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