“Ut haec mysteria sacratissimo Beatae Mariae Virginis Rosario recolentes, et imitemur quod continent et quod promittunt, assequamur” (Dalla Preghiera della Festa). Il Rosario ? Sono quattro corone, venti dozzine di Ave Maria, con la meditazione dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi della Vergine Maria. È una preghiera della Santa Vergine che si può dire di divina origine, se si guardano le parole che la compongono : il “Pater”, l’“Ave”. La forma della devozione data da San Domenico, in occasione della lotta spirituale contro le eresie, particolarmente quella degli Albigesi, i frutti di grazie usciti dal Rosario, la vittoria cristiana di Lepanto contro l’invasione dei Turchi, al tempo del papa San Sisto V, l’attaccamento dei santi di ogni epoca alla loro corona, la magnifica tradizione mariana che riunisce da tanti secoli l’amore e la fiducia dei fedeli attorno alla Santa Vergine ed alla corona, sono tanti aspetti popolari e simpatici del Rosario.

Si parla talvolta della monotonia di una formula uniforme così spesso ripetuta. È questa una obiezione senza valore per chi inquadra la pietà come un colloquio filiale con il Padre dei Cieli, con Cristo, con la Madre di Gesù, oltre che nostra Madre e per chi va a cercare nella successione dei misteri del Rosario le ricchezze soprannaturali dell’anima e della vita della Beata Vergine.

Anche la Preghiera della Festa suggerisce dei pensieri familiari ai ferventi servitori della Madonna. Esempi e promesse, ecco ben i frutti d’una meditazione sulla gioia, il dolore e la gloria di Maria.

Il suo posto vicino a Gesù bambino invita alla gioia. L’Annunciazione, la Visitazione, Natale è la buona novella. Essa non va senza il sacrificio costituito e dalla Presentazione di Gesù al Tempio, con la terribile profezia di Simeone ed il Ritrovamento, in questo stesso Tempio, da parte di Maria e Giuseppe, di Gesù nel suo dodicesimo anno. Vi sono nei misteri gaudiosi un miscuglio, così frequente sulla terra, dello sforzo e della prova con la più grande gioia. Comunque agli esempi d’umiltà, di carità fraterna, di distacco, di obbedienza e di pietà di Maria, si congiunge un ottimismo fondamentale per la coscienza cristiana veramente comprensiva del mistero di Cristo. Con i misteri della luce, recentemente istituiti da Giovanni Paolo II, facciamo memoria del battesimo del Signore, delle nozze di Cana, dell’annuncio del Regno, della Trasfigurazione ed infine dell’istituzione dell’Eucarestia.

Coi misteri dolorosi dell’Agonia del Getsemani, della Flagellazione, della Coronazione di spine, del Portamento della Croce e della Morte sulla Croce, noi siamo in piena Passione e Redenzione. Là ancora gli esempi sono numerosi e precisi, il dolore del peccato, la mortificazione dei sensi, dell’amor proprio, la pazienza sotto la croce e la buona morte ci insegnano la scienza di Cristo crocifisso, mentre che le promesse trovano in questa Passione la fonte stessa delle loro realizzazioni.

Infine i misteri gloriosi anch’essi uniscono l’esempio delle virtù legate ad ognuno di loro e le speranze del cielo di cui tutti sono così potenti evocatori. Resurrezione e fede, Ascensione e speranza, Pentecoste e carità, Assunzione e desiderio del cielo, Coronamento della Santa Vergine e fiducia in Maria, ecco veramente una atmosfera spirituale profonda.

Sgranando il nostro Rosario, ripetendo le semplici e grandi parole del Saluto Angelico, il pensiero dei misteri del Rosario ci unisce alla Madonna che noi seguiamo così attraverso le fasi della sua santa vita, così ricca di esempi da imitare, così feconda in speranze divenute realtà dalla Redenzione di Cristo e l’Universale Maternità di Maria.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)