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Chi ostacola la messa in latino. Chi è un tradizionalista insaziabile PDF Stampa E-mail

Chi ostacola la messa in latino. Chi è un tradizionalista insaziabileBenedetto XVI ha parlato anche della liberalizzazione del rito preconciliare nel suo incontro con i vescovi francesi. In Francia, le polemiche per le aperture del Motu Proprio del Papa sono state intense, ma Benedetto XVI ha invitato i vescovi francesi a fare tutto il possibile per evitare divisioni, accogliendo i tradizionalisti. “Alcuni frutti – ha detto, riferendosi proprio al Motu Proprio – di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l’indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere in tempi ragionevoli a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture di Cristo non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire a casa sua, e mai rifiutato”.La volontà è quella di arricchire il rito post-conciliare con quello pre-conciliare, andando incontro a quanti si sentono ancora legati al rito ...

... svolto con Messale di San Pio V. A Roma è stata istituita anche una parrocchia che celebra solo la Messa nell’antico rito. Eppure, le difficoltà non sembrano sopirsi. Tanto che nella stessa Chiesa, i vescovi ostacolano l’applicazione del Motu Proprio sulla Messa in latino. È la denuncia di monsignor Camille Perl, segretario della Commissione Ecclesia Dei. Monsignor Perl parla al Convegno “Il motu proprio Summorum Pontificorum di Sua Santità Benedetto XVI – Una ricchezza spirituale per la Chiesa un anno dopo”. E ricorda: “In Italia la maggioranza dei vescovi, con poche ammirevoli eccezioni, hanno posto ostacoli all’applicazione del motu proprio sulla messa in latino. Lo stesso bisogna dire di molti superiori generali che vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa secondo il rito antico”.

I motivi? Riguardano anche l’educazione dei sacerdoti, cui è stato insegnato che il rito di San Pio V è superato. Molti giovani sacerdoti, poi, non sanno assolutamente come celebrare con il rito di San Pio V, anche se da alcuni c’è una richiesta di ritornare alla tradizione.

Ma ostacoli alla messa in latino ci sono anche all'estero: "In Germania la Conferenza episcopale ha pubblicato una direttiva molto burocratica che rende di difficile applicazione il motu proprio". Le richieste da parte dei fedeli provengono da un nucleo di Paesi: Francia, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Australia. In Francia vi sono luci e ombre. Alcuni giovani sacerdoti hanno preso l'iniziativa, ha spiegato monsignor Perl, di celebrare la messa secondo il rito di San Pio V rivisto da Giovanni XXIII senza chiedere l'autorizzazione ai vescovi. "Del resto - ha detto il Segretario di Ecclesia Dei - il Papa aveva messo nelle loro mani il messale antico. Alcuni vescovi hanno appoggiato queste iniziative, altri no".

C’è un problema più generale: la scarsità di sacerdoti. "Si accumulano – dice monsignor Perl - sulla mia scrivania le lettere di fedeli di varie parti del mondo che reclamano l'applicazione del motu proprio. Ma bisogna tenere conto del fatto che il numero dei sacerdoti è scarso un po' ovunque. Così un prete che deve già celebrare tre o quattro messe in un giorno non riesce ad aggiungerne un'altra. Questo è un problema soprattutto nelle diocesi di campagna in Francia e in Germania dove un solo prete ha un territorio ampio da coprire".

Anche negli Stati Uniti ci sono fedeli che devono fare parecchia strada per raggiungere la chiesa dove si celebra la messa in latino perché non tutti i sacerdoti la vogliono celebrare. Così, dice Perl, "dobbiamo ricordarci che un anno è poco nella vita della Chiesa, ed è normale che molti fedeli siano delusi perché pensavano a un'applicazione immediata e capillare ovunque". Conclude Perl: "Non abbiamo intenzione di fare il processo alla liturgia nuova", tuttavia la liturgia post-conciliare "è una mescolanza di antico e nuovo che produce spesso una mancanza di armonia e una confusione".

Dall’altra parte, il cardinal Castrillon Hoyos fa notare che, in merito all’applicazione del Motu Proprio, ci sono alcuni tradizionalisti che sono “insaziabili”. Castrillon denuncia addirittura che sono arrivate richieste per “dedicare la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma in modo esclusivo al rito antico”. “Insaziabile, incredibile”, dichiara Castrillon Hoyos. Che spiega che coloro che parlano di “vittoria” quando il Papa dà la comunione ai fedeli in ginocchio sbagliano, e non aiutano il progetto di Benedetto XVI.

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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