Lourdes |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions “Aquero”. Così Bernadette Soubirous, una contadina quattordicenne di Lourdes, chiamava la Madonna, quando cominciarono le apparizioni. “Aquero”, nel dialetto guascone della zona, l’unico che Bernadette sapesse parlare, significa “quella cosa lì”. Solo alla sedicesima apparizione, “aquero” risponderà a Bernadette nella stessa lingua, dicendo: “Que soy era Immaculada Councepciou”, sono l’Immacolata Concezione. Parole che Bernadette si ripeterà continuamente nella mente, fino ad arrivare di fronte al suo parroco a riferirle: lei non ne comprendeva il significato. La prima apparizione nella grotta di Massabielle data l’11 febbraio del 1858: centocinquant’anni fa. L’anno giubilare di Lourdes è stato aperto il giorno dell’Immacolata dal cardinal Ivan Dìas, prefetto di Propaganda Fide. Benedetto XVI sarà a Lourdes dal 12 al 15 settembre, per un incontro con i malati, portati da decenni al santuario dai "treni bianchi" dell'Unitalsi". Forse è stata anche la presenza della neonata ferrovia ai tempi di Bernadette (che conduceva alle stazioni termali di gran moda lungo i Pirenei) a favorire l’accesso al santuario. Che dopo un secolo e mezzo risulta il più visitato della cristianità: sei milioni di visitatori all’anno, che hanno fatto del piccolo centro di Lourdes la seconda località alberghiera di Francia. I “treni bianchi” partono da più di un secolo, e varie volte l’anno. Già nell’Ottocento la Chiesa riconobbe le prime guarigioni miracolose, e dal 1882 c’è un Bureau Medical che vaglia l’attendibilità delle guarigioni miracolose: fino ad oggi ne ha riconosciute sol 67 su più di settemila casi vagliati. Il perché lo spiega padre Lauretin, in un libro-intervista scritto con il vaticanista del Giornale Andrea Tornielli (Lourdes. Inchiesta sul mistero a 150 anni dalle apparizioni, Edizioni Art): “Il Novecento è stato il secolo dello scientismo che affermava: non c’è Dio e non c’è miracolo, la scienza sa tutto e può escludere la possibilità di un miracolo, dunque non c’è intervento esterno di Dio. Di fronte a questa posizione, il ragionamento della Chiesa è stato il seguente: fondiamo un solo miracolo in modo scientifico, facciamo presente che per uno dei casi c’era in ballo una malattia disperata, con una diagnosi senza speranza, e che la guarigione è stata immediata, completa, riscontrabile. E come conclusione affermiamo che questa guarigione non è scientificamente spiegabile da parte della scienza. Così lo scientismo viene ribaltato, confuso”. Il racconto delle apparizioni, già ai tempi di Bernadette, scatenò una contesa tra laici e cattolici, in un’epoca in cui era molto sentito il dibattito sulla laicità dello Stato. D’altronde, la lotta fra credenti e anticlericali attraversa tutto l’Ottocento francese e arriva fino alle espropriazioni dei beni religiosi con le leggi del 1905. Un dibattito così sentito che il romanzo che Emile Zola ha scritto sul santuario, Lourdes (1894) è stata una delle sue opere di successo. Lo scrittore si presenta armato di grande scetticismo al santuario, e assiste a due guarigioni miracolose. Che spiegherà essere transitorie, visto che le due donne guarite sono morte pochi giorni dopo. Una di loro, però, non si arrese e continuò a protestare sui giornali dicendosi viva e vegeta. Zola arrivò al punto da andarla a trovare per offrirle del denaro in cambio del suo silenzio. Al santuario ci va anche il medico Alexis Carrell (che vincerà il Nobel per la medicina): accompagna una paziente, si arrende al miracolo e viene in seguito costretto a emigrare negli Stati Uniti, per l’ostilità dei colleghi. È così che Lourdes rimane a lungo al centro di polemiche e discussioni. Un dibattito che appare quanto mai attuale. E che il cardinal Dìas ha sottolineato in una omelia dai toni apocalittici. “Queste apparizioni – ha detto – annunciano l’entrata decisiva della Vergine Maria nel pieno della guerra con il diavolo. La lotta tra Dio e il suo nemico si incattivisce oggi ancor più che ai tempi di Bernadette. Il mondo si trova terribilmente inghiottito nel gorgo di un secolarismo che vuole creare un mondo senza Dio, del relativismo e dell’indifferenza religiosa”. E spiega poi che è in corso “il più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto, la lotta finale tra la Chiesa e l’anti-Chiesa, tra il Vangelo e l’anti-Vangelo”. E le armi per combattere, secondo il cardinal Dìas, sono “la conversione del cuore, la devozione all’eucarestia, la recita quotidiano del rosario”. Proprio il rosario è stato il segno distintivo della Madonna di Lourdes: compare davanti a Bernadette per la prima volta con un rosario in mano, e lo recita in silenzio, insieme a lei. Solo al terzo incontro, il 18 febbraio, “aquerò” rivolge la parola a Bernadette. Al di là di ogni polemica tra scienza e fede, e delle polemiche sulle spiegazioni dei miracoli, c’è da notare che praticamente da subito le persone si raccolgono intorno alla grotta con Bernadette. Alla sesta apparizione, il 21 febbraio, Bernadette è seguita da circa cento persone. Alla quindicesima, il suo seguito sarà di circa ottomila persone. E Bernadette non cambia mai la sua versione e decide, dopo, di diventare suora, e andare a Nevers, a cento chilometri di distanza da Lourdes, vivendo serenamente il resto dei suoi giorni. Il vero miracolo è nella naturalezza con cui le apparizioni e i miracoli sono stati accettati. Una naturalezza che farà esclamare a Mario Soldati, in Un viaggio a Lourdes: “Eppure, se io fossi veramente religioso, se io avessi ancora la fede della mia adolescenza, i discorsi di questi dottori mi offenderebbero più di quanto mi offendono ora. Siamo di fronte all’intervento di Dio, e quelli parlano di linfocitisi, di albumina, di bacilli di Koch!”. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla ) |
< Anterior | Siguiente > |
---|