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L'Agenda del PapaÈ finita la vacanza del Papa a Bressanone: ora il Pontefice torna a Castel Gandolfo, per passare nella residenza estiva l’ultima parte dell’estate, e prepararsi ad un autunno pieno di impegni. A cui se ne potrebbe aggiungere uno nuovo. La notizia ha avuto poco risalto sui mezzi di informazione, ma rientra a pieno titolo in quelle varie iniziative per il dialogo che si stanno monitorando su questa rubrica: Ahmed Badr Al Din Hassun, Gran Muftì della Siria, ha invitato Benedetto XVI a recarsi nel suo paese, nel corso dell’Anno Paolino che ha preso il via a giugno. Il Muftì ha annunciato personalmente l’invito al Papa, spiegando che “la sua presenza tra noi sarà di grande significato”, e aggiungendo che Joseph Ratzinger sarà “graditissimo ospite, più di un fratello”. Di più: il Muftì vorrebbe incontrare Benedetto XVI anche in Italia, durante le celebrazioni dell’Anno Paolino. È il segnale di un rinnovato spirito di dialogo tra mondo islamico e mondo cattolico dopo il discorso di Ratisbona.

Lì il discorso del Pontefice fu male interpretato: Benedetto XVI, nella lectio magistralis, aveva citato Manuele II di Bisanzio, che, nel 1402, criticava la religione islamica per le violenze commesse dai suoi seguaci. L’accaduto suscitò scontri e reazioni dure nel mondo islamico, che avevano considerato l’interpretazione di Manuele quella del Pontefice. Già allora, il Gran Muftì scrisse al Santo Padre, “per avere chiarimenti dopo le parole pronunciate a Ratisbona, e lui mi ha risposto, chiarendomi il vero senso dell’intervento”.

Tra l’altro, il Gran Muftì figura tra i firmatari della lettera dei 138, con la quale il mondo islamico ha aperto un canale di dialogo con il Pontefice. E il legame con la Siria sarà forte a ottobre, quando una delegazione di prelati, guidata dal presidente della Cei Angelo Bagnasco, si recherà laggiù. La visita sarà poi ricambiata da ministri siriani e leader religiosi.

Un’altra apertura, cui fanno da contraltare le parole critiche del cardinale Tauran alla Conferenza di Madrid. Tauran ha lamentato che nel documento finale non ci sia un riferimento alla libertà religiosa. Ma ha citato il Papa, convinto che “il dialogo basato sull’amore e sulla verità è la strada migliore per portare felicità e armonia ai popoli della terra”. Poi ha stabilito tre semplici punti per portare avanti il dialogo: Il card. Tauran individua anche 3 semplici e importanti obbiettivi del dialogo:aumentare la conoscenza reciproca, incoraggiare lo studio delle religioni in maniera obbiettiva, formare le persone al dialogo interreligioso. Infine, ha affermato: “Non intendo direche tutte le religioni sono uguali, ma che tutti coloro che cercano Dio hanno pari dignità”. È forse la sintesi migliore tra il progressismo new age del dialogo interreligioso e la chiusura tradizionalista, che impedisce una vera apertura al dialogo considerando la fede cristiana superiore in partenza.

Questo sarà uno degli impegni in agenda per il Papa, che ha approfittato delle vacanze per lavorare alla stesura del suo secondo volume su Gesù. Un volume sulla figura storica di Gesù era necessario, anche alla luce della Jesus Quest, la disputa sull’identità storica di Gesù che appassiona da anni gli Stati Uniti e che in Italia è giunta, di sguincio, con il libro Inchiesta su Gesù, di Augias e Pesce. Un libro contestabile nelle linee storiche (a volte persino fallace nella documentazione), che però ha il merito di portare in Italia il dibattito. Un dibattito tanto importante che il Papa ha voluto scrivere un primo volume, e ora sta lavorando sul secondo, mettendolo in campo proprio come parte della disputa, e non come parte del suo lavoro di Pontefice. Quindi sottraendolo, così, con una decisione rivoluzionaria, al dogma dell’infallibilità papale. La discussione è aperta, dunque.

Altro appuntamento che attende il Pontefice è il viaggio a Lourdes, dal 12 al 15 settembre, per il centocinquantenario per le apparizioni. L’apice del viaggio sarà la messa del 13 settembre alla spianata des Invalides, dove la partecipazione sarà massiccia. Sul capitolo nomine, non sembrano esserci nomine importanti in vista. Ma ci saranno, dato che anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, ha raggiunto la soglia dei 75 anni. Si cerca il nome di un successore all’altezza, ma per ora non girano nomi di alternative valide: probabile che il cardinale Kasper venga riconfermato per altri due anni.

Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla )

 
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