Politica per la vita a quarant'anni dall'Humanae Vitae |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Roma. Un segno di contraddizione per il mondo di oggi e per il tempo nel quale è stata pubblicata. Il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, tra l’altro storico della Chiesa, ha definito così l’enciclica Humanae Vitae, a quarant’anni dalla sua pubblicazione. Firmata da Paolo VI, condannò la contraccezione con i metodi artificiali, l’edonismo e le politiche di pianificazione familiare imposte frequentemente alle nazioni povere dalle nazioni più ricche. Un segno di contraddizione tale che – a quarant’anni dalla pubblicazione – l’enciclica continua a far discutere. E ha subito l’attacco – su una pagina a pagamento del Corriere della Sera, cosa insolita per questo tipo di dibattiti – di 59 agenzie cattoliche dissidenti, con una lettera che ha un inizio a dir poco battagliero: “Nei confronti della sessualità umana, la Chiesa cattolica romana necessita urgentemente un nuovo atteggiamento, che sia lontano dalla paura e che ... ... sia fondato sull’amore, perché la sessualità è portatrice di energia vitale di ogni essere umano creato da Dio e da lui amato”. “Noi siamo Chiesa”, in particolare, agenzia cattolica di stampo progressista che spesso ha lanciato attacchi alla Curia romana, rilegge l’enciclica di Paolo VI. “Lo scopo di questa enciclica – dicono i rappresentanti dell’agenzia – era quello di valorizzare l’amore coniugale e di proporre una sessualità che andasse al di là del solo scopo di trasmettere la vita”. Ma questo scopo – proseguono –non fu capito. E segnalano cinque punti da seguire: dall’accettazione della sessualità e anche dell’omosessualità sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, al cambiamento che c’è stato nella condizione delle donne, passando per il ruolo prioritario della coscienza sulle questioni di morale sessuale, al problema dell’Aids, che non potrebbe essere affrontato solo con la castità, arrivando infine a un percorso che “coinvolga tutte le confessioni e tutte le religioni per formulare delle linee di etica sessuale che siano generalmente accettate ed applicate. Un attacco frontale, che la Sala Stampa della Santa Sede respinge al mittente. “I firmatari – dice Padre Lombardi, presidente della Sala Stampa – sono un certo numero di gruppi ben noti per le loro posizioni contestatrici, che non si limitano al solo insegnamento sulla morale coniugale, ma riguardano molti altri argomenti (ad esempio l’ordinazione delle donne) e si pongono da tempo in antitesi con il magistero della Chiesa”. L’Humanae Vitae fa, insomma, ancora discutere. La scelta di condannare la contraccezione artificiale – lo nota anche l’Osservatore Romano – fu presa da Paolo VI senza tenere conto del parere della Commissione Teologica, che invece parlava semplicemente di paternità responsabile. Una scelta difficile, per il Papa. Che in questo modo voleva, da un lato, aprire la strada per una sessualità responsabile, e dall’altra evitare che le politiche di pianificazione familiare diventassero uno strumento di controllo dei Paesi sviluppati sui Paesi in via di sviluppo. La stessa posizione che la Chiesa porterà avanti nella Conferenza della Donna di Beijing. Mary Ann Glendon, capo della delegazione della Santa Sede. Che disse che – se si voleva andare nell’interesse delle donne – allora prima di tutto bisognava evitare le pianificazioni familiari forzate e combattere le violenze sulle donne, non aprire all’aborto e alla contraccezione forzata. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( This e-mail address is being protected from spam bots, you need JavaScript enabled to view it ) |
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