Neocatecumenali, il 13 Giugno sono stati approvati gli statuti |
Gli statuti del movimento Neocatecumenale sono stati approvati il 13 giugno. Mentre i testi che raccolgono le catechesi rivolte ai membri delle comunità neocatecumenali sono da molti anni sotto l'esame delle autorità vaticane, ma la loro approvazione definitiva sembra ancora lontana. Questi testi, in vari volumi sotto il titolo "Cammino Neocatecumenale. Orientamenti alle équipes dei catechisti", raccolgono la tradizione orale degli iniziatori del movimento e in particolare di Kiko e Carmen Hernández. Non sono pubblici e la Congregazione Vaticana per la dottrina della fede ha condizionato la sua approvazione a una serie numerosa di correzioni. Gli statuti dei neocatecumenali sono stati approvati con delle modifiche. La più sostanziale riguarda il modo in cui prenderanno la comunione: in piedi, e non più seduti, come se fossero ad una mensa e come era loro d’uso. Si tratta di una sorta di “indulto”: da una parte, si consente ai neocatecumenali di non andare in processione verso l’altare; dall’altra, gli si chiede di alzarsi in piedi e recarsi attorno all’altare, con il celebrante che passerà a distribuire la comunione. Una modifica liturgica che è frutto del confronto e del cammino compiuto insieme con i vari dicasteri della Curia Romana. E poi, si richiede loro una maggiore partecipazione alla vita della comunità, con la presenza ad almeno una messa comunitaria al mese. È stata una prova di fiducia, in un certo senso. Le indiscrezioni che trapelano raccontano che, tra le varie congregazioni implicate nell’approvazione degli Statuti (la Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per il Culto Divino la Disciplina dei Sacramenti e dello stesso Pontificio Consiglio per i Laici), La Congregazione per il Culto ha avanzato ben più di queste riserve. Addirittura dando parere completamente negativo. Probabilmente per questo era girata anche la voce di un ulteriore approvazione ad experimentum degli statuti. Come già era successo nel 2002, quando Giovanni Paolo II aveva concesso cinque anni ad experimentum al cammino Neocatecumenale. Il tempo era scaduto nel giugno del 2007, e poi non si era saputo più niente. Solo all’inizio della Quaresima di quest’anno, parlando ai preti della diocesi di Roma, Benedetto XVI aveva fatto accenno ai dubbi se approvare o meno gli statuti neocatecumenali. E già nel dicembre del 2005 il cardinal Francis Arinze, su mandato di Benedetto XVI, aveva scritto una nota ai fondatori del cammino Kiko Arguelo e Carmen Hernandez, ai quali si concedevano due anni per adeguare la liturgia neocatecumenale a quella della Chiesa. Nella missiva, che si rivela contenere le modifiche liturgiche chieste da Benedetto XVI, si leggeva: “Nella celebrazione della Santa Messa il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa senza omettere né aggiungere nulla. La Domenica è il giorno del Signore: il Santo Padre decide che per il Cammino Neocatecumenale, almeno una domenica al mese, le comunità devono partecipare alla Santa Messa della Comunità Parrocchiale. Per le altre tre settimane, il cammino Neocatecumenale in ogni diocesi sia in dialogo con il vescovo diocesano”. E nel 2006, pochi mesi dopo la lettera di Arinze, Benedetto XVI aveva “fraternamente ammonito” il Cammino Neocatecumenale ad attenersi alla liturgia di Santa Romana Chiesa. Si è preferito, però, approvare gli Statuti in via definitiva, senza dare un ulteriore periodo di prova, pur recando sostanziali modifiche alla liturgia. Cosa che probabilmente in parte era temuta dai fondatori del Cammino Kiko Arguelo e Carmen Hernandez, i quali solo di recente, su suggerimento del leader di un altro movimento, hanno stilato i propri statuti. Mentre per anni le loro catechesi sono state diffuse solo all’interno del Cammino. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ) |
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