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Niente voti, niente risoluzioni per gli Anglicani della Conferenza di Lambeth PDF Imprimir E-Mail
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Niente voti, niente risoluzioni per gli Anglicani della Conferenza di LambethLa conferenza di Lambeth si tiene una volta ogni dieci anni: raccoglie i vescovi anglicani da tutto il mondo. Questa conferenza di Lambeth è particolarmente importante: si tiene a ridosso di qualcosa che nella Chiesa anglicana non viene chiamato scisma, ma che ci assomiglia tanto, e che riguarda la possibilità per gli omosessuali di diventare sacerdoti. Una vera e propria spaccatura che si è creata all’interno della Chiesa, in un lacerante dibattito interno che a Lambeth avrebbe dovuto trovare risposta. Ma da Lambeth non c’è niente che possa far capire che ci siano buone notizie all’orizzonte. L’anglicanesimo ha fatto sempre più notizia, in questi ultimi giorni, per tutte le ragioni con le quali conservatori e liberali si infiammavano sempre più in una discussione accesissima sull’ordinazione di gay e la benedizione delle unioni dello stesso sesso. Più di un quarto dei vescovi si sono tenuti alla larga da Lambeth, in ...

... segno di protesta. Una mossa che ha scosso la Comunione Anglicana. Non è uno scisma, e non porterà ad uno scisma, ha detto il primate della Chiesa anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Ma le frizioni sono notevoli.

Così, a Lambeth si è arrivati ad una soluzione per mantenere le polemiche al minimo: i vescovi sono stati riuniti in gruppi chiamati “Indaba”. Si tratta di gruppi di circa 40 persone, e il nome viene dalla parola zulu “indaba”, che è quella che serve a designare una discussione fruttuosa. Ma gli organizzatori – riporta la Reuters – spiegando il concetto hanno anche avvertito che dopo due settimane di discussione questi gruppi non produrranno un testo, o una lettera enciclica. Si tratta – hanno spiegato – di una discussione aperta, e con una conclusione. Ma non aperta ai media, che – sempre la Reuters – denunciano di non poter assistere alle sedute e raccontare quello che succede realmente.

La procedura dovrebbe essere questa: prima ci si raccoglie, poi si sceglie un ascoltatore che aiuterà a mettere insieme un documento finale di riflessione. Non ci saranno, in pratica, confuse battaglie su risoluzioni come quelle che riguardano il dibatto sull’omosessualità, che ha dominato la conferenza di Lambeth nel 1998. Fortunatamente non ci si aspettano, insomma, conclusioni finali sorprendenti, date queste premesse.

Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla )

 
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