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Un piccolo Ratzinger a Roma: è il Cardinale Canizares PDF Stampa E-mail

Un piccolo Ratzinger a Roma: è il Cardinale CanizaresCi sarà anche un “piccolo Ratzinger”, oltre a Benedetto XVI, nella Curia vaticana. Da novembre, infatti, stando a voci che trovano una conferma sempre maggiore, dovrebbe essere nominato prefetto della Congregazione per il Culto Divino il cardinale Antonio Canizares. Sessantadue anni, Canizares si è distinto in Spagna per la sua forte opposizione al governo Zapatero, specialmente per quanto riguarda la politica famigliare del primo ministro socialista. È stata sua l’organizzazione del grande Family Day spagnolo, benedetto personalmente dal Papa in video collegamento. Per Zapatero, il cardinale Canizares ha rappresentato una opposizione difficile da zittire. Non si sa se, nel colloquio riservato che il segretario di Stato cardinal Bertone e il premier spagnolo Zapatero hanno avuto a margine del meeting della Fao a Roma, Bertone abbia avvisato Zapatero della prossima nomina curiale.

E non manca chi crede che, con questa nomina, il Vaticano voglia attuare una sorta di Ostpolitik nei confronti della Spagna: ovvero la promozione di un oppositore scomodo a Roma, perché si appianino le frizioni tra Santa Sede e Spagna e si possa pensare ad un colloquio fruttuoso sul fronte della politica familiare.

In realtà, l’arrivo a Roma di Canizares rappresenta un passo avanti di Ratzinger nella formazione di una Curia a lui più affine. Dalla sua elezione, Benedetto XVI ha deciso di occuparsi del governo della Chiesa molto più di quanto avesse fatto il suo predecessore, e questa sua intenzione si legge proprio nelle nomine che hanno via via contraddistinto il suo pontificato: se il partito polacco, favorito dal segretario di Wojtila Dziwisz, aveva piano piano conquistato il controllo della Curia, Ratzinger, con una attenta politica, ha indirizzato la Curia verso una politica a lui più congeniale. Con pazienza, senza procedere a nomine affrettate, e tenendo conto (particolare importante) anche della volontà delle persone che avrebbe coinvolto.

Per questo, di un arrivo di Canizares a Roma si parlava da molto tempo. Si pensava – sull’onda del family day spagnolo – ad un incarico al Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ma la Congregazione per il Culto (dove andrà a prendere il posto del “pensionato” cardinal Arinze) è sicuramente un incarico più importante: un posto chiave, da dove ci si pronuncia sull’ortodossia della liturgia. E la liturgia è un tema assai caro a Benedetto XVI.

Con la nomina di Canizares, il puzzle delle nomine di Curia sarebbe pressoché completo. Alla Segnatura Apostolica è andato il cardinal Leo Burke, durissimo oppositore dei cattolici democratici in America (ha animato il dibattito sull’opportunità di dare la Comunione ai politici abortisti); alla segreteria della Congregazione per la Dottrina per la Fede (la nomina è di mercoledì) è stato nominato Luis Ladaria, gesuita, spagnolo, classe 1944, un passato da insegnante di storia del dogma nell’università Pontificia di Comillas, in Spagna, e poi all’università gregoriana. Se Burke rappresentava qualcosa di diverso dalla teologia affermativa predicata da Benedetto XVI (difesa forte della fede, con uno stile gentile e razionale), essendo il cardinale di Saint Louis qualcosa di più simile a un “guerriero culturale”, la nomina di Ladaria sembra essere più vicina allo stile di Ratzinger: i suoi ex colleghi in Gregoriana lo definiscono gentile e affidabile, amato come professore (di teologia trinitaria) per il suo stile chiaro e il suo comportamento cordiale con gli studenti. Addirittura, c’è chi lo definisce la “migliore mente teologica della Gregoriana”. Soprattutto, si è distinto per il grande lavoro come consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede guidata da Ratzinger.

Ecco così che la Curia si è delineata seguendo l’impronta del Pontefice: da monsignor Fisichella alla Pontificia Accademia per la Vita, fino a monsignor Amato (che del Sant’Uffizio è stato segretario fino a poco fa) alla Congregazione per le Cause dei Santi, passando, appunto, per Burke e Ladaria, la Curia si contraddistingue per un alto profilo teologico e la volontà di raccontare con forza la fede, e con la forza della ragione.

Articolo a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ) pubblicato su La Sicilia, 13 luglio 2008, pag. 50

 
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