Un piccolo Ratzinger a Roma: è il Cardinale Canizares |
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E non manca chi crede che, con questa nomina, il Vaticano voglia attuare una sorta di Ostpolitik nei confronti della Spagna: ovvero la promozione di un oppositore scomodo a Roma, perché si appianino le frizioni tra Santa Sede e Spagna e si possa pensare ad un colloquio fruttuoso sul fronte della politica familiare. In realtà, l’arrivo a Roma di Canizares rappresenta un passo avanti di Ratzinger nella formazione di una Curia a lui più affine. Dalla sua elezione, Benedetto XVI ha deciso di occuparsi del governo della Chiesa molto più di quanto avesse fatto il suo predecessore, e questa sua intenzione si legge proprio nelle nomine che hanno via via contraddistinto il suo pontificato: se il partito polacco, favorito dal segretario di Wojtila Dziwisz, aveva piano piano conquistato il controllo della Curia, Ratzinger, con una attenta politica, ha indirizzato la Curia verso una politica a lui più congeniale. Con pazienza, senza procedere a nomine affrettate, e tenendo conto (particolare importante) anche della volontà delle persone che avrebbe coinvolto. Per questo, di un arrivo di Canizares a Roma si parlava da molto tempo. Si pensava – sull’onda del family day spagnolo – ad un incarico al Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ma la Congregazione per il Culto (dove andrà a prendere il posto del “pensionato” cardinal Arinze) è sicuramente un incarico più importante: un posto chiave, da dove ci si pronuncia sull’ortodossia della liturgia. E la liturgia è un tema assai caro a Benedetto XVI. Con la nomina di Canizares, il puzzle delle nomine di Curia sarebbe pressoché completo. Alla Segnatura Apostolica è andato il cardinal Leo Burke, durissimo oppositore dei cattolici democratici in America (ha animato il dibattito sull’opportunità di dare la Comunione ai politici abortisti); alla segreteria della Congregazione per la Dottrina per la Fede (la nomina è di mercoledì) è stato nominato Luis Ladaria, gesuita, spagnolo, classe 1944, un passato da insegnante di storia del dogma nell’università Pontificia di Comillas, in Spagna, e poi all’università gregoriana. Se Burke rappresentava qualcosa di diverso dalla teologia affermativa predicata da Benedetto XVI (difesa forte della fede, con uno stile gentile e razionale), essendo il cardinale di Saint Louis qualcosa di più simile a un “guerriero culturale”, la nomina di Ladaria sembra essere più vicina allo stile di Ratzinger: i suoi ex colleghi in Gregoriana lo definiscono gentile e affidabile, amato come professore (di teologia trinitaria) per il suo stile chiaro e il suo comportamento cordiale con gli studenti. Addirittura, c’è chi lo definisce la “migliore mente teologica della Gregoriana”. Soprattutto, si è distinto per il grande lavoro come consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede guidata da Ratzinger. Ecco così che la Curia si è delineata seguendo l’impronta del Pontefice: da monsignor Fisichella alla Pontificia Accademia per la Vita, fino a monsignor Amato (che del Sant’Uffizio è stato segretario fino a poco fa) alla Congregazione per le Cause dei Santi, passando, appunto, per Burke e Ladaria, la Curia si contraddistingue per un alto profilo teologico e la volontà di raccontare con forza la fede, e con la forza della ragione. Articolo a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ) pubblicato su La Sicilia, 13 luglio 2008, pag. 50 |
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