Vallini a capo della Diocesi di Roma |
E’ ufficiale: il cardinale Agostino Vallini è il nuovo vicario della Diocesi di Roma. Succede al cardinal Ruini, che Benedetto XVI ha salutato ieri in un’udienza agli officiali del vicariato di Roma. Un pullmann di prelati, che da San Giovanni in Laterano (sede del vicariato) è partito per San Pietro, dove c’è stato il passaggio di consegne, e poi la recita dell’Angelus insieme al Papa. Benedetto XVI ha salutato il cardinal Ruini con grande simpatia ed apprezzamento. “L’apostolato, specialmente nel nostro tempo, deve nutrirsi costantemente di pensiero, per motivare il significato dei gesti e delle azioni, altrimenti è destinato a chiudersi in sterile attivismo. E Lei, signor Cardinale, ha offerto in tal senso un contributo rilevante, ponendo al servizio del Santo Padre, della Santa Sede e della Chiesa intera le sue ben note doti di intelligenza e sapienza”, ha detto il Papa. Un discorso di elogio profondo, con grande attenzione per il Progetto Culturale, creatura di Ruini, che ora ne andrà a presiedere il neonato comitato. Quindi, il saluto ad Agostino Vallini, il successore, cui affida l’incarico, “tenendo conto dell’esperienza pastorale”. Classe 1940, ecclesiologo e studioso di diritto canonico (che ha insegnato all’Università Lateranense, dove ha avuto come successore alla cattedra niente meno che il cardinal Bertone, l’attuale segretario di Stato), il cardinal Vallini ha maturato la sua esperienza pastorale prima come rettore del seminario di Napoli, poi come vescovo ausiliare a Napoli, dove ha servito per 11 anni. Il cardinal Giordano, l’ex arcivescovo di Napoli, lo avrebbe voluto come suo successore. Gli fu preferito il cardinal Sepe, e lui fu destinato prima alla diocesi di Albano (che comprende anche Castel Gandolfo, residenza estiva del Papa) e poi a presiedere la Segnatura Apostolica, in pratica la “Cassazione” vaticana. Chi lo conosce racconta che è preciso, corretto, discreto e prudente. Soprattutto, non ha grande interesse per la politica, e con i media ha mantenuto sempre un profilo basso. Qualità che – a quanto pare – è stata molto apprezzata da Benedetto XVI e dal cardinal Bertone, che vuole gestire in prima persona i rapporti con la politica. Certo è che il basso profilo con i media è dovuto anche alla delicatezza dell’incarico che era stato affidato a Vallini: la Segnatura Apostolica è un tribunale per sua natura segreto, i cui provvedimenti vengono presi “in nomine Summi Pontefici”, e dunque la cautela è d’obbligo. Ma il riserbo del cardinal Vallini si misura anche nei rapporti umani, nei quali mantiene sempre un certo distacco, anche quando si instaura una certa confidenza. Il ruolo di vicario di Roma con lui acquisterà una caratteristica più “pastorale” rispetto al “regno” di Ruini, e non potrebbe essere altrimenti. Il cardinal Ruini, d’altro canto, aveva dalla sua Giovanni Paolo II, che era il vero e proprio motore della diocesi di Roma, e visitava di continuo le parrocchie. Mentre Benedetto XVI si dedica di più al governo della Chiesa, e quindi sarà Agostino Vallini a prendere la guida pastorale della città. Una curiosità: al suo posto, alla Segnatura Apostolica, è stato nominato Leo Burke, finora arcivescovo di Saint Louis. Quanto Vallini è discreto, Burke sa far sentire la sua voce. E l’ha fatta sentire durante le presidenziali del 2004, quando dichiarò che Kerry, candidato alla presidenza, cattolico, non si sarebbe potuto accostare all’Eucarestia, in quanto abortista. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ) |
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