Si chiude la partita con Lefebvre? |
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... la validità del rito conciliare, che aveva sostituito il rito in latino. È questa la precondizione essenziale perché i lefebvriani siano accolti di nuovo nella Chiesa Cattolica, dalla quale era uscita nel 1988. Ci sono delle condizioni da accettare, ovviamente, e nel caso in cui Fellay le accetti, la Società di San Pio X potrebbe assurgere al rango di “prelatura” della Chiesa, una sorta di riconoscimento simile a quello che oggi ha l’Opus Dei. Se non lo farà, perderà la sua migliore occasione di riunirsi a Roma e di avere una qualche influenza in Vaticano. Cosa che hanno avuto, con la decisione di Benedetto XVI di liberalizzare il rito di San Pio V. Il centro del problema non è però quello: il problema centrale è che i lefebvriani sarebbero tuttora riluttanti ad accettare tutto il Vaticano II, incluse le decisioni riguardo la libertà religiosa. La strategia vaticana punterebbe a riaccogliere gli scismatici che vogliono semplicemente l’antico rito, e tenere fuori le frange più estremiste, che rifiutano del tutto il Concilio. Le condizioni sono state scritte in modo da essere il più accetabili possibili da San Pio X: non si parla di accettare le riforme del Concilio, ma si chiede di evitare la pretesa di avere un magistero superiore a quello del Papa, di dimostrare la volontà di comportarsi onestamente in piena carità ecclesiale e rispettando l’autorità del Vicario di Cristo: punti che rappresenterebbero, di fatto, l’accettazione del Concilio. Altra condizione: che la società di San Pio X eviti ogni discorso pubblico che manchi di rispetto alla persona del Santo Padre. Si tratta di un punto molto importante: appena qualche settimana fa, Fellay si è prodotto proprio in dichiarazioni che sarebbero bandite se questa condizione fosse accettata. Dopo la visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti, ha detto: “Ora, abbiamo un Papa assolutamente liberale, cari fratelli. È andato in questa nazione (gli Stati Uniti) fondata su principi massonici di rivoluzione, di ribellione contro Dio. E, bene, ha espresso la sua ammirazione e il suo fascino per questa nazione che ha deciso di garantire la libertà a tutte le religioni. È andato vicino a condannare lo stato confessionale. E lo chiamano tradizionalista? Sì, questa è la verità. È assolutamente liberale e assolutamente contradditorio. Ha qualche lato buono, che apprezziamo e per cui proviamo gioia, come quello che ha fatto per la Liturgia Tradizionale. Che mistero, fratelli, che mistero?”. Solo sabato sapremo se ci sarà stato un altro passo per il ricongiungimento. Ma si tratta di un’offerta estrema, che i lefebvriani non possono rifiutare: permette loro di rientrare nella Chiesa senza concedere troppo. Ma sarà difficile che accettino unanimemente. Fellay è stato di recente a Roma per riuscire a chiudere la questione, ma non è detto che ci riesca. Sono questi i giorni decisivi per la Fraternità di San Pio X. Per chiudere la partita. E rientrare nella Chiesa, o rimanerne al di fuori. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla ) |
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