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Monsignor Rino Fisichella al Consiglio per la Vita PDF Stampa E-mail

Monsignor Rino Fisichella al Consiglio per la VitaÈ monsignor Rino Fisichella il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la vita. La nomina è stata ufficializzata la scorsa settimana, e fa di monsignor Fisichella uno dei prelati con il maggior numero di incarichi: mantiene il rettorato dell’Università Lateranense, e mantiene anche la cappellania della Camera. Allo stesso tempo va alla guida di un dicastero, quello per la Vita, dal quale potrebbe far sentire il suo peso anche nel dibattito politico, specialmente in vista dei dibattiti sul tema etico e di politica per la vita che saranno parte della politica italiana nei prossimi tempi.L’Associazione Scienza e Vita, infatti, ha messo per iscritto una serie di richieste per il governo Berlusconi (e per il governo ombra Veltroni), che vanno dall’abolizione delle linee guida sulla legge 40 (quella per la procreazione assistita) promulgate dall’ex ministro della Salute Turco alla ricostruzione di una minoranza europea di blocco contro la ...

... sperimentazione sugli embrioni. E poi, il sostegno alla ricerca sulle cellule staminali adulte, la riflessione sull’ambiguità della 194 (la legge sull’aborto) e prevenzione dell’aborto, tutela del diritto alla libertà di coscienza dei sanitari. E, tra i vari punti, anche la costituzione di strutture di accoglienza per malati terminali o in stato vegetativo.

È bene ricordare che l’Associazione Scienza e Vita si è costituita in occasione del referendum sulla legge 40 come comitato, e poi è rimasta attiva come associazione. Lo stesso cardinal Ruini, nel discorso all’assemblea di Verona del 2007, l’ha inserita tra le tre realtà con la quale la Chiesa italiana si adopera nel sociale (le altre due erano il forum delle Associazioni Famigliari e RetInOpera). L’associazione collabora in forma stretta con il Pontificio Consiglio per la Vita, fino ad ora retto da monsignor Sgreccia, che ha lasciato per raggiunti limiti d’età. E, ora che le istanze dell’associazione diventano anche politiche, molto può fare l’influenza di monsignor Fisichella. La cui nomina è stata salutata con favore da molti politici, con i quali ha stretto rapporti d’amicizia e stima come cappellano della Camera.

La presidenza di Fisichella alla Pontificia Accademia per la Vita si caratterizzerà sicuramente per una maggiore presenza nel dibattito pubblico, soprattutto per quanto riguarda le questioni di morale. Eppure la nomina è giunta del tutto a sorpresa: classe 1951, lombardo (della diocesi di Lodi), monsignor Fisichella era considerato l’astro crescente della Chiesa, quasi in odore di porpora. Per lui era pronto l’incarico di numero due della Congregazione per la Dottrina per la Fede, al posto di monsignor Amato, che invece è destinato alla Congregazione per le Cause dei Santi. Si è parlato anche di altri incarichi, di tipo pastorale: come la nomina a vescovo della diocesi di Pisa, o quello alla sede cardinalizia di Firenze. Incarichi che monsignor Fisichella avrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) rifiutato, in attesa del prestigioso incarico al Sant’Uffizio. Incarico che gli avrebbe fatto perdere il ruolo di rettore della Lateranense, ma sarebbe stato un sicuro avanzamento, un gradino in più verso la porpora.

Invece è stato, del tutto a sorpresa, assegnato al Pontificio Consiglio per la Vita, con la promozione al rango di arcivescovo. Perde l’incarico di vescovo ausiliare di Roma, ed entra di tutto diritto nei ranghi della Curia Vaticana, ma con un ruolo defilato, di minore influenza. Perché tutto questo? L’idea alla base è che Fisichella sarebbe stato un personaggio troppo scomodo e presenzialista per la Curia Romana, e che in questo modo se ne è voluto ritardare l’avanzamento. Allo stesso modo, girano voci di un dossier sfavorevole al prelato, e il Vaticano, nel dubbio, avrebbe deciso di congelarne la nomina all’ex Sant’Uffizio.

La nomina di Fisichella cambia molte carte in tavola nella girandola di nomine che si attende nei prossimi giorni. E potrebbe bruciare in qualche modo la carriera del rettore della Lateranense: teologo fine, chiaro nell’eloquio e nel dibattito, paga forse il carattere un po’ scostante e spigoloso, che ne fanno uno dei teologi più apprezzati in Italia, ma senza troppa simpatia sul lato umano.

Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo )

 
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