Benedetto XVI tra Berlusconi e Bush |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Nelle ultime due settimane, Benedetto XVI ha accolto in Vaticano prima il nuovo presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e poi George Bush, presidente degli Stati Uniti d’America, che non può essere riconfermato per un terzo mandato e che era in Europa per il suo “tour di addio” alle rappresentanze diplomatiche di tutto il mondo. Due incontri che hanno messo in luce una caratteristica di questo pontificato: la volontà di essere presente nel dibattito pubblico, secondo il modello di laicità positiva che Benedetto XVI ha mutuato dagli Stati Uniti (dei quali è sempre stato grande ammiratore, sin da quando era un giovane docente in Germania) e che ritiene importante e decisivo per l’Europa. Dove l’Illuminismo ha portato principi di ragione, e in nome di quelli ha estromesso la religione dal dibattito pubblico. Cosa che invece non succede negli Stati Uniti. Anzi: la straordinaria varietà di religioni professate negli Usa impongono che nell’agone pubblico ci si presenti soprattutto con argomenti di ragione, e non di fede. Che il Papa non ragioni in termini politici e diplomatici, si è capito da tempo. La lezione di Ratisbona, nella quale rese pubblico il connubio tra fede e ragione, è stato il primo di una serie di episodi che hanno fatto capire come Benedetto XVI consideri il suo ruolo di pontefice non da un punto di vista “politico”, ma da un punto di vista “morale”. Il Papa parla di morale, parla di principi, non di politica. Non ha intenzione di entrare in politica. Lo si è capito ancora di più nel recente viaggio negli Stati Uniti. Per il discorso all’Onu, ci si aspettava una dura condanna della guerra in Iraq, magari parlando della morte per sevizie dell’arcivescovo caldeo Rahho. Niente di tutto questo. Benedetto XVI ha parlato dell’uomo come vetta del disegno di Dio, e ha chiesto che le politiche si rifacciano all’uomo, e non ai grandi sistemi. Morale, non politica. Così, Bush e Berlusconi hanno in comune il fatto che il protocollo non è stato rispettato in appieno. Per Berlusconi, l’eccezione è stata rappresentata dal fatto che Benedetto XVI non ha aspettato il premier sulla porta della biblioteca, ma gli è andato incontro, come si fa con un Capo di Stato. Niente di eccezionale, nessun privilegio particolare. Ha semplicemente deciso di fare così. Come ha semplicemente deciso di accogliere Bush, con una decisione senza precedenti, nella Torre di San Giovanni, nei giardini vaticani, e di corredare l’incontro da un mini concerto del coro della Cappella Sistina e di una lunga passeggiata nei giardini. Spiega la Sala Stampa Vaticana, per ricambiare la cortesia dei Bush durante la sua visita negli Stati Uniti. Ma c’è chi, dentro la Curia, non ha visto di buon occhio il gesto, giudicato diplomaticamente inopportuno. Sono polemiche spicciole, in fondo. Il Papa non fa, non può fare, particolari privilegi a nessun governo. È pur vero però che con le amministrazioni di Bush e Berlusconi, Benedetto XVI ha una particolare affinità. Entrambi sono venuti dopo governi con cui la Santa Sede aveva avuto molto da ridire. Bush è subentrato a Clinton, e la Santa Sede ebbe duri scontri con il governo democratico, in particolare alle Conferenze per la Donna del Cairo (1994) e di Pechino (1995), quando si contrappose alla delegazione americana, che puntava sul diritto all’aborto per tutti e su politiche demografiche antinataliste. A guidare la delegazione della Santa Sede a Pechino, fu chiamata Mary Ann Glendon, che Bush ha voluto in questo ultimo scorcio da presidente come ambasciatore presso la Santa Sede. E questo già la dice lunga sul fatto che Bush e Benedetto XVI abbiano in comune proprio un approccio morale. E cioè quello della politica per la vita e a favore della famiglia tradizionale. Sotto l’amministrazione Bush, ad esempio, gli Stati Uniti hanno ritirato i fondi che davano all’agenzia Onu che si occupa di salute riproduttiva della donna, e che è colpevole – secondo Bush – di una politica antinatalista. E lo stesso presidente Bush, battista metodista, in un incontro con i rappresentanti delle fedi si è indirizzato al cattolico padre Neuhaus chiamandolo per nome, e dicendo di essere a lui debitore per quanto riguarda la sua politica famigliare. Non sono segnali che Bush stia diventando cattolico, quanto piuttosto un comune intento morale. Allo stesso tempo, il governo Berlusconi ha succeduto al governo Prodi, che non aveva avuto vita facile. Prodi stesso si è lamentato di essersi trovato contro la Cei, e ha detto che non gli è mai stato perdonato la sua dichiarazione di essere un “cattolico adulto”. Le frizioni maggiori si sono avute proprio sui temi etici: dalla legge per le coppie di fatto, alle linee guida della legge 40 (quella sulla fecondazione assistita) che il ministro Turco ha promulgato ad elezioni già avvenute. Il governo Berlusconi, dal canto suo, non brilla per la presenza di cattolici. Ma, allo stesso tempo, ha una comunanza sul piano della morale: politica per le famiglie (con l’introduzione del quoziente famigliare), attenzione per i temi etici, linee guida sulla legge sull’aborto (che non sarà cambiata, né abolita, ma che sarà “tagliandata” con delle linee guida sull’applicazione). E poi – cosa non indifferente – avanza per la scuola proposte che da sempre sono all’ordine del giorno per Benedetto XVI, il cui grido sull’ “emergenza educativa” è il vero leit-motiv di questo pontificato: considerare le scuole private all’interno del sistema pubblico, come un’offerta diversa, per permettere ai genitori di scegliere che tipo di educazione dare. Per questo, l’assenza dalla compagine di governo dell’unico partito che si rifaceva esplicitamente alla dottrina sociale della Chiesa (l’Udc) non è stato visto con particolare disappunto Oltretevere. La linea di Benedetto XVI è quella di stare vicino, ed essere amico, a quanti portano avanti dei principi morali. E di raccontare i principi morali con argomentazioni di ragione, mantenendo ben salda la propria identità di fede. Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Esta dirección de correo electrónico está protegida contra los robots de spam, necesita tener Javascript activado para poder verla ) |
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