Magia ed epoca postmoderna |
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... nella scienza, con la critica radicale a cui sono state sottoposte le teorie classiche della secolarizzazione, lo schema positivista delle tre epoche sembra certamente passato di moda, ma rimane nello spirito generale – più o meno vagamente presente – l’associazione della magia al passato e l’idea che nella società dell’informatica e dell’alta tecnologia si tratti al massimo di un divertente anacronismo. I sociologi – primo fra tutti in Italia Massimo Introvigne1 – hanno riscoperto un interesse per la magia a partire dai numerosi studi che, dagli anni 1970, hanno dovuto consacrare ai nuovi movimenti religiosi. Inventariando questi movimenti, hanno finito per scoprirne alcuni a cui la semplice etichetta di «movimento religioso» si applicava con molta difficoltà. L’esperienza che questi gruppi proponevano ai loro seguaci non era infatti propriamente religiosa, ma – piuttosto – magica. Dallo studio dei nuovi movimenti religiosi, i sociologi e più in generale gli studiosi di scienze religiose (più tardi anche i teologi) sono risaliti a un fenomeno più generale: la nuova religiosità, che comprende non solo i gruppi strutturati e più o meno gerarchici – i «movimenti», appunto –, ma anche le «credenze» nuove diffuse nella società: credenze che contagiano gli stessi fedeli delle Chiese maggioritarie. Ma – prima ancora di addentrarci nell’argomento – è opportuno notare che il fatto rimane, ed è sorprendente. Anche se non tutti sembrano esserne pienamente consapevoli, l’epoca della magia nella storia dell’Occidente non è il Medioevo e neppure il Rinascimento (dove pure gli interessi magici erano molteplici). E’ il nostro secolo, a partire dalla grande rinascita dell’occultismo e dell’esoterismo che si manifesta contemporaneamente in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti negli ultimi decenni dell’Ottocento e che si sviluppa quindi in un crescendo che arriva fino ai giorni nostri.
Tratto dal testo di Andrea Menegotto, Magia Magie Maghi |
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