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Il Curato d’Ars creò una scuola per ragazzi nella sua parrocchia, per diversi anni essa andò avanti grazie alla dedizione di Giovanni Pertinand. Ad un certo punto il curato stesso decise di assicurare una maggiore stabilità alla suola affidandola alla Congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia di Belley. Egli conosce bene il fondatore di quella piccola Congregazione, il fratel Gabriele Tabarin: e prende l’iniziativa di proporgli la scuola di Ars. Ma l’edificio, contrariamente a quello della “Provvidenza” che accoglie la suola delle ragazze, non è di sua proprietà. Intraprende allora una fondazione per assicurare l’alloggio e il mantenimento dei religiosi. Dopo aver sollecitato l’aiuto del sig. Claudio La porte e di alcuni altri, può scrivere al vescovo che dispone di diciassettemila franchi. In tal modo la scuola può essere gratuita. I Fratelli ne prendono possesso nel 1849, e Giovanni Maria Vianney troverà in essi non solo maestri competenti, ma anche affettuosi collaboratori che si ... |
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“Guadagnare delle anime a Cristo !”. La liturgia della festa di oggi ci fa rivolgere questa preghiera a Dio perché l’esempio e l’intercessione di San Giovanni Maria Vianney (1786-1859) ci permetta di avere questa nobile ambizione e di realizzarla. “Guadagnare delle anime a Cristo !”. È in sintesi un giudizio d’insieme sulla vita, la santità, le opere del Santo Curato d’Ars, protettore dei parroci. La sua è una delle vite più conosciute. Contadino, arrivato molto tardi agli studi del seminario, egli non fu ammesso che per un pelo ai Sacri Ordini, a causa della sua profonda pietà, a discapito della sua cultura teologica giudicata insufficiente. Curato d’una piccolissima parrocchia senza reputazione, senza valore di luogo e senza grande fede, egli fece di questo piccolo angolo sperduto della Francia una parrocchia modello ed un crocevia soprannaturale così reputato, così apprezzato ch’egli fu il pastore di anime più occupato, più interrogato, più chiaroveggente ... |
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Si può affermare senza sbagliarsi che il Curato d’Ars fu per tutta la sua vita preoccupato per la salvezza, la sua e quella degli altri. La prima frase che disse giungendo ad Ars al pastorello: “Tu mi hai mostrato la via di Ars, io ti mostrerò la via del Cielo”; ossia, io tuo Curato, farò di te un santo. Ti immergerò nella misericordia di Dio e nella sua santità. Non appena giunto, egli si pose immediatamente come un pastore che conduce quelli che gli sono confidati verso la salvezza. Quando annuncia a sua madre che vuole essere sacerdote, egli le dice che è “per guadagnare delle anime al Buon Dio”. Ecco ciò che rappresenta un sacerdote per quel fanciullo: immergere le anime nella misericordia di Dio per fare in modo che scelgano Dio e vivano di Lui. ma prima di essere quel pastore illuminato, egli fu anche, come ognuno di noi, un peccatore perdonato. Il Curato d’Ars, beneficiario della misericordia verso i peccatori. Si ha talvolta difficoltà nell’immaginare che i grandi ... |
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Si può affermare senza sbagliarsi che il Curato d’Ars fu per tutta la sua vita preoccupato per la salvezza, la sua e quella degli altri. La prima frase che disse giungendo ad Ars al pastorello: “Tu mi hai mostrato la via di Ars, io ti mostrerò la via del Cielo”; ossia, io tuo Curato, farò di te un santo. Ti immergerò nella misericordia di Dio e nella sua santità. Non appena giunto, egli si pose immediatamente come un pastore che conduce quelli che gli sono confidati verso la salvezza. Quando annuncia a sua madre che vuole essere sacerdote, egli le dice che è “per guadagnare delle anime al Buon Dio”. Ecco ciò che rappresenta un sacerdote per quel fanciullo: immergere le anime nella misericordia di Dio per fare in modo che scelgano Dio e vivano di Lui. ma prima di essere quel pastore illuminato, egli fu anche, come ognuno di noi, un peccatore perdonato. Il Curato d’Ars, beneficiario della misericordia verso i peccatori. Si ha talvolta difficoltà nell’immaginare che i ... |
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La scena accade in un villaggio della diocesi di Tours di cui Martino è vescovo ma specialmente apostolo ardente, stimato per la sua santità ed il suo zelo. La sua reputazione s’estende su tutto il popolo delle Gallie. Egli ha 81 anni e, colpito improvvisamente da una febbre violenta, sente prossima la morte. Prega Dio di liberarlo dalla prigione carnale del corpo che lo trattiene ancora, affinchè la sua anima possa raggiungere il suo Signore e Maestro. I suoi discepoli si rattristano davanti ad una simile preghiera, al pensiero della separazione e si rivolgono a lui, con affetto tutto filiale : “Perché, padre, abbandonarci ? Perché vuoi lasciarci nella miseria in cui siamo ?” Queste parole commuovono il santo vegliardo ed egli fa sentire a Dio questo nuovo appello : “Signore, se io sono ancora necessario al tuo popolo, non rifiuto di continuare il mio compito”. Necessario al popolo ! San Martino conosceva troppo il Vangelo, per aver ... |
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Caro direttore, sono bastati pochi giorni perché calasse il silenzio sul martirio di monsignor Luigi Padovese avvenuto in Turchia ai primi di giugno. Salvo rare eccezioni, in casa cattolica, ci si è crogiolati nell’interpretazione minimale del fatto derubricandolo al rango di “gesto folle”. Ma, a ben guardare, forse è meglio il silenzio piuttosto che il povero tentativo di chiamare con un altro nome il martirio. Meglio il silenzio, perché tutti quei discorsi che in morte di monsignor Padovese hanno impiegato volutamente le parole sbagliate lasciano trasparire l’agghiacciante convinzione ormai divenuta maggioritaria dentro il mondo cattolico: che la Chiesa non abbia più bisogno di martiri, cioè di testimoni di Cristo. Tanto basta il dialogo. D’altra parte, non si vede come potrebbe andare diversamente quando si predica la sostanziale equivalenza delle religioni in merito alla salvezza delle anime. E’ vero che atti magisteriali importanti come la Dominus Jesus e l’insegnamento di Papa Benedetto ... |
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“I pensieri di Dio non sono i pensieri degli uomini”. Comunque il piano superiore di Dio e dei suoi voleri è talvolta congiunto da un piano puramente umano. I divini disegni possono essere serviti dagli eventi anche quando vengono ad essere ispirati quaggiù dalle cattive intenzioni degli uomini. Non è questa la storia di San Giovanni Battista, della sua fine prematura ? Vi è là un vero assassinio, contornato dai più miserevoli intrighi ? La missione provvidenziale di Giovanni Battista è stata una delle più alte confidate ad un uomo : egli era “più che un Profeta,...il precursore del Messia”. Una volta data la sua testimonianza, annunciato il Messia, l’inizio del regno di Dio inaugurato dalla predicazione del Salvatore, Giovanni ne aveva concluso lui stesso alla fine del suo ruolo terreno. “Occorre che lui, (il Messia), cresca e che io (Giovanni) diminuisca”. Magnifica umiltà ! Giovanni si sente alla fine della sua missione. Egli non era più anziano di Gesù che di qualche mese. ... |
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L’austriaca Gabrielle Bitterlich è la fondatrice dell’ associazione cattolica Opus Angelorum. Gabrielle nasce a Vienna il 1 novembre 1896 a Vienna. Sin dall’infanzia è guidata visibilmente dall’angelo custode nel cammino dell’obbedienza alla volontà di Dio. Il 23 Maggio 1919 si sposa con Hans Bitterlich a Insbruch. Pur compiendo fedelmente i doveri di sposa e di madre con tre figli più tre orfani di guerra adottati, ella aiuta i poveri e gli ammalati si impegna nella preghiera di espiazione specialmente per i sacerdoti e i religiosi. Ogni venerdì partecipa spiritualmente alla Passione del Signore. Nel 1949 dà inizio all’Opus Angelorum. Nel 1961 il vescovo di Innsbruck erige la confraternita degli angeli custodi. Nel 1971, vedova da dieci anni si trasferisce nel castello di San Petesberg, vicino ad Insbruck, dove muore il 4 aprile 1978. Riguardo agli angeli del Natale la Bitterlich scrive: “ Oggi in questa notte del 25 dicembre si apre il cielo e scende la seconda divina persona della Trinità, il Verbo, ... |
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San Bernardo nato a Digione in francia nel 1090 ha un nome ed un posto incomparabile nella storia della Chiesa. Borghignone di nobile famiglia, rimasto orfano della madre, a soli 17 anni si sentì attratto dalla vita di speciale consacrazione ed entrò a 22 anni nella vita monastica con 30 suoi parenti ed amici a Citeaux. In seguito Bernardo fu il fondatore dell’abbazia di Chiaravalle e dei Cistercensi, ramo del tutto particolare del grande albero benedettino, rifiutò l’episcopato a varie riprese e, per la sua virtù, per il suo prestigio, si trovò immischiato agli affari generali della Chiesa sotto i papi Innocenzo II ed Eugenio III, suo vecchio discepolo. Per lui egli scrisse il libro “De considerazione”. Predicò la seconda Crociata, moltiplicò i suoi scritti che appaiono sempre più il frutto delle ispirazioni divine che non il lavoro d’un uomo, come ci dicono le lezioni del Breviario. In mezzo a tantissime sue eroiche virtù, non si potrebbe dimenticare di fare un posto a parte alla sua profonda e ... |
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