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Dopo le feste di san Giuseppe e dell’Annunciazione, l’unica memoria obbligatoria del mese di marzo è quella del 7 marzo riservata a due giovani donne, Perpetua e Felicita, che nel 203 subirono il martirio sotto Settimio Severo, l’imperatore di origine africana che era in continua guerra contro i molti nemici romani, per difendersi dai quali si servì di un esercito rigorosamente inquadrato e obbediente. A Cartagine esisteva in questo fine anno 202 un gruppetto cristiano di un genere particolare poiché non è diretto da un sacerdote ma da un laico, Saturus. Quest’uomo, giovane, ha riunito intorno a lui parecchi proseliti, senza distinzione di nascita, di rango o di sesso. Intorno a Saturus, si incontrano degli schiavi, Revocatus e Felicitas, insieme con ragazzi della buona società, Saturninus e Secundulus, ed una giovane patrizia, Vibia Perpetua, di ventun anni, sposata, madre di un bambino di alcuni mesi. Tutta l’Africa romana era allora violentemente ostile ai ... |
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La terziaria domenicana Santa Rosa da Lima (1586-1617) che si festeggia il 23 agosto è la prima santa dell’America del Sud ed è chiamata la mistica del Perù. Era figlia di genitori spagnoli e si chiamava Isabella Flores y de Oliva. La serva india che le faceva da balia, colpita dalla sua bellezza decise di chiamarla Rosa, cioè con il nome del fiore più bello capace di esprimere al meglio la sua armonia. Fin da piccola dimostrò una eccezionale capacità di sopportare il dolore, quando si schiacciò un dito, glielo amputarono senza che dalla sua bocca uscisse un solo lamento. La sua famiglia passò improvvisamente da una situazione di agiatezza economica ad una condizione di miseria. Così Rosa dovette presto guadagnarsi il pane lavorando di giorno e di notte. Il padre per assicurarle un futuro migliore la promise in sposa ad un giovane ricco della città di Lima, ma Rosa non accettò la proposta di nozze, anzi manifestò la sua intenzione di abbracciare la vita di consacrazione religiosa. ... |
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Edith Stein, filosofa tedesca di origine ebraica, nasce a Breslavia, in Polonia, nel 1891. Settima figlia di Sigfried e Augusta Courant, entrambi ebrei dalla fede profonda, a due anni rimane orfana del padre. Da giovane studia filosofia a Breslavia e a Gottinga dove consegue il dottorato. E’ allieva e poi assistente del celebre fenomenologo Edmund Husserl all’università di Friburgo. E’ autrice di opere di ampio respiro, traduttrice di San Tommaso e docente nell’Istituto di Pedagogia di Munster. I filosofi la conoscono per i suoi studi e per le intuizioni sul problema femminile. Durante la Grande Guerra è crocerossina. Colpita dal “Castello interiore” di Teresa d’Avila, chiede il battesimo nel 1922, quindi si dedica all’insegnamento nel liceo delle domenicane di Spira. La prima volta che chiede di entrare nel Carmelo di Wurburg le è negato perché “nel mondo avrebbe potuto fare tanto bene”. Ma è convinta che non sia l’attività umana a salvare, ma soltanto la Passione di Cristo. La sua aspirazione ... |
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Giovanna Enriqueta Josefina de los Sagrados Corazones Fernandez Solar nacque a Santiago, in Cile, il 13 luglio 1900, da Miguel Fernandez Jaraquemada e Lucìa Solar Armstrong, coppia devota e facoltosa. Giovanna visse un’infanzia felice e piena, s’interessava di sport e musica ed era portata all’amicizia. Si disse di lei che aveva ereditato il temperamento della madre, vivace ed energico, ma anche impaziente e talvolta caratterizzato da violenti scoppi d’ira; secondo alcuni era piuttosto vanitosa e arrogante ed è interessante che ella, più avanti, abbia definito l’orgoglio il suo difetto più assillante. Giovanna partecipava quotidianamente alla Messa nella cappella di famiglia, mostrando un’intense devozione, soprattutto verso Gesù e la Vergine. Più tardi scriverà che era solita “dirle tutto e lei parlava con me in maniera chiara e distinta” Riceveva la comunione ogni giorno e, nel 1914, visse un’esperienza spirituale durante la quale il Signore parve chiederle di accettare il suo dolore ... |
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Alfonso Rodriguez che la Chiesa ci fa festeggiare il 31 ottobre, nacque in Spagna, a Segovia nel 1531. Morì nel 1617, a Palma di Maiorca. E’ il patrono dei portieri e degli uscieri e patrono di Palma di Maiorca. Coltivò fin da giovane il desiderio di consacrarsi a Dio e di diventare sacerdote finchè entrò nella Compagnia di Gesù in Spagna. Veniva da una famiglia di mercanti di lana e tessitori di stoffe ed era molto applicato allo studio che seguiva con profitto nel collegio dei gesuiti di Alcalà. A ventitrè anni però, in seguito alla morte prematura del padre, Alfonso fu costretto a ritornare nella sua famiglia per dirigere la piccola impresa familiare ereditata dal padre. Gli affari però non andavano bene e non interessavano affatto il giovane Alfonso, che nel frattempo si era sposato e aveva avuto due bambini. Un’esperienza che gli procurò nuove sofferenze perché, pochi anni dopo, Alfonso perse drammaticamente anche la moglie. Un giorno Alfonso, provato dalle traversie della vita e ... |
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Isidoro (560-636), apparteneva ad una nobile famiglia spagnola di Cartagena, i suoi fratelli Leandro e Furono vescovi e santi e anche la sorella Fiorenza fu religiosa e santa. Rimasto orfano molto presto, Isidoro ricevette la sua formazione intellettuale dal fratello maggiore Leandro che lo aiutò ad abbracciare un sapere vastissimo, dall’agronomia alla medicina alla teologia. Infatti tra le opere che hanno caratterizzato lo spirito del medioevo, vi sono le sue “Etymologiae” che racchiude nei suoi venti libri tutta la conoscenza della cultura antica. Dante Alighieri incluse Isidoro nel quarto cielo del Paradiso in buona compagnia intellettuale con Tommaso d’Aquino, Boezio, Alberto Magno e Beda il Venerabile. Questo grande erudito viene festeggiato dalla Chiesa il 4 aprile. Vescovo di Siviglia in Spagna, dimostra una profonda e vasta conoscenza sia delle fonti cristiane, come la Scrittura e i padri, soprattutto Agostino e Gregorio Magno, sia della filosofia e della cultura ... |
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Il 12 marzo 1622, con Decreto del Papa Gregorio XV, venivano dichiarate sante cinque persone: un italiano: Filippo Neri; e quattro Spagnoli: Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa d’Avila e Isidoro. I primi quattro erano giunti rapidamente agli onori degli altari. L’ultimo invece aveva stentato per quasi cinque secoli, e giungeva alla canonizzazione per l’interessamento di Filippo II, Re di Spagna. Isidoro, la cui festa è sul calendario il 15 maggio ma è più frequentemente celebrata il 10 Maggio, era un povero contadino. Nacque a Madrid intorno al 1070, e lasciò giovanissimo la casa paterna per dedicarsi al lavoro campestre come semplice contadino. Si sarebbe sentito un po’ impacciato, tra quei famosi Santi, se la santità potesse conservare qualcosa di mondano, e la gloria del Cielo non fosse identica per tutti coloro che l’hanno meritata anche in diverse maniere. Infatti Isidoro ha raggiunto la santità zappando la terra. Non c’era altro modo di sussistenza per il povero giovane. I suoi genitori gli diedero buoni ammaestramenti morali, indicandogli la Chiesa come l’unico luogo, nel quale non era impedito l’ingresso ai poveri e agli ignoranti. ... |
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Il venerabile servo di Dio, il gesuita Padre Giovanni Battista Reus, proveniente dalla arcidiocesi di Bamberga (Baviera), che ebbe grandi doti da mistico e lavorò per molti decenni in Brasile, ha testimoniato in maniera affidabile la santa e mistica vita di quella “francescana della penitenza e dell’ amore cristiano“ che fu suor Maria Antonia Cony, morta nel 1939 all’età di 39 anni. Dall’età di cinque anni fino all’età di trent’anni vide il suo angelo custode a suo fianco, che la consigliava, proteggeva e aiutava, come lo descrisse nelle sue memorie, redatte su incarico del suo confessore. Qui veniamo a sapere della vita di questa intelligente suora insegnante, nata il 4 aprile del 1900 a Santa Vitoria do Palmar (Brasile) e che vide già all’età di 5 anni, nel mezzo di una compagnia carnevalesca, nella quale si era persa, a suo fianco il suo ben visibile angelo custode. “Da quel giorno nel febbraio o marzo del 1905 il mio amico (l’angelo) mi accompagnò sempre ovunque…La sua presenza mi rese felice. ... |
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Fin dai primi tempi fu coltivata nel monastero carmelitano di Vatralla una particolare devozione all’Arcangelo San Michele, praticata per mezzo della recita della Corona angelica: è costituita da nove salutazioni, corrispondenti ai novi cori angelici, intercalaste da un Pater e tre Ave; alla fine si aggiungono quattro Pater in onore di ciascuno dei tre arcangeli e del proprio angelo custode. Tale forma di devozione viene dal Portogallo. Si dice che San Michele l’abbia rivelata alla sua devota Antonia d’Astonaz, a cui promise che, chi l’avesse recitata avanti la comunione eucaristica, avrebbe avuto per compagno in questo atto un angelo di ogni coro angelico. Inoltre chi la recita quotidianamente otterrà in vita l’assistenza di San Michele e dei santi angeli; e dopo la morte , la liberazione dell’anima sua e dei suoi parenti dalle pene del purgatorio. Non si sa come questa devozione sia arrivata al monastero, ma è sempre stata molto praticata; e il monastero stesso se n’è fatto propagatore. Nel 1851 le monache la fecero indulgenziare dal papa Pio IX: una religiosa, di nome sr. Marianna Felice, chiese l’aiuto del proprio fratello, impiegato presso il Governo Superiore. ... |
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Maria Lataste (1822-1847), religiosa delle Suore del Sacro Cuore, muore a 25 anni, consumata d’amore per il Signore. Il Cristo le appare spesso. Da piccola, ha visto spesso, nella chiesa del suo paese, Gesù, in piedi accanto all’altare. Tiene un diario per ordine del suo direttore spirituale. I suoi scritti (diario, corrispondenza, memorie) furono pubblicati dopo la sua morte. Ebbero quattro edizioni, poi sprofondarono nell’oblio. Bisogna essere grati alle edizioni Téqui per averli riportati in auge. Nel “libro quarto” si parla molto degli Angeli. Eccone alcuni estratti: “L’unione più intima è stretta con gli Angeli, poiché quest’unione deve durare sempre, e per l’eternità. L’unione con la creatura carnale è di un grado ben inferiore, poiché è solo transitoria. Dura solo nel tempo per finire all’ingresso dell’Eternità. In più, figlia mia, l’unione dell’anima con l’angelo è la più forte, poiché non è un’unione passiva, ma un’unione operante e attivissima. C’è in dialogo tra l’uomo e gli Angeli. C’è in’intesa, e questo dialogo, ... |
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