Nacque ad Arpino (FR) il 2 dicembre 1743, crebbe in un’atmosfera di carità verso il prossimo: sua madre aveva trasformata parte della casa in un piccolo ospedale di 16 letti, per ammalati poveri e senza assistenza. Trascorse una adolescenza più che “normale”: si confessa goloso e ladruncolo in casa e la sua santità appare come una conquista lenta della volontà. Nel 1762, riuscì ad entrare nell’ordine dei Barnabiti fondato da sant’Antonio Maria Zaccaria, fu ordinato sacerdote nel 1767; per un paio d’anni insegnò ad Arpino poi a Napoli, dove restò fino alla morte. La sua fama di dotto barnabita gli procurò vari incarichi di prestigio. Fu superiore per 12 anni del Collegio di Santa Maria in Cosmedin a Portauova; professore straordinario dal 1778 nella Regia Università; socio della Reale Accademie di Scienze e Lettere e dell’Accademia Ecclesiastica. |
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Francesco de Jasu y Xavier poi tradotto in Saverio nacque nel 1506 in Navarra in Spagna. Suo padre era un nobile molto colto, aveva studiato all’università di Bologna ed era il presidente del consiglio Reale di Navarra; anche sua madre, una donna molto ricca, apparteneva alla nobiltà. I suoi genitori avevano su di lui grandi progetti per cui lo inviarono a Parigi per studiare, Ma fu proprio qui che nel collegio di Santa Barbara conobbe Ignazio di Loyola del quale divenne compagno di stanza e amico personale. Francesco Saverio lo scelse come suo maestro spirituale e sotto la sua guida divenne araldo del vangelo. Ignazio quale profondo conoscitore dell’anima umana, gli fece comprendere il senso delle parole di Gesù: “Che giova all’uomo guadagnare anche tutto il mondo se poi perde l’anima?” (Mc 8,36). Così il Saverio finì per prendere alla lettera le parole evangeliche e, nel 1534, seguì Ignazio ... |
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Francesco de Jasu y Xavier poi tradotto in Saverio nacque nel 1506 in Navarra in Spagna. Suo padre era un nobile molto colto, aveva studiato all’università di Bologna ed era il presidente del consiglio Reale di Navarra; anche sua madre, una donna molto ricca, apparteneva alla nobiltà. I suoi genitori avevano su di lui grandi progetti per cui lo inviarono a Parigi per studiare, Ma fu proprio qui che nel collegio di Santa Barbara conobbe Ignazio di Loyola del quale divenne compagno di stanza e amico personale. Francesco Saverio lo scelse come suo maestro spirituale e sotto la sua guida divenne araldo del vangelo. Ignazio quale profondo conoscitore dell’anima umana, gli fece comprendere il senso delle parole di Gesù: “Che giova all’uomo guadagnare anche tutto il mondo se poi perde l’anima?” (Mc 8,36). Così il Saverio finì per prendere alla lettera le parole evangeliche e, nel 1534, seguì Ignazio divenendo uno dei primi membri della “Compagnia di Gesù”, l’ordine ... |
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S. Gaspare del Bufalo (1786-1837) è stato il grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù nel mondo. Egli affermava che la devozione al Divin Sangue avrebbe salvato gli uomini dagli imminenti castighi di Dio, meritati i peccati commessi. Il Divin Sangue è il prezzo della nostra salvezza. Gesù, figlio di Dio, muore liberamente per noi. “Nessuno me la toglie (la vita), ma la do io da me stesso. Ho il potere di darla e di riprenderla”. La sua morte è per la gloria del Padre, perché “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”, esprime il più nobile atto di adorazione a Dio. Gesù fa intendere chiaramente che il prezzo della salvezza eterna degli uomini è pagato con la sua morte in croce. “Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuti per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto di molti”. Col termine riscatto si indicava la somma di danaro con la quale si comprava la vita di un uomo condannato a morte. Gesù riscattava, quindi, tutti ... |
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San Gerardo, discendente della nobile famiglia piacentina dei Della Porta che giunse in Lucania all’inizio del 1100, molto probabilmente per prendere parte all’organizzazione della crociata indetta da papa Urbano II, che di lì a poco avrebbe preso il largo dal porto di Brindisi. Ma il giovane sacerdote, per ragioni misteriose, rinunciò a quell’impresa e si stabilì a Potenza dove con molto zelo iniziò a fare apostolato specie tra la gioventù. Era di temperamento mite, contemplativo, incline alla preghiera, alla meditazione, agli studi e ben presto cominciò a godere dell’ammirazione di molti. Quando nel 1111 morì il vescovo della città, Gerardo venne acclamato dal popolo quale suo successore e rimase in carica come vescovo di Acerenza per circa otto anni, fino alla sua morte, avvenuta il 30 ottobre 1119. La sua “Vita” composta da Manfredi, suo biografo e successore nella cattedra episcopale racconta di numerosi prodigi compiuti dal santo, tra i quali la trasformazione dell’acqua in vino. ... |
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Il «fratello inutile» era nato il 6 aprile 1726. Domenico Maiella e Benedetta Galella al battesimo lo chiamarono Gerardo. Ebbe un'infanzia difficile. La povertà era l'unica cosa che non mancava mai nella sua casa, e quando mancava il necessario egli andava a rifugiarsi nella cappella della Vergine a Capodigiano. «Il Figlio di quella bella Signora» pensava a Gerardo, e spesso si staccava dalle ginocchia della Mamma per donare al piccolo amico un panino bianco. Il fatto del pane bianco si ripeté più volte, «per molto tempo». Solo più tardi, da religioso, Gerardo dirà a sua sorella Brigida: «Ora so che quel fanciullo che mi regalava quel pane era lo stesso Gesù». Il dono del pane bianco lo aveva indotto a scoprire un altro pane, anch’esso bianco, benché più piccolo. Lo scorgeva in chiesa, alla messa, quando i fedeli si accostavano alla balaustra. Qui aveva capito anzitempo che si trattava di Gesù. Andò anch’egli una mattina, ma il prete lo vide piccolo e lo rimandò a sedere. A otto anni, in quel tempo, ... |
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Gioacchino è per tradizione il padre della Madonna, ma sulla sua vita non vi è nulla di storico e di certo, essendo nominato insieme a sua moglie Anna in uno scritto apocrifo che anticamente si chiamava “Storia della natività di Maria” in seguito tale scritto è stato chiamato Protoevangelo di Giacomo e risulta essere molto sobrio e privo di quelle ridondanze che si trovano in molti vangeli apocrifi. La narrazione inizia proprio con gli eventi che cambiarono la vita di Gioacchino ed Anna. La coppia prima di trasferirsi a Nazareth, probabilmente viveva a Gerusalemme ed erano entrambi Israeliti della Tribù di Giuda. Gioacchino aveva molte greggi ed era “ un uomo ricco, che faceva le sue offerte al Tempio in misura doppia”, dicendo: “Quello che do in più sia per tutto il popolo”. Lui ed Anna vivevano però umiliati in seno alla comunità perché gli Israeliti ritenevano la sterilità un indizio di malvagità ed un chiaro segno della condanna divina. Il Protoevangelo ... |
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Tra i santi militari più famosi, i cristiani venerano san Martino e san Giorgio, se in san Martino le virtù militari si interiorizzano in un senso umano di compassione, con san Giorgio la virtù guerriera si amplia invece in una dimensione cosmica nella guerra perenne tra il bene e il male. Nel 1969 la Congregazione dei Riti ridusse di grado la festa di San Giorgio, che veniva celebrata il 23 aprile anche nel rito siro ed in quello bizantino, per mancanze di notizie biografiche sicure su di lui. Eppure San Giorgio era così famoso e venerato che, nella sola Italia, ben trentasei località, quasi tutti comuni, portavano e portano il suo nome. E poi, tra l’altro, era patrono dell’Inghilterra, Malta, Genova, Ferrara, Campobasso, Reggio Calabria, ed addirittura una repubblica caucasica (Georgia) ed uno stato americano (la Georgia) prendevano nome da lui. Per di più era patrono degli arcieri, dei cavalieri, dei soldati, degli scout, degli esploratori, delle guide AGESCI. Il suo nome viene dal greco ... |
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San Giovanni Battista de La Salle (1651-1719) è il Fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane, laici consacrati con i voti all’insegnamento scolastico e alla catechesi dei giovani, nominato da Pio XII nel 1950 patrono universale degli Educatori cristiani. Il santo era il primo di dieci figli, dei quali tre divennero sacerdoti e una religiosa. Dopo l’ordinazione sacerdotale conseguì il dottorato in teologia. La sua vita era avviata all’insegnamento accademico, ma una serie di coincidenze lo introdussero nell’ambiente della scuola per i ragazzi poveri, dove colse due realtà per lui importanti. Anzitutto, l’importanza di dare una formazione integrale a tutti i ragazzi, specialmente ai più poveri, e poi di preparare maestri all’altezza della loro missione, sia dal punto di vista intellettuale e pedagogico che sotto il profilo spirituale. Gradualmente tra mille difficoltà ed incomprensioni si fece strada in lui l’idea di formare una nuova congregazione di laici consacrati a Dio nell’apostolato ... |
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