Don Marcello Stanzione e Padre Pietro Magliozzi sono gli autori del libro “Guarigione biografica e generazionale” edita dall’editrice Segno di Udine. Le nostre difficoltà psicologiche, fisiche e spirituali nascono fondamentalmente da due sorgenti: la prima causa di sofferenza sono i traumi e le varie ferite interiori (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento, ingiustizia ecc ecc) che riceviamo durante la nostra vita specialmente da bambini e da adolescenti. ...La seconda causa di sofferenze sono le conseguenze su di noi delle azioni peccaminose del nostro albero genealogico. Per quando riguarda la prima causa questo testo propone un cammino di guarigione biografica offerto dal medico e sacerdote camilliano Pietro Magliozzi mentre per la seconda causa di sofferenza don Marcello Stanzione propone un cammino di sanazione delle ferite genetiche causate dagli errori degli antenati. Riguardo all’albero genealogico è molto interessante anche per i cristiani quello che afferma la psicogenealogia che è un approccio terapeutico che esplora l'influenza delle generazioni passate sulla vita di un individuo. L'idea alla base è che eventi traumatici possono avere un impatto che si estende oltre l'individuo che ha vissuto direttamente l'evento, influenzando le vite dei discendenti. Questi effetti possono manifestarsi come sintomi fisici, comportamentali o emotivi. Nel campo della ricerca psicologica è ormai assodato che ogni essere umano, venendo al mondo, riceve non soltanto il patrimonio biologico e genetico dei propri progenitori, ma anche quello psicologico: traumi, successi, fallimenti, incidenti, perfino malattie hanno travolto la loro origine nella storia remota dei propri antenati. In tal modo, come una catena di trasmissioni, si assiste a fatti non di rado sconcertanti che possono trovare una loro spiegazione risalendo, dove è possibile, agli accadimenti del passato, accedendo all’albero genealogico della famiglia. La psicogenealogia, come metodo di indagine, è un aiuto per non limitarsi a leggere tali accadimenti da una prospettiva individuale, ma per inserirli nella trama più ampia della storia familiare, riconoscendo avvenimenti del passato che continuano a influire in maniera negativa sul presente, ostacolando la realizzazione dei propri progetti e desideri. Questo approccio alla storia personale e familiare è stato messo a punto, nel corso degli anni Settanta del secolo scorso, da Anne Ancelin Schutzenberger, fondatrice della scuola transgenerazionale. Riprendendo le ricerche di Francoise Dolto, Jacob Levi Moreno (1889-1974), Gregory Bateson (1904-80) e Ivan Boszormenyi-Nagy (1920-2007), Anne elabora una proposta terapeutica che possa aiutare a comprendere vicende e ferite del passato. Man mano che procede in questo lavoro, ella nota, in linea con l’approccio della psicologia del profondo, l’importanza della comunicazione non verbale e della storia familiare per far luce su alcuni fenomeni disfunzionali a prima vista inspiegabili, ma che, misteriosamente, sembrano manifestare una sorta di copione del passato e che si ripetono nel corso delle generazioni seguenti. Un punto iniziale da considerare è se il bambino sia stato concepito in un contesto di amore, se sia stato desiderato e abbia vissuto una sicurezza di base, o se la sua venuta al mondo venga considerata un incidente di percorso o per rispondere a bisogni compensatori altrui. È anche importante valutare la sua posizione nel sistema familiare, rispetto a fratelli, genitori e parenti biologici, adottivi o sopraggiunti nel corso di ulteriori unioni. Un altro aspetto importante è distinguere la trasmissione detta intergenerazionale, dove le generazioni sono note e anche gli aspetti trasmessi sono più evidenti (abilità, talenti, caratteristiche fisiche ecc..) e quella transgenerazionale, dove le generazioni sono numerose, lontane nel tempo e presentano un lascito più nascosto proprio del vissuto psichico. La trasmissione intergenerazionale può essere stabilita grazie alla memoria di genitori e nonni, e può risalire in media fino a tre generazioni; essa tuttavia può essere considerata la punta dell’iceberg della trasmissione transgenerazionale, vale a dire del vissuto psichico profondo, individuale e familiare; “tanto più attivo perché silenzioso: ciò che non è stato digerito, né elaborato, ma avvertito in maniera confusa, mal espresso, è trasmesso così com’è “privo di strutture”, parte invisibile dell’iceberg che lo governa a nostra insaputa. E l’iceberg nascosto può ripresentarsi in modi spesso impensati nelle generazioni seguenti, anche molto distanti nel tempo. In questo testo don Marcello Stanzione in appendice A riporta numerose preghiere di guarigione genealogica della tradizione orante cattolica e in appendice B riporta un interessantissimo brano sulla gratitudine che le giovani generazioni dovrebbero avere verso le generazioni precedenti contenuto nell’ ’Esortazione Apostolica postsinodale “Christus vivit” di papa Francesco, firmata lunedì 25 marzo 2019 nella Santa Casa di Loreto e indirizzata «ai giovani e a tutto il popolo di Dio». |