Padre Pio fin da piccolo aveva sentito l’assistenza della Mamma celeste ed era proprio Lei a consigliarlo nell’apostolato che il padre svolgeva. Riporto questo episodio legato alla fine dell’anno di noviziato, dopo aver emesso i voti temporanei.
«Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito, mentre mi trovavo in coro con fra’ Atanasio. Erano circa le 23.00 del 18 gennaio, quando mi trovai lontano in una casa signorile, dove il padre moriva mentre la bimba nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: “Affido a te questa creatura. È una pietra preziosa allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile, perché un giorno voglio adornarmene. Non dubitare; sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai a S. Pietro”. Dopo ciò mi sono ritrovato nuovamente in coro». ...
Questo era l'invito di Padre Pio a chi andava in visita da lui. Un invito che Padre Pio imponeva anche al termine della confessione e che spesso chiedeva a coloro che sapeva stavano per recarsi a Monte Sant'Angelo, ai quali aggiungeva di pregare l'Arcangelo anche per lui. Un invito che il santo di Pietrelcina rivolge, ancora oggi, a tutti i suoi devoti, affinché non dimentichino mai il dovere di combattere con coraggio le forze del male, con l'intercessione di San Michele, che sempre ci protegge.
Per i devoti dell'Arcangelo Raffaele, questo libretto offre strumenti per un corretto "rapporto di fede" e di preghiera con l'Arcangelo: il testo completo del libro di Tobia che ce lo presenta, alcune preghiere, un inno, una novena, una coroncina e un atto di consacrazione. Completano l'opera una testimonianza e alcune proposte pratiche per rendere concreta la devozione. In appendice un interessante excursus sulle apparizioni dell'Arcangelo con interventi nella vita di alcuni Santi.
San Raffaele: "Dio ha guarito" "E' ricorrendo agli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ed unendo le forze del cuore (amore, fede, coraggio, intuizione spirituale...) che gli uomini possono sperare di mantenersi sul cammino della Verità e della Salvezza, nel grande vortice oscuro di questa fine secolo" (Marc Lorient).
Le attività degli angeli sono state uno degli oggetti preferiti della contemplazione di san Tommasod’Aquino. Il massimo genio di tutti i tempi della teologia cattolica era talmente affascinato dal mondo angelico che i posteri lo definirono ‘Doctor Angelicus’.
Per ricompensare la dedizione del suo affezionato segretario, Fra Reginaldo da Priverno, compose il “De substantis Separatis”, che è un magnifico trattato sugli angeli dei quali tratterà spesso sia nella Somma teologica che nella Somma filosofica. Gli angeli custodi, egli scrive, ci istruiscono illuminando le nostre immagini, fortificando il lume della nostra intelligenza, portandoci ad una migliore conoscenza della realtà. Riguardo ai cori angelici san Tommaso scrive: ...
Le attività degli angeli sono state uno degli oggetti preferiti della contemplazione di san Tommasod’Aquino. Il massimo genio di tutti i tempi della teologia cattolica era talmente affascinato dal mondo angelico che i posteri lo definirono ‘Doctor Angelicus’. ...
Tommaso d’Aquino, il futuro dottore angelico, nacque nel 1225 nel castello di Roccasecca, vicino Caserta, in Campania. Egli è l’erede di un nome prestigioso e di una fortuna economica, cose che non si abbandonano alla leggera. A Napoli dove si reca a studiare, conosce i frati predicatori del convento di San Domenico erimane affascinato dal loro stile di vita religiosa. Pertanto, Tommaso ha scelto. ...
Secondo san Tommaso d’Aquino è teologicamente certo che gli angeli furono creati in perfezione naturale, con una natura angelica e naturali poteri angelici. Tuttavia, poiché essi furono creati per una beatitudine e una felicità soprannaturali, era necessario che i loro doni e poteri soprannaturali fossero elevati all'ambito soprannaturale; una fine soprannaturale non può presumibilmente essere ottenuta con mezzi puramente naturali. Come nel caso dell'uomo, la beatitudine soprannaturale, la beatificante Visione di Dio, è qualcosa di più e che va oltre ciò che è richiesto dalla loro natura. ...
Nel suo testo “De tristizia Christi” san Tommaso Moro (1478-1535) tratta dell’angelo consolatore del Getsemani e scrive: “Ma in verità, quando sopraggiunge la pigrizia, nessuna virtù ci abbandona più velocemente del desiderio di pregare, e non abbiamo voglia di chiedere ciò che, per quanto simile, non accogliamo volentieri. Così, quando siamo ancora sani e non siamo ancora caduti nei sentimenti malati di un animo afflitto, dobbiamo molto per tempo fare in modo di riempire le orecchie di Dio con le invocazioni sopra ricordate. ...