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L’Arcangelo San Michele è patrono di molte categorie di persone e di lavoratori tra questi anche gli agenti della Pubblica Sicurezza in Italia, solamente però dal 1949. Numerosi sono i patronati della figura dell’Arcangelo tutti, in qualche modo più o meno pertinente, legati all’attività di Michele come combattente per il bene: gli spadaccini, i doratori (perché generalmente rappresentato con corazza dorata; i commercianti (per il fatto che a livello iconografico Michele usa la bilancia per pesare le anime), e anche di tutti i mestieri che si servono della bilancia; in Italia è, inoltre, patrono anche dei radiologi. ...
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Mosè è l’intermediario tra Dio e il popolo d'Israele, o se vogliamo fra gli angeli e il popolo; Dio agisce per mezzo degli angeli. È questo che l'apostolo san Paolo considera imperfetto e in uno stato provvisorio. Da ciò risulta che gli angeli, nella realizzazione del Vangelo, non partecipano allo stesso modo come fecero nella legislazione, ossia che nella Nuova Alleanza non hanno la stessa funzione che ebbero nell'Antica Alleanza, adesso Dio agisce direttamente, ciò non significa che in questo momento gli angeli non partecipano più; essi però adesso partecipano in modo diverso. ...
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Nella lettera agli Efesini san Paolo scrive che Cristo è al di sopra del mondo delle potestà: “Lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi...” (Efesini 1, 20-22). La lettera descrive le gerarchie delle creature celesti. Le potestà possono essere buone (cfr. Efesini 3, 10) che cattive (cfr. Efesini 4, 7; 6, 12). ...
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Per il credente, la morte non è la fine di tutto. Il corpo è promesso alla resurrezione, ogni domenica durante la Messa recitiamo: “credo alla resurrezione della carne, alla vita eterna “, e gli uomini rispettano le spoglie del defunto, seppellendolo prima di inumarlo, quando non lo circondano di onori quando si tratta del corpo di un santo canonizzato. Il corpo morto è esso stesso suscettibile di presentare dei prodigi che manifestano il suo carattere sacro. ...
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di Francesco Guarino
L’editrice Mimep di Milano in occasione del ventesimo di canonizzazione di san Pio di Pietrelcina ha stampato il testo di don Marcello Stanzione e del Dottore Claudio Circelli intitolato: “San Pio come Cristo. La sofferenza redentiva”. ...
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Insieme alla celebrazione della santa Messa, che padre Pio stimava come il dono più grande che Dio abbia fatto all’umanità, egli considerava di grande importanza la recita del santo rosario. Definiva la corona del rosario come «la mia arma». Per padre Pio, infatti, il santo Rosario era «un’arma potente per mettere in fuga il demonio e superare le tentazioni, per vincere il cuore di Dio, per ottenere grazie dalla Madonna». ...
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E’ in tutte le librerie cattoliche d’Italia il libro edito dalla Segno di Udine su “San Pio da Pietrelcina e l’aldilà”. Il testo è stato scritto da don Marcello Stanzione per ricordare il cinquantenario della morte del santo cappuccino che è stato pure commemorato dal papa Francesco che nel marzo 2018 si è recato in pellegrinaggio sulla tomba di Padre Pio a san Giovanni Rotondo. Il famoso Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina, piccolo centro del beneventano il 25 maggio 1887 e sin dalla prima infanzia si sentì chiamato ad una vita di consacrazione religiosa. Fu ordinato sacerdote nell’Ordine dei Cappuccini il 10 agosto 1910, nel Duomo di Benevento. Dal 1916 sino alla sua morte, ha svolto il ministero sacerdotale presso il convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. ...
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Centro della giornata e della vita di padre Pio è stata l’Eucarestia. Padre Ezechia Cardone, frate minore di Pietrelcina, ci racconta che il santo - sin da piccolo - ha sentito viva l’attrattiva per l’Eucarestia. Egli testimonia: «Padre Pio frequentava la santa Messa da fanciullo accompagnato dalla nonna materna: Giovanna Gagliardi». È altrettanto risaputo che fino alla sua morte, padre Pio si alzava prestissimo per prepararsi alla santa Messa. ...
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Elia Lucchini
Don Marcello Stanzione e il Professore Francesco Guarino sono gli autori del testo “San Pio da Pietrelcina e santa Gemma Galgani. Due anime gemelle mistiche” edito dall’editrice Segno di Udine. San Pio da Pietrelcina al secolo Francesco Forgione e santa Gemma Galgani furono quasi contemporanei. ...
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Un nuovo libro di Francesco Guarino e Marcello Stanzione edito dalle Edizione Segno. Gli autori in questo nuovo lavoro presentano, con un linguaggio semplice e scorrevole, le due figure che hanno segnato il secolo scorso. Giovanni Paolo II e Padre Pio da Pietrelcina. Uno è stato il “Grande Papa” polacco che da poco ha lasciato la scena di questo mondo (2 aprile 2005), l’altro un umile frate cappuccino con impressi i segni della passione di nostro Signore nel corpo, morto molti anni prima del “Papa Grande” (23 settembre 1968). Insieme hanno attraversato il XX secolo guidando e sorreggendo la Chiesa nel mare tempestoso di tanti pericoli. Le loro strade ad un certo punto si sono incrociate, e dall’incontro personale ne è nata una grande amicizia spirituale che li ha accompagnati fino alla soglia del Paradiso. Le loro strade hanno seguito percorsi diversi, eppure c’è stato qualcosa che li ha sempre uniti. Possiamo dire, se così si può dire, che il loro cammino sia stato tracciato ognuno pensando all’altro.
Una storia straordinaria, che non ha eguali nella Chiesa, è iniziata nel lontano 1948, a San Giovanni Rotondo, è si è dipanata per tutto il Novecento. È la storia di un incontro tra due uomini straordinari: Padre Pio da Pietrelcina e don Karol Wojtyla, divento. Da quel primo e storico incontro, tra il giovane prete polacco e il mistico frate, nascerà una intensa amicizia mistica che porterà il prete polacco a recarsi altre due volte a San Giovanni Rotondo per rendere omaggio e, soprattutto, a pregare sulla tomba del frate amico. L’intesa spirituale tra i due nascerà proprio da questo primo incontro personale. Nascerà tra di loro una comunione spirituale che, come dicevamo sopra, li accompagnerà fino alle soglie del Paradiso dove sappiamo essere avvenuto il secondo incontro personale tra di loro. Dove, una volta vicini, sicuramente Padre Pio avrà ringraziato il Papa “Grande” per averlo voluto a tutti i costi scrivere nell’albo dei santi della Chiesa.
In questa storia straordinaria si inserisce la Madonna che a Fatima fece la sua apparizione a tre pastorelli invitandoli a pregare e a far pregare per l’umanità. Il 13 maggio 1917 la Vergine apparve per la prima volta in Portogallo, in un villaggio sperduto sugli altipiani dell'Estremadura a tre pastorelli: Lucia Dos Santos e Francesco e Giacinta Marto chiedendo penitenza e conversione. Pio XII nel 1942 consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria mentre Giovanni Paolo II attribuì alla Vergine di Fatima l'intercessione per essersi salvato dall'attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro. Il santuario mariano di Fatima è uno dei luoghi più venerati dai fedeli cattolici e in questo luogo, sacro per l’apparizione di Maria, papa Giovanni Paolo II volle recarsi di nuovo il 13 maggio 2000, per procedere alla beatificazione dei fratelli Marto, al termine della celebrazione il cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano diede lettura della comunicazione in lingua portoghese, sul terzo segreto di Fatima; ed appena un mese dopo, il 26 giugno 2000, il Papa ne autorizzò la divulgazione pubblica da parte della Congregazione per la Dottrinadella Fede, accompagnata da opportuno commento teologico del Prefetto, cardinaleJoseph Ratzinger. Ecco uno stralcio: «La parola chiave di questo “Segreto”, è il triplice grido: “Penitenza, Penitenza,Penitenza!… A suor Lucia appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità – tutto il resto intendeva portare solo a questo….”».