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Elia Lucchini
Don Marcello Stanzione e il Professore Francesco Guarino sono gli autori del testo “San Pio da Pietrelcina e santa Gemma Galgani. Due anime gemelle mistiche” edito dall’editrice Segno di Udine. San Pio da Pietrelcina al secolo Francesco Forgione e santa Gemma Galgani furono quasi contemporanei. ...
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Un nuovo libro di Francesco Guarino e Marcello Stanzione edito dalle Edizione Segno. Gli autori in questo nuovo lavoro presentano, con un linguaggio semplice e scorrevole, le due figure che hanno segnato il secolo scorso. Giovanni Paolo II e Padre Pio da Pietrelcina. Uno è stato il “Grande Papa” polacco che da poco ha lasciato la scena di questo mondo (2 aprile 2005), l’altro un umile frate cappuccino con impressi i segni della passione di nostro Signore nel corpo, morto molti anni prima del “Papa Grande” (23 settembre 1968). Insieme hanno attraversato il XX secolo guidando e sorreggendo la Chiesa nel mare tempestoso di tanti pericoli. Le loro strade ad un certo punto si sono incrociate, e dall’incontro personale ne è nata una grande amicizia spirituale che li ha accompagnati fino alla soglia del Paradiso. Le loro strade hanno seguito percorsi diversi, eppure c’è stato qualcosa che li ha sempre uniti. Possiamo dire, se così si può dire, che il loro cammino sia stato tracciato ognuno pensando all’altro.
Una storia straordinaria, che non ha eguali nella Chiesa, è iniziata nel lontano 1948, a San Giovanni Rotondo, è si è dipanata per tutto il Novecento. È la storia di un incontro tra due uomini straordinari: Padre Pio da Pietrelcina e don Karol Wojtyla, divento. Da quel primo e storico incontro, tra il giovane prete polacco e il mistico frate, nascerà una intensa amicizia mistica che porterà il prete polacco a recarsi altre due volte a San Giovanni Rotondo per rendere omaggio e, soprattutto, a pregare sulla tomba del frate amico. L’intesa spirituale tra i due nascerà proprio da questo primo incontro personale. Nascerà tra di loro una comunione spirituale che, come dicevamo sopra, li accompagnerà fino alle soglie del Paradiso dove sappiamo essere avvenuto il secondo incontro personale tra di loro. Dove, una volta vicini, sicuramente Padre Pio avrà ringraziato il Papa “Grande” per averlo voluto a tutti i costi scrivere nell’albo dei santi della Chiesa.
In questa storia straordinaria si inserisce la Madonna che a Fatima fece la sua apparizione a tre pastorelli invitandoli a pregare e a far pregare per l’umanità. Il 13 maggio 1917 la Vergine apparve per la prima volta in Portogallo, in un villaggio sperduto sugli altipiani dell'Estremadura a tre pastorelli: Lucia Dos Santos e Francesco e Giacinta Marto chiedendo penitenza e conversione. Pio XII nel 1942 consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria mentre Giovanni Paolo II attribuì alla Vergine di Fatima l'intercessione per essersi salvato dall'attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro. Il santuario mariano di Fatima è uno dei luoghi più venerati dai fedeli cattolici e in questo luogo, sacro per l’apparizione di Maria, papa Giovanni Paolo II volle recarsi di nuovo il 13 maggio 2000, per procedere alla beatificazione dei fratelli Marto, al termine della celebrazione il cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano diede lettura della comunicazione in lingua portoghese, sul terzo segreto di Fatima; ed appena un mese dopo, il 26 giugno 2000, il Papa ne autorizzò la divulgazione pubblica da parte della Congregazione per la Dottrinadella Fede, accompagnata da opportuno commento teologico del Prefetto, cardinaleJoseph Ratzinger. Ecco uno stralcio: «La parola chiave di questo “Segreto”, è il triplice grido: “Penitenza, Penitenza,Penitenza!… A suor Lucia appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità – tutto il resto intendeva portare solo a questo….”».
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Padre Pio fin da piccolo aveva sentito l’assistenza della Mamma celeste ed era proprio Lei a consigliarlo nell’apostolato che il padre svolgeva. Riporto questo episodio legato alla fine dell’anno di noviziato, dopo aver emesso i voti temporanei.
«Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito, mentre mi trovavo in coro con fra’ Atanasio. Erano circa le 23.00 del 18 gennaio, quando mi trovai lontano in una casa signorile, dove il padre moriva mentre la bimba nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: “Affido a te questa creatura. È una pietra preziosa allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile, perché un giorno voglio adornarmene. Non dubitare; sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai a S. Pietro”. Dopo ciò mi sono ritrovato nuovamente in coro». ...
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Questo era l'invito di Padre Pio a chi andava in visita da lui. Un invito che Padre Pio imponeva anche al termine della confessione e che spesso chiedeva a coloro che sapeva stavano per recarsi a Monte Sant'Angelo, ai quali aggiungeva di pregare l'Arcangelo anche per lui. Un invito che il santo di Pietrelcina rivolge, ancora oggi, a tutti i suoi devoti, affinché non dimentichino mai il dovere di combattere con coraggio le forze del male, con l'intercessione di San Michele, che sempre ci protegge.
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Per i devoti dell'Arcangelo Raffaele, questo libretto offre strumenti per un corretto "rapporto di fede" e di preghiera con l'Arcangelo: il testo completo del libro di Tobia che ce lo presenta, alcune preghiere, un inno, una novena, una coroncina e un atto di consacrazione. Completano l'opera una testimonianza e alcune proposte pratiche per rendere concreta la devozione. In appendice un interessante excursus sulle apparizioni dell'Arcangelo con interventi nella vita di alcuni Santi.
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San Raffaele: "Dio ha guarito" "E' ricorrendo agli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ed unendo le forze del cuore (amore, fede, coraggio, intuizione spirituale...) che gli uomini possono sperare di mantenersi sul cammino della Verità e della Salvezza, nel grande vortice oscuro di questa fine secolo" (Marc Lorient).
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Le attività degli angeli sono state uno degli oggetti preferiti della contemplazione di san Tommasod’Aquino. Il massimo genio di tutti i tempi della teologia cattolica era talmente affascinato dal mondo angelico che i posteri lo definirono ‘Doctor Angelicus’.
Per ricompensare la dedizione del suo affezionato segretario, Fra Reginaldo da Priverno, compose il “De substantis Separatis”, che è un magnifico trattato sugli angeli dei quali tratterà spesso sia nella Somma teologica che nella Somma filosofica. Gli angeli custodi, egli scrive, ci istruiscono illuminando le nostre immagini, fortificando il lume della nostra intelligenza, portandoci ad una migliore conoscenza della realtà. Riguardo ai cori angelici san Tommaso scrive: ...
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Le attività degli angeli sono state uno degli oggetti preferiti della contemplazione di san Tommasod’Aquino. Il massimo genio di tutti i tempi della teologia cattolica era talmente affascinato dal mondo angelico che i posteri lo definirono ‘Doctor Angelicus’. ...
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Tommaso d’Aquino, il futuro dottore angelico, nacque nel 1225 nel castello di Roccasecca, vicino Caserta, in Campania. Egli è l’erede di un nome prestigioso e di una fortuna economica, cose che non si abbandonano alla leggera. A Napoli dove si reca a studiare, conosce i frati predicatori del convento di San Domenico erimane affascinato dal loro stile di vita religiosa. Pertanto, Tommaso ha scelto. ...