Il nome Michele (Mikael) è l’espressione di tutta una frase ebraica che è composta da queste tre parti: Mi-Kha-El = Chi (è) come Dio? Che può essere definito come un urlo di battaglia in difesa dei diritti dell’Onnipotente Iddio. Nella nostra analisi considereremo solo i passi canonici della Bibbia dove è esplicitamente riportato il suo nome, per cui non analizzeremo gli altri brani della Bibbia dove non si parla esplicitamente dell’Arcangelo né gli scritti apocrifi. Il nome Michele appare cinque volte nella Sacra Scrittura e per la precisione tre volte nell’Antico Testamento, sempre nel Libro di Daniele e 2 volte nel Nuovo Testamento (Giuda e Apocalisse). Analizziamo brevemente questi cinque testi: 1°: Daniele 10, 13: “Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto ed io l’ho lasciato là presso il principe del re di Persia”; e un po’ più giù nello stesso capitolo. 2°: Daniele 10, 20-21: “Sai tu perché io sono venuto da ... |
Leggi tutto...
|
|
L’Arcangelo San Michele è presso i cristiani il più universalmente citato e venerato in mezzo a tutte le creature celesti e terrene dopo la Vergine Maria, alla quale sarà spesso associato. Lo è a diversi titoli, concordemente con altri come messaggero del Signore, quasi solo come protettore delle anime e loro introduttore in Cielo, solo di fatto come capo della milizia celeste nella lotta contro Satana e gli angeli decaduti. Nella iconografia dell’Occidente, egli appare allora fin dall’inizio del Medio Evo, il più sovente da vincitore del Demonio: è così che egli domina gloriosamente il nostro Monte San Michele in Francia. Ma in abbastanza numerosi casi, curiosamente e quasi contraddittoriamente se lo si pensa, egli è anche il pesatore delle azioni e delle anime presso le quali sta per decidere la loro sorte, in principio abbastanza manicheo. Inferno o Regno degli eletti. Egli è allora in qualche modo come il sostituto del Giudice. Ed è in quest’ultimo ruolo, mai attestato nelle Scritture, ma spesso e ... |
Leggi tutto...
|
|
A partire dal XII secolo il culto di San Michele si diffonde nel nostro paese in modo esplosivo. L’Arcangelo pesatore delle anime rimane per lungo tempo solo nelle rappresentazioni abbastanza ubique nel Midi, ma rare al Nord della Loira, frontiera d’altronde permeabile tra il romano ed il gotico che sta ben presto per comparire. In mezzo alle più notevoli, citiamo la prima in Francia su di un capitello della basilica della Daurade a Tolosa, poi a Santa Trofima di Arles in cui Ercole è associato alla scena e San Raffaele ugualmente in Provenza, i paesi dell’Ovest con Arces, Saujon, Aunay, Chouppes, il nodo correziano con Brive o Lagraulière in cui si nota al meglio la pesata individuale post mortem. Talvolta la raffigurazione della pesata si completa con la leggenda del Gargano, precocemente ad Auzon nell’Alvernia, più tardivamente nello stabile di Elne nel Rossiglione. Ben presto l’Arcangelo che pesa le anime si è incorporato all’Ultimo Giudizio, nelle differenti facciate ... |
Leggi tutto...
|
|
Probabilmente pochissimi sanno che l’imperatore Contantino viene festeggiato come santo il 21 maggio dalle Chiese Cristiane d’Oriente. Vittorioso in Britannia, poi contro i Franchi e gli Alamanni, fu acclamato imperatore dalle legioni alla morte di Diocleziano. Ma a quell’epoca il sistema imperiale era tetrarchico, così Massimino e Massenzio si allearono contro di lui e Licinio. Costantino valicò le Alpi e batté i rivali a più riprese, sconfiggendo definitivamente Massenzio alla battaglia di ponte Milvio, nel 312. Morto Massimino, ben presto Costantino venne a contrasto con Licinio che batté più volte. Nel 324 rimase unico imperatore e portò la capitale a Bisanzio, che chiamò Costantinopoli. Ormai le dimensioni dell’Impero richiedevano uno spostamento di baricentro ( ed è anche probabile che Costantino volesse allontanare detto baricentro dal cuore del vecchio paganesimo). Ma la scelta, col tempo, finì per dividere in due l’Impero romano. Costantino morì nel 337 mentre marciava ... |
Leggi tutto...
|
|
Clelia Merloni nacque a Forlì il 10 marzo 1861 dal ricco industriale Gioacchino e da Teresa Brandelli e visse in un ambiente familiare precario a causa dei continui trasferimenti del padre da un posto all’altro per motivi di lavoro e per la morte prematura della madre. All’età di 33 anni vede in sogno la città di Viareggio a lei completamente sconosciuta ed il 24 aprile del 1894 insieme all’amica Elisa Pederzini decide di recarsi in quella cittadina. Ad esse si unirà poi Giuseppina D’Ingenheim ed insieme formeranno il primo nucleo delle suore “ Apostole del Sacro Cuore di Gesù”. A Viareggio furono accolte e sostenute dai frati minori della chiesa di sant’Antonio. Clelia, grazie alle finanze del padre, riuscì con le sue suore ad aprire diversi istituti di carità a Viareggio anche grazie all’aumento numerico delle sue religiose. Purtroppo dopo la morte del padre a causa di un’amministratore incapace, il denaro del padre andò in fumo e le suore dovettero abbandonare tutte le opere di Viareggio. ... |
Leggi tutto...
|
|
Il 17 marzo 1699, oltre 310 anni fa, moriva a Capri la monaca carmelitana madre Serafina di Dio. Come scrive il prof. Raffaele Vacca nel suo bellissimo libro “ il mulino di Suor Serafina”, la monaca carmelitana fondatrice di 7 monasteri di clausura, di cui 2 a Capri: “ Dal tempo della sua morte terrena le virtù ed i meriti di Suor Serafina non sono stati dimenticati, anche se talvolta sono stati aggrediti da malevoli venti e rabbiose piogge, ed anche se, più spesso, sono stati avvolti da artificiali nebbie”. Quando, nel 1623, il mercante Niccolò Antonio Pisa lasciò i suoi affari a Napoli e se ne ritornò a Capri con la seconda moglie Giustina ed i figli, tra i quali c’era Prudenza che aveva due anni, essendo nata il 24 ottobre 1621, nell’isola c’erano due cappelle dedicate a San Michele. Una era a Capri, l’altra ad Anacapri. Entrambe erano poste su una rupe, Le congiungeva un’ideale diagonale. La cappella di Capri si trovava sulla collinetta di Cesina, dapprima chiamata Monte Sant’Angelo ... |
Leggi tutto...
|
|
Il sacerdote salernitano don Marcello Stanzione, terrà il 18 febbraio alle ore 19 alla libreria Aldebaran in via Porta Elina 17/19 a Salerno una relazione sull’identità e la missione dell’arcangelo Michele. La conferenza sull’Arcangelo sarà tenuta anche a Roma il 13 marzo alle ore 20 alla libreria Asec, nei pressi del Panteon. In questa moltitudine incommensurabile di Spiriti Beati che circondano il trono di Dio o che eseguono le sue volontà, la Sacra Scrittura non rileva che tre nomi, quelli degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Questi nomi parlano da sé. Michele vuol dire "Chi è come Dio?", Gabriele "La Forza di Dio", Raffaele "Ia medicina di Dio". Questi tre personaggi della corte celeste sono qualificati arcangeli, come aventi una preminenza sui semplici angeli. E per primo contempliamo San Michele. Molti esegeti considerano San Michele come il Capo degli Angeli fedeli, in opposizione con Lucifero il Capo degli Angeli ribelli. L'Apocalisse in effetti ci dice: ... |
Leggi tutto...
|
|
Se la tradizione cristiana fa di Michele uno spirito più elevato nella gerarchia celeste di Raffaele e Gabriele, questi che si chiama il grande arcangelo è nominato nella Bibbia un po' più tardi dei suoi compagni. Ancora egli non si mostra: è un personaggio misterioso che parla di lui al profeta Daniele, designandolo come "uno dei primi capi" (Dn 10, 13). Egli apparirà. Splendido e vittorioso, solamente al termine del Sacro Libri, nell'Apocalisse. Come pure non è stupefacente che, sulla celebre icona della Madonna del Perpetuo Soccorso, San Michele presenta la spugna e la lancia della Passione di Cristo: egli è l'angelo che, in una prospettiva escatologica, annuncia il compimento perfetto delle Scrittura. |
Leggi tutto...
|
|
Si scorge nell'episodio di Ciro, re di Persia che, con un Editto, aveva deciso la fine della Dispersione di Israele tra i Persiani ed i Greci, ma il Popolo Eletto non poteva ritornare a Gerusalemme. Il Profeta Daniele pregava intensamente per questa intenzione. Un Angelo gli apparve e gli disse: " ... Il Principe del Regno di Persia mi ha resistito durante ventun giorni, ma Michele, uno dei primi Principi, è venuto in mio aiuto ... ". Più avanti, lo stesso Angelo continua: "Io devo ritornare a combattere il Principe di Persia; quando ne avrò finito, ecco che verrà il Principe di Yavan (la Grecia). Nessuno mi presta man forte per queste cose, se non Michele, il vostro Principe!" (Dan.10,13 e 20b-21b). Perché ogni Nazione è posta sotto la protezione di un Angelo. Che ci si ricordi dell'Angelo del Portogallo che preparò i pastorelli alle apparizioni di Nostra Signora alla Cova da Iria, a Fatima. ... |
Leggi tutto...
|
|
|